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“Ti rompo la mazza in testa”, il fratello del boss dei Casalesi 'Sandokan' Schiavone aggredisce agente in carcere – Il Riformista

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Ma il gip non convalida l’arresto

Fabio Calcagni — 12 Ottobre 2022

“Ti rompo la mazza in testa”, il fratello del boss dei Casalesi ‘Sandokan’ Schiavone aggredisce agente in carcere

Ha colpito l’agente di polizia penitenziaria al collo e all’orecchio con uno scopettone, urlandogli contro e minacciandolo: “Ti rompo la mazza in testa”. Autore del gesto, avvenuto lo scorso 6 ottobre nel carcere milanese di Opera, è Walter Schiavone, fratello del capoclan dei Casalesi Francesco ‘Sandokan’ Schiavone.

Una reazione dovuta al fatto che l’agente gli aveva consegnato solo una delle due confezioni di candeggina che aveva richiesto e comprato il “figlio d’arte” della camorra casalese.

Per questa aggressione il pm di turno della procura di Milano aveva chiesto per Schiavone, già detenuto in regime di 41bis per associazione mafiosa e omicidio, la convalida dell’arresto e la notifica di un’ordinanza di custodia in carcere per le accuse di resistenza e lesioni, vista la prognosi di 10 giorni per l’agente preso a ‘bastonate’.

Ma il giudice per le indagini preliminari, Alessandra Di Fazio, ha bocciato entrambe le richieste della procura. Il motivo è che il 61enne Walter Schiavone è già detenuto in regime di carcere duro “da anni, per essere stato condannato alla pena dell’ergastolo”, mentre “il fatto di cui oggi si tratta è di modesta entità”, scrive l’Ansa riportando la motivazione del gip.

Aggressione che inoltre è avvenuta “da dentro le sbarre, circostanza che di per sé escludeva che il gesto dello Schiavone potesse condurre a peggiori conseguenze”. Dunque la misura carceraria chiesta dal pm, scrive ancora il gip, “è del tutto tutto sproporzionata alla gravità dei fatti commessi” e “tutte le altre misure coercitive non sono praticabili, in ragione del regime detentivo in atto”, potendo inoltre la direzione carceraria “provvedere in via disciplinare“. Per questi motivi l’arresto non è stato convalidato e la richiesta della misura cautelare è stata rigettata.

Quanto alla seconda bottiglia di candeggina non fornita a Schiavone, questione che aveva provocato l’aggressione, l’agente aveva spiegato al detenuto che “la ditta fornitrice non aveva la completa disponibilità del prodotto”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

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