Arrivano i grilli – e il Grillo Burger (anzi, Cheeseburger) di Pane & Trita è l’avanguardia dell’invasione.
Invasione: molti vedono la possibilità di inserire prodotti a base di insetti come una vera e propria calamità. Che so, una novella piaga d’Egitto, una calata di Lanzichenecchi con lo scopo di colonizzare le nostre abitudini alimentari.
Tanto che a Torino l’autore del primo pane con farina di grillo si è beccato una valanga di insulti.
A prescindere da tutto quanto, appena avuto notizia della messa in commercio di questi burger con farina di grillo, beh, sono uscito di casa. Come avrei potuto non farlo?
Pane&Trita è una catena di hamburgerie che propone dei menu dall’evidente intento ludico – si veda il suo Uniporco. Ora ha messo in carta una Limited Edition di questi Grillo Burger.
Edizione limitata in commercio per un 10/15 giorni, tanto per testare il terreno. Non è detto che, se l’esperimento avrà successo, i prodotti di questo tipo non entreranno definitivamente in carta. Magari con una sezione del menu dedicata.
Come è fatto il Grillo Burger
Partiamo dalla composizione dell’oggetto-panino: pane artigianale verde (spirulina), hamburger con polvere di grillo, scamorza fusa, cavolo viola, patata americana crispy e salsa Pane & Trita.
La polpetta del Grillo Burger viene realizzata con materie prime di qualità: fagioli cannellini, patate al vapore, pane grattugiato, acqua, olio di girasole, lievito, sale, estratto di malto d’orzo. E naturalmente farina di grillo domestico (1,6 %).
Il Grillo Cheeseburger nasce in collaborazione con Soul-K, food-tech company italiana che studia e produce ingredienti per la ristorazione. L’idea è quella di esplorare e provare a utilizzare quelle che probabilmente saranno le proteine del futuro.
Il prezzo del Grillo Cheeseburger? 13.90 €.
L’assaggio
Diciamolo subito: non c’è alcun sapore, e nemmeno sentore, di insetto nel Grillo Cheeseburger di Pane&Trita. A prescindere dal fatto che probabilmente non saprei riconoscerlo.
Quello che si percepisce è il sapore della patata, dei cannellini, e degli altri ingredienti del Burger – scamorza, cavolo viola, patata americana – neinte grilli.
Quindi: sapore buono, piacevole, ovviamente nessun tentativo di “imitare” il sapore di una qualsiasi carne. Men che meno quella del grillo, anche se magari il Burger avrebbe tratto giovamento da un elemento croccante. Il crispy delle patate americane si perde un po’ nell’impasto della polpetta, estremamente morbido. Ecco, mi sarei aspettato, se non una consistenza diversa (il morbido fa parte delle sensazioni di un comfort food come le patate), una crosticina sulla polpetta. Come se fosse stata passata su una piastra.
Al di là di come il Grillo Burger avrebbe potuto essere, va comunque benissimo come è. Decisamente buono.
Il Grillo Cheeseburger è uno schifo?
“E gli insetti? Cioè, non ti fanno schifo?”
No. Ho mangiato il formaggio sardo con i vermicini, inseguendoli sul tavolo degli amici sardi che ci avevano invitato. Intestini di agnelli da latte fermentati con il latte ancora dentro. Ghiandole sudorifere di vitello. Gameti femminili (uova) di vari uccelli e pesci, Reni e fegatelli e bargigli di vari animali. Cervelli. Dovrei avere un qualche problema con l’1,6% di farina di Acheta domesticus nel mio Grillo Burger?