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Trump indagato per spionaggio, l’ex Presidente USA furioso: “È una cospirazione”

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Desecretato il mandato di perquisizione usato dagli agenti dell’Fbi nell’operazione nella residenza di Donald Trump a Mar-a-lago, in Florida, ecco le motivazioni del clamoroso blitz che ha agitato gli Stati Uniti: “violazione dell’Espionage Act”, “rimozione e distruzione di documenti ufficiali in violazione al Presidential Record Act”, “ostruzione di un’indagine”. L’ex Presidente degli Stati Uniti è indagato per spionaggio.

E lui, il tycoon sicuro di voler correre alle prossime presidenziali nel 2024, ha replicato alle accuse tramite il suo social network Truth: “Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di ‘sequestrare’ nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago”. E ancora: “Erano in un luogo sicuro, con un lucchetto in più messo dopo che me lo avevano chiesto loro”.

Trump ha bollato anche come “fake” lo scoop del Washington Post secondo cui i documenti che l’Fbi stava cercando riguardavano le armi nucleari. Documenti comunque classificati ed estremamente delicati come definiti anche dal dicastero. L’Attorney General Merrick Garland ha dichiarato di voler procedere all’operazione per il timore che le carte “finissero in mani sbagliate”. A influire sull’azione anche la soffiata di una presunta talpa nell’entourage dell’ex Presidente. “Autorizzare la perquisizione non è stata una decisione facile”, ha dichiarato Garland.

I materiali sequestrati lo scorso 8 agosto consistono in 11 faldoni di documenti classificati fra cui alcuni “top secret”, 20 scatole di oggetti, la minuta della grazia concessa all’ex consigliere Roger Stone, un dossier sul presidente francese Emmanuel Macron. Tra i documenti, secondo il New York Times, anche la corrispondenza tra l’ex presidente e il leader nordcoreano Kim Jong-Un e informazioni sui più segreti programmi americani, i cosiddetti ‘special access programs’. Le fonti non avevano fornito al Washington Post ulteriori dettagli sul tipo di documenti che gli agenti stavano cercando, per esempio se si tratti di informazioni relative solo alle armi nucleari degli Stati Uniti o di altri Paesi. Né se effettivamente l’Fbi abbia trovato ciò che cercava nel resort.

Trump urla alla cospirazione contro di lui, una mossa politica per impedirgli di candidarsi alle elezioni. “Perché l’Fbi non ha consentito ai miei avvocati di essere presenti alla perquisizione a Mar-a-Lago? Li ha fatti aspettare fuori al caldo, non li ha lasciati nemmeno avvicinarsi. ‘Assolutamente no’, hanno risposto! Forse per lasciare prove?”. Il tycoon ha anche attaccato il suo predecessore alla Casa Bianca, Barack Obama, di aver portato via documenti classificati alla fine del mandato. “Il presidente Barack Hussein Obama ha preso 33 milioni di pagine di documenti, molti dei quali riservati. Quanti di loro riguardavano il nucleare? La risposta è: Un sacco!”.

La pubblicazione della sentenza, ricostruisce l’Ansa, che potrebbe chiarire finalmente quale fosse l’oggetto della perquisizione dell’Fbi è attesa nelle prossime ore. Trump l’ha sollecitata, “pubblicatela subito”, mentre i suoi avvocati sono più prudenti. Potrebbe trattarsi di un gioco delle parti tra il tycoon e i legali, che comunque hanno tempo solo fino alle 21 per dare una risposta. La sentenza infatti può essere resa nota solo con il consenso di entrambe le parti in causa. Se fosse così intenzionato a divulgarla, fanno notare alcuni analisti, Trump potrebbe farlo lui stesso, una volta avuto il via libera dal dipartimento di Giustizia.

L’articolo Trump indagato per spionaggio, l’ex Presidente USA furioso: “È una cospirazione” proviene da Il Riformista.

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