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Non solo Ucraina: la guerra demografica di Putin

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21 febbraio 2023 | 16.53

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La Russia sta perdendo uomini: la guerra in Ucraina e il calo della natalità logorano il capitale umano del Paese.

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(Afp)

Secondo il think tank americano, Carnegie Endowment, alla fine dello scorso anno, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato al governo di elaborare un pacchetto di misure entro il 2023 che aumenteranno i tassi di natalità e l’aspettativa di vita in Russia.

Ha anche espresso sconcerto per il calo dei tassi di natalità in un certo numero di regioni. Eppure, pochi giorni dopo, il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha proposto di cambiare l’età in cui gli uomini russi vengono arruolati per il servizio militare obbligatorio da 18 a 21 anni e di aumentare il limite di età superiore per la coscrizione da 27 a 30 anni.

Ciò significherebbe che i giovani vengono chiamati dopo aver conseguito la laurea e addestrati come specialisti che vengono ritirati dal mercato del lavoro per vedere le loro competenze annullate dal servizio militare.

C’è una grande discrepanza tra questi due obiettivi.

Se gli uomini vanno in guerra o emigrano in massa invece di avere figli, da dove verranno i bambini? Anche l’effetto sul mercato del lavoro sarà grave: la coscrizione farà uscire dalla forza lavoro da un’economia che dovrebbe già perdere 3-4 milioni di persone di età compresa tra i 20 e i 49 anni entro il 2030 (rispetto al 2020) per ragioni demografiche.

La popolazione attiva sta perdendo coloro che hanno già lasciato o lasceranno il paese in risposta all’intensa militarizzazione della vita, per non parlare di coloro che vengono mobilitati, uccisi o mutilati in combattimento se la guerra va avanti per tutto il 2023.

Questo creerà un significativo deficit di forza lavoro e numerosi problemi demografici, esacerbando ulteriormente le dinamiche negative dei tassi di natalità osservate in Russia dal 2016-2017. La diminuzione della popolazione in età lavorativa diventerà cronica e la “conservazione del popolo” di cui Putin ha parlato per molti anni non sarà raggiunta.

Un anno di servizio militare per i 300.000 uomini mobilitati nell’esercito a settembre e ottobre 2022 significherà 25.000 nascite in meno, stima Mikhail Denisenko, direttore dell’Istituto di Demografia della Scuola Superiore di Economia. Non è un numero enorme, ma potrebbe aumentare in modo significativo a causa dell’emigrazione, del calo a lungo termine dei tassi di natalità e della potenziale espansione dell’età di mobilitazione.

Putin insomma sta combattendo su due fronti: quello ucraino e quello interno dove preservare il capitale umano diventa sempre più cruciale per mantenere i livelli di sviluppo conseguiti prima della guerra.

Il deficit di manodopera altamente qualificata e la riduzione del numero di studenti delle scuole superiori che intendono sostenere l’esame di Stato unificato in fisica e scienze dell’informazione sono ulteriori segnali del deperimento in atto nella popolazione in Russia.

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