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Casalino dice che non si candida perché è vittima del pregiudizio come ex concorrente del “Grande Fratello”

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Se l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi non sarà candidata del Movimento Cinque Stelle per la regola dei due mandati, il portavoce di Giuseppe Conte Rocco Casalino ha scelto invece di non correre. E al Corriere spiega il perché della sua rinuncia.

«È giusto così: ho capito che la mia presenza in lista avrebbe scatenato polemiche e l’ultima cosa che voglio è arrecare un danno al Movimento o a Conte, a cui mi lega un rapporto di stima e affetto», dice. «Chiariamolo subito: io non avrei mai chiesto di essere messo in liste bloccate o di avere un collegio sicuro. Volevo poter partecipare alle parlamentarie come tutti, volevo giocarmela. E comunque, conoscendo Conte, lui non mi avrebbe mai blindato con una candidatura sicura, mai».

In realtà, a Roma si dice che lei abbia anche richiesto i certificati legali necessari per correre. «Sì, è vero. Confesso che sono stato combattuto fino alla fine, non ci ho dormito per quattro notti», racconta. «Perché da un lato c’è la mia militanza decennale nel Movimento e la mia voglia di impegnarmi in questo nuovo percorso di Conte e dall’altra la consapevolezza di quanto il mio nome continui a essere ancora, dopo tanti anni, così divisivo».

La verità è che Casalino ha molti nemici nel Movimento. A luglio non gli è stato rinnovato neanche il contratto alla Camera. Lui lo ammette: «Gli ultimi due anni sono stati durissimi dal punto di vista professionale. E questo a causa di una visione del tutto miope da parte dell’ex capogruppo del M5S alla Camera (Davide Crippa, ndr). Ha tarpato le ali all’intera comunicazione, ci ha impedito di volare alto ridimensionando le nostre potenzialità e relegandoci in un angolo. Zero spazio alla creatività e all’estro, che invece sono sempre stati il mio punto di forza e che hanno sempre prodotto grandi risultati».

Casalino nega di aver avuto un potere che i parlamentari le hanno sempre contestato: «Non era così. Non prendevamo decisioni politiche, ma vivevamo in perfetta simbiosi coi parlamentari e remavamo tutti nella stessa direzione. Eravamo vera comunità politica. E la comunicazione del M5S era ritenuta da tutti una straordinarietà».

Il portavoce di Conte si definisce «un tecnico». «Io sono un esperto della comunicazione», dice. «Espongo le conseguenze comunicative di scelte politiche. Ci sono dei consulenti economici, legislativi e della comunicazione. Se vuoi indebolire uno molto bravo inizi a far girare la voce che è una eminenza grigia».

Gira voce, in realtà, che sulle sua scelta abbia pesato anche una distanza da Conte. Lui nega: «Nessuna distanza, anzi. Le dico solo che si è comportato come un fratello con me. Ci siamo sentiti fino all’ultimo e mi ha sempre detto di decidere liberamente, ma io purtroppo ho sempre un senso di colpa che le mie azioni possano danneggiare l’immagine di Conte».

Perché, prosegue, «io sconto solo una cosa del mio passato: venire da un certo mondo della tv». Il riferimento è al “Grande Fratello”. «Anche nel 2013 fui costretto a fare un passo indietro e a rinunciare alla mia candidatura al consiglio regionale in Lombardia. Lo feci anche quella volta per amore del Movimento ma le polemiche che ci furono, perché un ex concorrente del “Grande Fratello” osava scendere in politica, mi ferirono molto. E mi feriscono ancora oggi, dopo dieci anni di militanza integerrima continuo ad essere vittima di uno stupido pregiudizio».

Ma se avesse corso nelle parlamentarie, avrebbe avuto un buon risultato, dice: «Avrei avuto buone possibilità di arrivare in alto nel mio collegio, in Puglia. Ma ripeto, nonostante siano passati 22 anni dalla mia partecipazione al “Grande Fratello” il mio nome continua a essere ancora ghiotto per chi vuole infangare non tanto me, ma il Movimento con quello che è il “metodo Boffo”. Già immagino i titoloni che avrebbero fatto: “Ecco Casalino, dalla casa del GF al Parlamento”…».

E ora cosa farà? «Ora c’è una campagna elettorale a cui dedicarsi giorno e notte e delle elezioni da vincere». E alla prossima tornata «lo dico con cinque anni di anticipo: al prossimo giro ci sarò! Mi auguro che dopo 15 anni di militanza e lealtà al mio partito e a distanza di 30 anni dal Gf, nessuno possa più recriminarmi nulla».

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