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Carenza di personale: come rendere più attrattivo il lavoro in hotel e ristoranti

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Il turismo riparte, ma ha bisogno di nuove figure e soprattutto di giovani che abbiano voglia di studiare prima per formarsi e poi inserirsi nel mercato del lavoro

Perchè il problema della carenza del personale è reale e rimane una preoccupazione per il comparto di bar, ristoranti e alberghi, che si va ad aggiungere a quella del caro bollette.

La soluzione, quindi, non può che essere quella di renderlo più attrattivo a partire dalla scuola, dalle storie di chi ci lavora, dalla cultura del lavoro e dalle opportunità di ricoprire anche nuovi ruoli che stanno diventando fondamentali anche nel tursimo: dai social media manager, revenue/pricing manager, travel organizer ai travel designer, promotori del turismo sostenibile e destination manager.

Ma la domanda che si fa oggi la politica è: non sarà da imputare al reddito di cittadinanza la difficoltà nel reclutare il personale?

Carenza di personale, come rendere più attrattivi accoglienza e ristorazione?

Il personale non è sufficiente a coprire le richieste 

«Il settore è alla ricerca di nuove figure professionali per agenzie di viaggio e aziende ricettive. Il personale presente sul mercato non è infatti sufficiente a coprire la richiesta, e quello presente non è sempre abbastanza qualificato – ha dichiarato all’Avvenire spiega Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi – Tra le competenze più richieste ci sono per esempio le lingue straniere, come cinese, russo e arabo, in pratica quelle dei mercati in espansione da dove arrivano più turisti. C’è sempre una maggiore attenzione per coloro che si occupano di Food and Beverage, impiegati nell’accoglienza dell’area ristorante, e quindi di assicurare alla clientela prodotti di qualità, della conservazione dei cibi, del rispetto delle norme igienico-sanitarie e anche del servizio ai tavoli, prestando molta attenzione in questi casi ai clienti che dichiarano di avere allergie e intolleranze alimentari. Per questo i corsi di formazione e aggiornamento sono un ottimo investimenti per le aziende, sia per avviare un processo innovativo che per orientare il personale verso corsi specifici di grande utilità e interesse».

Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi

Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi

Il mondo del lavoro turistico ha bisogno di essere riqualificato 

«Proprio perché vive una continua evoluzione – ha proseguito la presidente di Confindustria Alberghi, parlando con Avvenire – Le nuove competenze riguardano soprattutto il mondo del web. In questo campo le figure più richieste sono: social media manager, che elabora piani di comunicazione per i social network, e revenue/pricing manager, che modifica le tariffe (booking on-line) per far in modo che la struttura sia sempre piena; ci sono poi coloro che si occupano di raccontare in formato digitale i luoghi da visitare».

DolceVita

Alcune delle nuove figure professionali

«Tra le nuove figure anche – ha aggiunto Colaiacovo, parlando con Avvenire – travel organizer che costruisce il viaggio, la sua area di competenza va dalla progettazione alla comunicazione; travel designer che propone un’offerta turistica su misura del cliente; promotore del turismo sostenibile (guida ambientale, operatori di ecoturismo che lavorano soprattutto a contatto con b&b, agriturismi o strutture green); destination manager che promuove un territorio spesso posto al di fuori dei grandi circuiti turistici per valorizzarne ricchezze e risorse. Infine molto richieste sono anche alcune lauree (economica, urbanistica e umanistica), che danno una preparazione ampia e competente per fornire alla clientela un’offerta turistica adeguata, effettuando un’analisi dettagliata del territorio di interesse».

Tra le nuove figure per il Turismo c'è quella del travel organizer

Tra le nuove figure per il Turismo c’è quella del travel organizer

Un comparto da rendere più attrattivo per i giovani

Per crescere il turismo ha bisogno di competenze giovani. Bisogna renderlo più attrattivo a partire dalla scuola e dalle storie di chi ci lavora. Partiamo dai dati per conoscere e migliorare il percorso scuola-lavoro in questo settore. Questo l’obiettivo dell’incontro “Turismo: giovani, formazione, lavoro” organizzato a Venezia da Manageritalia e Ciset – Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica. Questo primo appuntamento del progetto quadriennale Giovani, Imprese, Lavoro: il Veneto verso Milano-Cortina 2026 lanciato nel 2021 è stato un utile momento di confronto sul tema dei giovani, della loro formazione e dell’inserimento lavorativo nel settore turistico, supportato da una serie di analisi quantitative e qualitative svolte dagli organizzatori del convegno. 

