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Giallo Gilda Ammendola: la famiglia vuole la verità

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Il giallo della morte di Gilda Ammendola, impiccata in un carcere: la famiglia non crede al suicidio e vuole la verità al più presto.

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Gilda Ammendola – Ultimaparola.com

Aveva solo 32 anni ed era mamma di una bambina di appena otto, Gilda Ammendola, la giovane di Portici in provincia di Napoli, al centro di un inquietante giallo, che ricorda altre brutte pagine di cronaca nera, aventi come sfondo le carceri. La donna, infatti, ha perso la vita nel penitenziario di Fleyry-Mèrogis, a Parigi.

Stando a quanto si apprende, si sarebbe uccisa impiccandosi in cella, ma i suoi familiari non credono a questa versione dei fatti. Sottolineano infatti che appena qualche ora prima la detenuta avrebbe richiesto loro di spedire abiti ed effetti personali. L’avvocato Domenico Scarpone ha fatto ora aprire un’inchiesta sull’accaduto alla Procura di Roma.

Cosa è successo davvero a Gilda Ammendola?

La donna era incensurata ed è stata arrestata il 21 gennaio: si era rivolta ai familiari attraverso un funzionario del carcere, allo scopo di farsi inviare le sue cose. Ma la famiglia qualche ora dopo ha ricevuto la più tragica delle notizie: Gilda Ammendola era stata rinvenuta senza vita nella sua cella, impiccata. La prima autopsia, effettuata in Francia, lo aveva confermato.

Ma a quell’esame autoptico non aveva partecipato alcun consulente tecnico della famiglia, quindi è arrivato il nulla osta per il rimpatrio della salma e per i funerali. Il legale della famiglia della ragazza sottolinea che ci sono molti elementi da chiarire e che non conoscono nemmeno il motivo dell’arresto della giovane mamma. Inoltre, non riescono a credere che la figlia si sia uccisa così, a poche ore dall’inizio della detenzione.

Da qui la richiesta di verità che finora ha portato all’esposto della famiglia, che ha ottenuto una nuova autopsia sulla salma. Questa, dopo il rimpatrio, è stata trasferita all’Istituto di Medicina Legale di Napoli. Qui si trova attualmente, in attesa della nuova autopsia. L’esame era previsto per la giornata di martedì 7 marzo, ma ci sono stati problemi tecnici.

Per tale ragione, è stata quindi spostata a martedì prossimo, 14 marzo, ma chiaramente i risultati emergeranno soltanto in un momento successivo. Resta il giallo dunque per questa giovane mamma, morta in circostanze drammatiche, in seguito a un arresto del quale di fatto i suoi cari non sapevano nulla. La vicenda, per molti versi, ricorda il caso di Stefano Cucchi, morto durante la sua detenzione a Roma.

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