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Il vino fa male, Antonella Viola lo beve solo nei ristoranti stellati

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Antonella Viola ha detto a Rai Radio 1 che il vino fa male, e chi lo beve ha il cervello più piccolo. 

Facile prevedere che numerosi italiani si sarebbero risentiti per le affermazioni della biologa, ricercatrice e docente dell’Università di Padova. Compresi voi e noi che il vino lo beviamo spesso e non necessariamente in quantità moderate. 

Antonella Viola: il vino fa male

Secondo Antonella Viola, volto familiare per le frequenti apparizioni televisive legate al Covid, anche un consumo moderato di alcol, cioè il classico bicchiere al giorno, “danneggia il cervello e aumenta il rischio di tumori”. In particolare secondo la docente, “al colon, alla mammella, al fegato e all’esofago”. 

Per giustificare le sue affermazioni, non proprio concilianti con i bevitori di vino, Antonella Viola ha citato diversi studi sui rischi legati all’alcol contenuto nel vino ma non solo. “Qualunque tipo di alcol è cancerogeno”, ha precisato la ricercatrice, compreso quello contenuto nella birra e nell’aperitivo.

Irlanda: vino equiparato alle sigarette

Antonella viola vino etichette
Etichetta in una bottiglia di vino

Per questo Antonella Viola sostiene senza esitazioni la scelta dell’Irlanda, approvata dalla Commissione europea, che intende segnalare sulle bottiglie di vino, birra e alcolici, i rischi per la salute. Con scritte tipo “Nuoce gravemente alla salute”, esattamente come avviene nei pacchetti di sigarette. 

Una scelta, quella dell’Irlanda, che ha mandato in bestia e scatenato una specie di rivolta da parte dei produttori di vino soprattutto italiani, francesi e spagnoli e di molti, come voi e noi, che lo bevono abitualmente e ne sostengono i benefici.

Equiparare il vino alle sigarette e introdurre etichette che ne segnalino la pericolosità per la salute potrebbe avere conseguenze pesanti per il settore. Specie nei paesi del Nord Europa, dove le autorità cercano di scoraggiare il consumo di alcol, molto elevato. 

Non va dimenticato il ruolo di principale produttore nonché esportatore internazionale dell’Italia, che può vantare un fatturato superiore ai 14 miliardi di fatturato, dei quali oltre la metà realizzati all’estero. 

Nonostante gli interessi di settore, secondo Antonella Viola, “nessun medico dovrebbe nascondere la verità sul consumo di vino”. La docente intende battersi per “rendere consapevoli i cittadini dei rischi collegati all’alcol, come è stato fatto per il fumo, lasciando poi a loro la scelta di bere o meno”. 

La dose sicura di vino per Antonella Viola

E dunque quale sarebbe la dose sicura di vino da bere ogni giorno per Antonella Viola? “Come per le sigarette”, ribadisce la docente, “la dose sicura è zero”.

Dimenticate insomma i detti popolari sul bicchiere di vino al giorno che fa sangue. Il consumo reiterato di alcol, anche in dosi moderate, può produrre “danni epatici visibili, come l’accumulo di grassi oppure l’epatite, cioè l’infiammazione del fegato, e la cirrosi epatica”.

Non basta. Stando a studi recenti sulla struttura cerebrale dell’uomo citati dall’immunologa, anche uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarne le componenti. “Insomma”, ha chiosato la ricercatrice, “chi beve ha il cervello più piccolo”.

La diaspora anti-alcol si estende all’aperitivo con gli amici, la voglia di spritz non può essere un motivo di aggregazione. Non valgono neanche i cocktail analcolici perché, secondo l’immunologa, “fanno ingrassare e alzano la glicemia in quanto contengono troppi zuccheri”.

Antonella Viola non è astemia, beve vino raramente e, ha dichiarato: “solo nei ristoranti stellati”.

La risposta di Matteo Bassetti

Oggi, alle affermazioni sul vino di Antonella Viola ha risposto su Facebook Matteo Bassetti

“Secondo Antonella Viola il vino rimpicciolisce il cervello ed è paragonabile all’amianto per i suoi danni”, ha scritto l’infettivologo genovese. Che poi ha ironizzato: “Si è definita astemia anche se si concede un calice solo nei ristoranti stellati”. 

Polemica la conclusione di Bassetti: “Ha raggiunto livelli di scienza elevatissimi. Inarrivabili per chi ama il vino. Cin Cin!”. 

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