Il nome Shedir in ebraico significa firmamento e i quattro hotel del gruppo rappresentano quattro preziose stelle che brillano nel panorama della luxury hospitality. Quattro gioielli dell’italo-argentino Eduardo Safdie, imprenditore lungimirante e amante della grande bellezza. Tre sono gli hotel di Roma: Hotel Vilòn, Hotel Maalot e Umiltà 36, ultimo nato, aperto la scorsa estate. Mentre la quarta struttura è il Capri Tiberio Palace nell’omonima isola. “Ogni hotel è progettato da importanti studi italiani: Gianpiero Panepinto al Capri Tiberio Palace, Bonfini Design al Vilòn, RM Project al Maalot e CaberlonCaroppi Italian Touch Architects per Umiltà 36” spiega Claudio Ceccherelli, CEO di Shedir Collection. “Perché il nostro scopo è valorizzare la grande professionalità italiana e il nostro grande senso estetico. Ogni hotel è un’opera a sé, un concerto di emozioni particolarissime dove il direttore d’albergo si può paragonare a un direttore d’orchestra, un padrone di casa che accoglie gli ospiti con empatia, in sinergia con tutto lo staff della struttura”. Oltre all’ospitalità, il filo conduttore che unisce tutte le strutture e che si declina in sfumature diverse per ogni hotel, è il colore. All’Hotel Vilòn troviamo l’ottanio, i colori bruciati, le nuances pastello antico che riprendono il palazzo Borghese – in cui visse Paolina, la sorella di Napoleone Bonaparte – dove, in una casa annessa, ha sede l’hotel. Una dimora storica, un angolo di pace con solo 17 camere e suite, volutamente senza Spa e palestra, una scelta fatta per far sì che l’ospite trascorra più tempo godendosi la propria camera e gli altri servizi dell’hotel.
Hotel Vilòn
Da fuori solo una piccola targa segnala il Vilòn: si entra attraverso un portoncino, dietro cui si trova una porta a vetri con un tendaggio che sembra un palcoscenico (Vilòn in ebraico significa velo) e si apre la meraviglia. Non per niente gli interni sono stati curati dallo scenografo cinematografico Paolo Bonfini. Tanti i riferimenti al cinema: dai lampadari sospesi che ricordano il film Lanterne Rosse, al lungo bancone del bar che invita a gustarsi un cocktail nello stile della Dolce Vita di Vacanze Romane. Lo stupore è ciò che prova l’ospite che varca la soglia dell’hotel, dove viene accolto da un mix di stili, come nei Giochi dell’acqua di Peter Greenway, dove convivono alla perfezione Art Déco, gli anni ‘40, ’50 e ‘60, e accenni orientali.
Fiore all’occhiello è il ristorante Adelaide, chiamato così in onore della Principessa Adelaide Borghese, dove l’executive chef Gabriele Muro propone una cucina mediterranea in chiave gourmet, tra cui figurano anche alcuni piatti della tradizione romana. Si mangia nella raffinata sala da pranzo o nel patio esterno, tra il verde di grandi piante in vaso, un’oasi di pace nel centro di Roma.
Hotel Vilòn
Se il Vilòn è l’hotel intimo, inno alla privacy, il Maalot è invece l’hotel eclettico e dall’anima veloce, non per nulla situato in via delle Muratte, una delle strade più trafficate di Roma. L’altra particolarità dell’hotel è che si entra direttamente dal ristorante Don Pasquale, come l’opera di Gaetano Donizetti che qui visse per un certo periodo della sua vita. Rosso e turchese sono i colori legati all’allegria, che si ritrovano negli arredi, con sedute in stile coloniale, divanetti british mood, tavolini differenti, alcuni con piano in maioliche portoghesi, altri in vetro scuro, e un grande lampadario sovrastato da un tetto in vetro. A completare l’opera i divertenti quadri firmati dell’artista Stanley Gonczanski, che rappresentano personaggi storici famosi con dettagli buffi, come Napoleone Bonaparte a cavallo, ma di una giostra per bambini. Arte alle pareti che bissa anche nel piatto con le creazioni dell’executive chef Domenico Boschi, che abbina i sapori tipici romani con la contemporaneità. Le trenta camere e suite sono dislocate su quattro piani e anche qui si ritrovano eccentricità e colori accesi. Al piano seminterrato una grande palestra di 100 mq con attrezzi Technogym di ultimissima generazione.
Hotel Maalot
Dal 2002 alla Shedir Collection si è aggiunto Umiltà 36, nell’omonima via, in un palazzo che, per lungo tempo, è stato sede di uffici direzionali. Qui la hall occupa un grande spazio ed è caratterizzata da pareti di un elegante blu che anticipano l’ingresso a uno scenografico chiostro, completamente ricoperto da un soffitto in vetro che dà luce all’ambiente, il Dandy Café, dove si consumano la prima colazione, il pranzo, fino all’aperitivo serale. Un raffinato urban style, con dettagli orientali e con opere d’arte disseminate in ogni angolo trasforma l’ambiente in una galleria d’arte e ricrea l’atmosfera da salotto romano degli anni ‘50. L’offerta gastronomica è arricchita da El Porteño Gourmet, un viaggio nell’anima e nella cultura dell’Argentina, attraverso sale affascinanti e insolite e una cucina piena di sapori e profumi, dove basta chiudere gli occhi per sentirsi a Buenos Aires. Sono 47 le camere, suite e appartamenti elegantemente arredati e dotati di ogni comfort. Linee squadrate, tanto legno, marmo, carte da parati ed un uso sapiente di boiserie in legno massello come le testate dei letti enfatizzano l’altezza dei soffitti, sempre nello stile anni ‘50.
Hotel Umiltà 36
Ai tre gioielli romani di Shedir Collection si aggiungerà, nella primavera del 2023, Palazzo Roma, 30 camere in un maestoso palazzo tipico romano affacciato su via del Corso.
hotelvilon.com
hotelmaalot.com
umilta36.com
Cover: Hotel Vilòn
Isabella Radaelli
Giornalista gourmet, viaggiatrice e champagne addicted. Amo uscire a cena e scoprire nuovi locali, all’aeroporto mi sento già in vacanza e quando intraprendo un nuovo viaggio mi entusiasmo come se fosse il primo. Al ristorante o in qualunque altro luogo, non scelgo mai un posto a caso, perché seguo le regole del Feng Shui. Il mio motto è: “Andrò sicuramente all’inferno, ma che ci sia almeno un Relais & Châteaux”.