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Studentessa morta a Teheran, la denuncia delle ong: “Nasrin manganellata alla testa dalla polizia” – Il Riformista

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Le proteste esplose nella citta di Mariwan

Redazione — 7 Novembre 2022

Studentessa morta a Teheran, la denuncia delle ong: “Nasrin manganellata alla testa dalla polizia”

Nasrin Ghadri aveva 35 anni e studiava filosofia. Era una dottoranda e viveva a Teheran. Secondo le denunce di alcune ong sarebbe morta a causa delle ferite riportate durante una manifestazione nella capitale dell’Iran: sarebbe stata picchiata con un manganello dalle forze di sicurezza durante le proteste che ormai da mesi stanno attraversando il Paese. Le manifestazioni in Iran sono esplose dopo la morte, lo scorso 16 settembre, della 22enne Mahsa Amini mentre era in detenzione: era stata fermata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il suo velo.

Nasrin Ghadri era scesa in piazza venerdì. Era originaria anche lei del Kurdistan iraniano, di Mariwan, come Amini. La notizia è stata riferita da Hengaw, un’associazione per i diritti umani che fa base in Norvegia. “Donne, vita, libertà”, lo slogan intonato in piazza dal movimento di liberazione delle donne curde diventato un altro simbolo della protesta. E la 35enne era tra queste. Sarebbe stata colpita alla testa con un manganello.

Quando è arrivata in ospedale la sua situazione sarebbe risultata da subito disperata. La studentessa è entrata in coma ed è morta nella notte di sabato. I manifestanti hanno accusato le autorità all’agenzia Rudaw di aver seppellito il corpo molto velocemente, la causa del decesso non è stata comunicata ufficialmente e il padre – sotto la pressione del regime secondo il media di opposizione Iran International English – della ragazza ha spiegato che la figlia è morta per “malattia” o per “intossicazione”.

After suffering severe injuries from the Iranian security forces’ baton blows to her head in Tehran, Nasrin Qadri, a Kurdish student from Mariwan, died.#MahsaAmini#JinaAmini pic.twitter.com/g65UGDQKUu

— Hengaw Organization for Human Rights (@Hengaw_English) November 5, 2022

Le autorità avevano parlato di un tragico malore che aveva causato anche la morte di Amini, la famiglia (ristretta agli arresti domiciliari) aveva invece da subito parlato di violenze. La notizia era diventata virale nel giro di pochissimo tempo e manifestazioni di protesta contro la polizia religiosa e il regime islamico si sono diffuse in tutto il Paese e in tutto il mondo. La notizia ha causato nuove proteste a Mariwan. “Morte a Khamenei!”, uno dei cori intonati in piazza. Hengaw ha pubblicato sui social sia le foto degli agenti di polizia presso l’abitazione di Nasrin Ghadri che quelle delle proteste esplose nella sua città.

Sui social circolano le immagini degli agenti che reagiscono con brutalità. Sarebbero state ferite almeno 35 persone. L’Ong stima che le vittime dall’inizio delle proteste a settembre siano 304, tra cui 41 bambini, in 21 province del Paese. L’Ong Human Rights Iran ha indicato che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco il 4 novembre contro un raduno nella città di Jash dopo la morte di quasi 100 manifestanti il ​​30 settembre nella città di Zahedan.

Una enorme maggioranza dei deputati iraniani ha sollecitato ieri l’applicazione della Legge del Taglione contro i “mohareb”, “nemici di Dio” che “hanno incitato le rivolte, tra cui alcuni politici”.

The home of Nasrin Qadri’s parents in Mariwan has a significant security presence surrounding it.

The authorities want Nasrin’s body to be buried quietly and at night.#JinaAmini#KurdistanProtests #MahsaAmini https://t.co/JTwI9aXqvf pic.twitter.com/Pb3GbKgEtq

— Hengaw Organization for Human Rights (@Hengaw_English) November 5, 2022

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