Un momento dell'incontro “Turismo: giovani, formazione, lavoro” organizzato a Venezia da Manageritalia e Ciset - Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica

Un momento dell’incontro “Turismo: giovani, formazione, lavoro” organizzato a Venezia da Manageritalia e Ciset – Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica

Tra gli assunti, i 15-29enni pesano il 40,8% del turismo

Ecco quanto emerge dalle indagini, che hanno preso in esame la situazione occupazionale dei giovani veneti diplomati in istituti professionali e tecnici a indirizzo turistico. In Veneto l’occupazione nel turismo nel primo semestre 2022 cresce del 2,2%, anche se meno di quella totale (+8,4%). È soprattutto di tipo stagionale: copre quasi la metà (45,5%) del totale delle assunzioni stagionali in Veneto, con una prevalenza di professioni qualificate (58%). Inoltre, i contratti a tempo determinato sono l’84,4%, rispetto al 75,6% dell’intera economia. Tra gli assunti, i 15-29enni pesano il 36,5% nell’intera economia e il 40,8% del turismo.  

Il punto sulla formazione negli istituti turistici

Per quanto riguarda la scuola, le iscrizioni agli istituti superiori sono sostanzialmente stabili (-2,9% nell’ultimo decennio), ma calano nell’ambito professionale, in particolare per quello turistico: – 34,7% nel decennio e -50,4% nel professionale enogastronomico e ospitalità alberghiera. Dai dati elaborati da Fondazione Agnelli e Crisp per Manageritalia Veneto emerge che, per quanto riguarda gli istituti superiori del turismo, dai professionali escono profili più definiti rispetto ai lavori richiesti e si registra una limitata tendenza a proseguire gli studi; ci sono più giovani occupati e meno in attesa della prima occupazione. 

Migliorare la sinergia tra la formazione e le necessità in termini di competenze

Sul tema è intervenuto anche Lucio Fochesato, presidente Manageritalia Veneto: «Abbiamo lanciato questo progetto quadriennale un anno fa insieme a Ciset, coinvolgendo tutti gli stakeholder del turismo veneto, per la ripresa del settore e farci trovare preparati per l’appuntamento di Milano-Cortina 2026. Anche le sempre maggiori difficoltà d’incontro tra domanda e offerta di lavoro ci dicono che dobbiamo migliorare la sinergia tra la formazione dei giovani e le necessità del turismo in termini di competenze. Come manager, insieme alla collettività, vogliamo rendere più sinergico il filo conduttore scuola-lavoro e migliorare l’attrattività del turismo che, per l’Italia e il Veneto, è sicuramente uno dei settori su cui puntare in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi. L’analisi dei dati e la gestione manageriale di ogni aspetto di questo settore sono i cardini da cui partire». 

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Investire sui giovani significa costruire il capitale umano futuro 

A cui si è aggiunto Michele Tamma, presidente Ciset e Docente di Economia d’impresa all’Università Ca’ Foscari Venezia: «Per il turismo, investire nei giovani significa costruire il capitale umano futuro, indispensabile per la sua sostenibilità. È altrettanto chiaro che occorre una risposta sistemica, alla quale nessuno può sottrarsi, necessaria a rendere più incisivi e robusti i processi di orientamento, formazione, accompagnamento all’ingresso nel mondo del lavoro e ai primi anni di carriera. Due aspetti, fra gli altri, su cui intervenire e con urgenza: la produzione e la circolazione di informazioni e conoscenze su questi temi più profonde, accessibili e utilizzabili da parte dei giovani e le loro famiglie, delle imprese, degli istituti e degli operatori della formazione, delle Pubbliche Amministrazioni; la predisposizione di progetti e strumenti che incoraggino e facilitino il dialogo e la cooperazione fra i diversi attori del sistema, ciascuno detentore di competenze, esperienze, informazioni, necessità diverse e da integrare». 

Le nuove generazioni Millennials e GenZ 

Esprimono una visione nuova del lavoro, che deve sempre più essere un’occasione di crescita personale e professionale: ecco quindi che i giovani cercano occupazioni che consentano possibilità di carriera, di ricoprire ruoli di responsabilità, di esprimersi in autonomia, e che garantiscano stabilità. Vi è inoltre un’attenzione crescente ai valori di cui le aziende devo essere portatrici (inclusione e sostenibilità) e al work-life balance. A fronte di un dibattito che contrapponeva «giovani scansafatiche» e «imprese schiaviste» le assunzioni stagionali nel settore turistico del litorale veneziano nel corso della stagione 2022 hanno raggiunto i livelli pre-pandemici delle stagioni più performanti. Ciononostante, è indubbia la maggiore difficoltà di reperimento di candidati. La motivazione è in gran parte dovuta al fatto che il lavoro stagionale difficilmente offre la stabilità ricercata dai giovani lavoratori: per loro, quindi, le esperienze occupazionali nel settore turistico rimangono ancillari rispetto ad altri progetti di vita.

cameriera generazionez

Contrastare le perdite del personale qualificato

È necessario un percorso da intraprendere per superare questo momento contingente negativo dovuto al rincaro dei costi dell’energia, ma anche per favorire nuovi scenari e opportunità future per un comparto che sta soffrendo la perdita di personale e soprattutto di quello maggiormente qualificato. A lasciare o ad evitare una carriera lavorativa nel mondo della ristorazione, in base ai dati Fipe, sono soprattutto i giovani e in particolare gli under 40 (-28,1% nel biennio 2020-2021) e gli over 30 (-26,4%). Per la sopravvivenza del del comparto, Fipe e Confcommercio evidenziano la necessità di una rinnovata responsabilità sociale nei confronti di collaboratori e dipendenti». 

