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Xi Jinping punta alla riunificazione di Taiwan con la Cina: “Non prometteremo mai di rinunciare all'uso della forza” – Il Riformista

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L’apertura del XX Congresso del Partito Comunista Cinese

Antonio Lamorte — 16 Ottobre 2022

Xi Jinping punta alla riunificazione di Taiwan con la Cina: “Non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza”

Ha difeso la strategia “Zero Covid” contro la pandemia, ha ribadito le posizioni su Hong Kong e Taiwan, ha esaltato la lotta alla corruzione, ha garantito la crescita economica che ha raddoppiato il Pil in un decennio, ha ribadito l’importanza dell’unità per “costruire un Paese socialista e moderno in tutti gli aspetti e far avanzare il ringiovanimento nazionale su tutti i fronti”. È durato poco più di un’ora e quaranta minuti il discorso con cui il Presidente cinese Xi Jinping ha aperto oggi il XX Congresso Nazionale del Partito Comunista. “Manteniamo la ferma fiducia, restiamo uniti come una sola persona e andiamo avanti con determinazione”.

A cinque anni dall’ultimo Congresso il Presidente sarà confermato per un inedito terzo mandato: diventerà a 69 anni il leader più longevo dai tempi di Mao Zedong. Al Congresso parteciperanno 2.300 delegati da tutta la Cina e saranno scelti i dirigenti e i vertici che guideranno il partito per il prossimo quinquennio. Xi Jinping ha definito come “cruciali” i prossimi cinque anni per la modernizzazione della Cina, che ha fissato al 2035 l’obiettivo di diventare un “grande Paese socialista moderno”, mentre nel 2012, all’inizio del suo primo mandato come segretario generale del Pcc, Xi aveva lanciato il concetto del “rinnovamento cinese”. Il Congresso si svolge nell’auditorium principale della Grande Sala del Popolo in Piazza Tienanmen. I lavori si protrarranno fino al 22 ottobre.

Il Congresso giunge in “un momento critico” per la Cina, ha detto ieri il portavoce, Sun Yeli, segnato dalle incertezze sul piano internazionale, a cominciare dalla guerra in Ucraina, dalle tensioni sulla questione di Taiwan e dai rapporti complessi della Cina con gli Stati Uniti, a cui si aggiungono le difficoltà economiche sul piano interno e la lotta alla pandemia di Covid-19. Xi Jinping ha comunque definito il suo Paese come pronto alle “grandi sfide” da affrontare in futuro: “Dobbiamo il successo del nostro partito e del socialismo con caratteristiche cinesi al fatto che il marxismo funziona, in particolare quando è adattato al contesto cinese e ai bisogni dei tempi”. Il suo discorso è stato preceduto dall’inno nazionale cinese, La marcia dei volontari.

Il Pil cinese è salito da 54.000 miliardi di yuan a 114.000 miliardi (circa 16.000 miliardi di dollari), pesando per il 18,5% dell’economia mondiale (+7,2%). Il presidente Xi Jinping ha detto che la Cina deve puntare allo sviluppo “di altà qualità”, tra “hi-tech di alto livello e meccanismo di innovazione” tecnologica. “Dobbiamo essere consapevoli dei potenziali pericoli e preparati per gli scenari peggiori. Dobbiamo sfruttare il nostro indomabile spirito combattivo per la nostra causa”, avendo presente che il Pcc “ha portato la Cina dal rialzarsi ed essere prospera a diventare forte”.

Altro punto di cruciale importanza nel discorso: la lotta alla corruzione, che ha ha eliminato “gravi pericoli latenti” all’interno del Partito Comunista e dell’esercito, ottenendo “una vittoria schiacciante che è stata ampiamente consolidata” ha detto il presidente, aggiungendo che la campagna da lui promossa contro “tigri e mosche” e “volpi”, ha permesso di eliminare “i gravi pericoli latenti all’interno del partito, lo Stato e l’esercito”. Secondo i critici, tuttavia, l’iniziativa è stata usata per frenare ed eliminare oppositori e il dissenso all’interno del partito. Fari puntati da tutto il mondo sulle dichiarazioni sulla politica estera, viste le tensioni degli ultimi mesi. Su Hong Kong: “È passata dal caos alla stabilità”, “nelle mani dei patrioti”, “abbiamo rafforzato e attuato il modello ‘un Paese, due sistemi’”, “abbiamo aiutato Hong Kong a entrare in una nuova fase”.

Xi Jinping ha quindi avvertito che la “riunificazione” di Taiwan alla Cina si farà, aggiungendo che la Cina promette di “risolvere la questione” e di continuare a impegnarsi per la “riunificazione pacifica”, ma che non intende rinunciare all’uso della forza e si riserva di utilizzare “tutti i mezzi” per la riunificazione. “La questione di Taiwan deve essere risolta dai cinesi. Continueremo a impegnarci per la riunificazione pacifica, ma non prometteremo mai di rinunciare alla forza e ci riserviamo di usare tutti i mezzi” per la riunificazione.

Nessun passo indietro inoltre sulla strategia “Zero Covid” nella lotta alla pandemia: “Abbiamo messo al primo posto le persone e le loro vite, lanciando una ‘guerra del popolo’ contro il virus”. Dopo aver cancellato con una riforma nel 2018 il limite di due mandati per la presidenza, non è chiaro se nel Politburo, l’organo esecutivo tramite il quale il partito governa il Paese, sarà inserito un funzionario-erede destinato alla successione alla carica di segretario generale magari dal prossimo Congresso. “Dobbiamo essere consapevoli dei potenziali pericoli e preparati per gli scenari peggiori. Dobbiamo sfruttare il nostro indomabile spirito combattivo per la nostra causa”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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