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Femminicidio dopo il ristorante: cosa fare (non la recensione)

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Le accuse rivolte a Brado, ristorante del Tuscolano, a Roma, riprese da diversi quotidiani, portano su Scatti di Gusto un tema insolito e spinoso, il femminicidio. 

Martina Scialdone, avvocata di 34 anni, è stata uccisa venerdì sera dal suo ex, Costantino Bonaiuti di 60 anni, all’esterno di Brado, noto ristorante dal 2018 nel quartiere Appio-Tuscolano. 

I due si erano dati appuntamento a cena, lui non accettava la fine della relazione. Il femminicidio è avvenuto a pochi metri dal ristorante, in strada, dopo la lite. 

Durante la cena i due hanno cominciato a litigare. Le urla avrebbero finito per richiamare l’attenzione delle altre persone presenti, tanto che il titolare li avrebbe invitati a lasciare il locale. 

Una volta fuori dal ristorante Bonaiuti ha commesso il femminicidio sparando un colpo di pistola. 

I punti oscuri del femminicidio nel ristorante romano

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Il ristorante Brado di Roma

Ma sono ancora molti i punti oscuri di una tragedia che ha sconvolto tutti, anche per la dinamica che l’ha preceduta nel ristorante, con il sospetto che si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare il femminicidio. E le pesanti polemiche seguite sui social. 

Christian Catania, che gestisce Brado insieme al fratello, nega di aver cacciato la coppia dal locale, anzi racconta di essere stato lui a chiamare per primo la polizia, chiedendo aiuto quando ancora la lite era in corso.

Secondo le ricostruzioni del personale e dei clienti presenti nel ristorante, un’ottantina circa, l’autore del femminicidio avrebbe sbattuto i pugni sulla porta del bagno dove la 34enne si era rifugiata coprendola di insulti. Nonostante fossero presenti altre persone. Nessuna delle quali si sarebbe accorta del fatto che Bonaiuti nascondeva una pistola sotto la giacca. 

La dinamica dei fatti

“Lui era agitato – hanno detto i ristoratori a Repubblica, quando se n’è andato abbiamo chiesto a Martina se volesse rimanere per stare al sicuro. Lei era tranquilla e ha detto ‘tutto a posto’. Noi avevamo già chiamato le forze dell’ordine”.

Ma se fosse andata così in pochi minuti sarebbe intervenuta una pattuglia, cosa che non è accaduta.

Una seconda chiamata è stata sicuramente fatta dopo il femminicidio avvenuto fuori dal ristorante, insieme con altre provenienti dai testimoni della scena. 

Spetta ora agli inquirenti ricostruire le fasi della lite nel locale, compreso l’allontanamento della coppia perché disturbava gli altri avventori, con l’analisi delle telecamere del ristorante, interne e esterne. 

Saranno verificati gli orari delle chiamate al 112, se c’è effettivamente stata una prima segnalazione e se è seguito l’invio di una pattuglia per la verifica dei fatti. 

Le indagini coinvolgeranno anche i clienti che avrebbero aiutato i camerieri a calmare gli animi, oltre a una dottoressa intervenuta per soccorrere la giovane avvocata sul marciapiede. 

Cosa rischiano i titolari del ristorante 

Per ora i titolari del ristorante Brado non rischiano provvedimenti di natura penale a causa del femminicidio, ma non sono esclusi quelli amministrativi. 

Il quadro è complesso, tuttavia, fanno notare gli inquirenti, il comportamento di Martina Scialdone all’interno del ristorante, confermato da più parti, rende evidente che temesse per la sua incolumità. 

Forse sapeva che l’ex partner era armato ma potrebbe non averlo detto per evitare rischi agli altri clienti del locale.

La prima cosa da fare per chi gestisce un ristorante quando si teme per l’incolumità di un cliente, hanno aggiunto gli inquirenti, è allertare subito le autorità. Possono bastare una chiamata al 112 e l’intervento nel ristorante di una pattuglia per evitare un femminicidio. 

Femminicidio: la difesa dei titolari del ristorante

Ristorante Brado a Roma, fuori dal locale è avvenuto il femminicidio
Tavoli e bancone del ristorante Brado di Roma

In un post sulla pagina Facebook di Brado, titolari e dipendenti hanno respinto le accuse rivolte al ristorante di aver cacciato Martina Scialdone mentre era in difficoltà per le intenzioni dell’ex, autore del femminicidio. 

Hanno annunciato due giorni di chiusura per esprimere la massima vicinanza ai familiari della vittima. Ringraziando poi i clienti che “hanno collaborato a calmare la situazione e appurato che abbiamo fatto tutto il possibile per allertare le autorità sin dal primo momento”.

Il post prende le distanze dalle informazioni sul femminicidio “false e diffamatorie che stanno girando sul web, frutto di una ricostruzione dei fatti rilasciata da chi non era neanche presente nel ristorante durante l’accaduto”. 

Un testimone aveva raccontato al Tg3 il comportamento del proprietario che, quando la donna è entrata in bagno “le ha detto di andare fuori per non disturbare i clienti”.

“Martina non è mai stata cacciata via dal bagno – ha risposto il titolare di Brado, “è uscita da sola e tutti eravamo convinti che Bonaiuti si fosse dileguato, perché ormai aveva abbandonato il ristorante”. Invece, poco dopo, l’uomo ha sparato. 

La recensione raccapricciante 

Addirittura allucinante le recensione apparsa a qualche ora dal femminicidio nella pagina del ristorante Brado su TripAdvisor. Impossibile non restare allibiti per la totale mancanza di comprensione dei fatti. 

Una donna teme per la sua incolumità sapendo di essere in pericolo di vita e intorno a lei qualcuno si lamenta con i titolari per i rumori molesti. E, non contenta, scriva addirittura la recensione su Tripadvisor (ora rimossa). 

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