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Caro energia: il pomodoro Mutti chiede ristori per evitare aumenti a tutti noi

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Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda di famiglia con sede nella Food Valley di Parma, lancia l’allarme caro energia. E lo fa non soltanto per le aziende di trasformazione del pomodoro, ma per tutte quelle stagionali. La raccolta e la trasformazione del pomodoro avviene tra il 20 luglio e il 20 settembre e le aziende del settore rischiano di essere travolte dagli aumenti del gas. Non c’è possibilità di spostare la produzione aspettando un momento più favorevole per confezionare pomodori pelati e passate. Per questo bisogna rassegnarsi a pagare l’energia necessaria al costo del mercato in questo momento.

L’effetto del caro energia si fa sentire come abbiamo visto con la mega bolletta arrivata a La Fiammante. Altra azienda di trasformazione del pomodoro, ma al sud, a Buccino in provincia di Salerno. Un effetto domino che impensierisce l’azienda di Parma che prevede 550 milioni di ricavi quest’anno. Un’azienda chiave nel settore del pomodoro, ma le dimensioni non mettono al riparo nessuna azienda. Grandi o piccole il problema resta lo stesso. Il caro energia è diventata la nuova pandemia per l’economia agroalimentare. E per le attività di ristorazione come testimonia la chiusura dell’Antica Pasticceria Sieni a Firenze.

Quanto costa ai consumatori il caro energia

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Non si salva nessuno, è il ragionamento di Francesco Mutti, e gli aumenti arriveranno ai consumatori. Il caro energia incide per il 20% sui costi di trasformazione. Prima della corsa al rialzo del gas, la bolletta pesava per il 2% del totale. Nel 2021 la spesa energetica era salita e incideva per il 5%. Con il caro bollette di questi mesi l’incidenza è a doppia cifra e anche se non fosse riversato per intero dai prodotti ai consumatori si andrebbe poco lontano dal 20%. Con l’aggravante che gli aumenti sono concentrati in un periodo breve e condizionano l’intera campagna di trasformazione. Salvo poi determinare con precisione i prezzi in autunno a campagna conclusa. E con la possibilità di ulteriori rincari per il trasporto e spese correlate alla commercializzazione.

Il caro energia mette in pericolo l’intera filiera del pomodoro eun settore che l’anno scorso ha superato la Cina. Ed è seconda al mondo dopo la California. Il comparto vale 4 miliardi di euro di fatturato e dà lavoro a 50 mila addetti, con un’ampia percentuale al Sud.

La soluzione, chiede Mutti, è che lo Stato italiano supporti le aziende di trasformazione e quelle stagionali con ristori. Necessari per guadare il momento di caro energia che tutti sperano si attenuerà.

“Andiamo avanti lo stesso, con la consapevolezza che gli effetti saranno disastrosi. Le imprese dovranno farsi carico di extra costi che inevitabilmente si allungheranno a tutta la filiera”, spiega Mutti al Corriere.

Ma per Mutti il caro energia può essere affrontato solo con una soluzione di emergenza e temporanea. Indispensabile per consentire alle imprese di affrontare i prossimi mesi ed evitare gli effetti della nuova pandemia dovuta al caro energia. E salvare le aziende dalle chiusure perché non reggono gli aumenti in bolletta di gas ed energia elettrica.

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