La pandemia ha avuto un ruolo centrale 

Sul tema riportiamo anche l’opinione di Sal De Riso, presidente di Ampi, Accademia maestri pasticceri italiani: «In passato qualcuno ha passato il limite, con orari esagerati. Ora la gente si è stufata e con la pandemia ha cercato altro da fare. Qualcuno mi chiede, finita la stagione, di fermarsi perché preferisce prendere la disoccupazione. Altri addirittura hanno scelto di rimanere proprio a casa, prendendo il reddito di cittadinanza. Ci sono, solo restando in Costiera, moltissimi posti in cui poter fare la stagione. Tra 1.200/1.300 euro e il reddito, scelgono il secondo. Poi magari vanno a fare qualche lavoretto extra in nero». 

Sal de Riso

Sal de Riso

Tutta colpa del reddito di cittadinanza? 

Per molti imprenditori che operano nel settore dell’accoglienza l’unico motivo per cui da un anno a questa parte stanno facendo sempre più fatica a trovare lavoratori, e in particolare stagionali, è l’aver introdotto il reddito di cittadinanza. Il mondo del lavoro come lo si concepiva prima dell’emergenza pande- mica ormai non esiste più. Durante il lockdown in molti, specialmente i giovani, ma non solo, hanno deciso di lasciare la ristorazione e l’accoglienza per diversi motivi. Anzitutto per un lavoro più stabile, dove poter lavorare con continuità, ma non solo. Si sa che si lavora più del dovuto e molti lamentano anche il fatto che i contratti di lavoro non vengono rispettati. Nella Milazzo, segretaria generale della Filcams Cgil della Sardegna, ha spiegato che non c’entra nulla la polemica legata al reddito di cittadinanza: «I giovani non hanno nemmeno i requisiti per riceverlo. Sono proposte di impiego o contratti inaccettabili che tengono alla larga i lavoratori che preferiscono quindi altre occupazioni. Stipendi da 1.400 euro mensili, quattordicesima e Tfr compresi, a fronte di 12 ore di lavoro al giorno senza straordinari, ferie e permessi o, peggio ancora, contratti part time da 25 ore settimanali che in realtà diventano poi full time, ma con la stessa retribuzione; per forza poi il lavoratore fugge». 

Nella Milazzo

Nella Milazzo

Rilanceremo il turismo con i voucher. Basta al reddito di cittadinanza

Cosa farà il nuovo Governo per ristoranti, hotel e filiera agroalimentare? Il sottosegretario Gian Marco Centinaio sottolinea la necessità di reintrodurre i voucher e dare una svolta alla formazione professionale. Per comunicare e per riuscire a dare delle prospettive e un po’ di certezze al settore, uno dei problemi immediati oggi è che manca il personale: cosa si può fare?

«Sicuramente, come prima cosa, la revisione del reddito di cittadinanza. E qua lo dico consapevole di ciò che sto dichiarando. Perché ci sono due settori che conosco, quelli dell’agricoltura e del turismo, che lo stanno pagando pesantissimo. E poi penso anche alla necessità di reintrodurre i voucher in questo settore perché, attraverso questi, si riesce ad avere lavoro occasionale. Nel momento in cui tu ne hai bisogno puoi avere una persona in fretta e in regola, cosa che oggi non si riesce invece ad avere. Purtroppo ciò che manca in questo momento sono le persone disponibili ad andare a lavorare».

Una svolta sulla formazione dal prossimo Governo

C’è, però, anche la necessità di dare una svolta netta alla formazione professionale, a partire dal mondo degli istituti alberghieri. Quali sono gli interventi necessari? «È ciò che stava facendo il ministro Patrizio Bianchi (ministro dell’Istruzione nel governo Draghi a partire dal 13 febbraio 2021, ndr), dobbiamo ripartire da lì. Insieme al ministero dell’Istruzione stavamo lavorando a una revisione e stavamo creando dei gruppi di lavoro, costituiti da tecnici del settore del turismo, della ristorazione, dell’accoglienza e dell’agricoltura, perché il Ministro voleva capire dal mondo del lavoro cosa si potesse fare per modificare e migliorare i piani di studio. Dalla scuola escono giovani che non sono ancora pronti ad affrontare il mondo del lavoro. Riuscendo a creare piani di studio maggiormente strutturati dovremmo permettere alle persone, non dico dal giorno dopo, ma dopo poche settimane, di essere operative. E questo era il lavoro che aveva iniziato il ministro Bianchi e che mi piacerebbe fosse portato avanti dal prossimo ministro dell’Istruzione» – conclude Centinaio. 

Gian Marco Centinaio

Gian Marco Centinaio

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