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Spumante senza alcol: la tendenza dei drink analcolici è iniziata

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Uno spumante senza alcol proprio a Capodanno? 

Nelle stesse ore in cui l’Italia delle bollicine centra un obiettivo storico, il miliardo di bottiglie vendute nel 2022, “spumante senza alcol” s’impone come una delle chiavi più cercate su Google.

A significare che una piccola quota dello spumante stappato dagli italiani tra Natale e Capodanno, conteggiato in 341 milioni di bottiglie, sarà senza alcol. 

Il boom delle bevande analcoliche 

L’Italia, insieme alla Francia, è uno dei mercati europei a rapida crescita nel boom globale dei drink analcolici. 

La potente industria italiana delle bevande alcoliche non può ignorare la corsa delle startup che creano vini, spumanti, distillati, cocktail e birre senza alcol. 

Il primo spumante italiano senza alcol

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Il primo vino senza alcol italiano

Martin Foradori, vignaiolo noto agli appassionati, è il primo produttore italiano di un vino senza alcol, si chiama Steinbock Selection Dr. Fisher.

Il patron della Tenuta Hofstätter, rinomata cantina altoatesina specializzata in Pinot Nero e Gewurztraminer, ha prodotto 20 mila bottiglie dello spumante senza alcol partendo da uve Riesling. Vendute senza particolari problemi, anzi, più rapidamente di quanto previsto. 

Si compra da Esselunga a 10 €

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Spumante a gradazione zero Dr. Fisher

Lo spumante senza alcol di Foradori è entrato nell’assortimento di Esselunga. Prodotto dall’azienda tedesca Dr. Fisher, rilevata nel 2015 dallo stesso Foradori, si chiama “Dr. Virgola Zero, Alcol Free”. 

Si trova facilmente anche online, il prezzo medio è di 10 € a bottiglia, gli scettici potrebbero farsi convincere dalle recensioni onorevoli. 

Le bollicine dealcolate Dr. Fisher sono rivolte a chi non vuole rinunciare ai brindisi di Capodanno ma non gradisce o non può assumere alcol. 

Le bottiglie di vino e spumante analcolico occhieggiano ormai dagli scaffali di tutte le grandi catene di supermercati (Conad, Lidl, Aldi, Eurospin). Spinte dalle vendite, da subito incoraggianti, sono nate le prime “private label” di bevande analcoliche. 

Abbinamenti alcol free nei ristoranti stellati

René Redzepi, proprietario del Noma di Copenhagen è stato il pioniere, come spesso gli capita. Seguito poi da schiere di colleghi. 

Lo chef ha intodotto nel menu del suo ristorante gli abbinamenti alcol free, studiando percorsi liquidi ad hoc per i menu degustazione, rigorosamente analcolici. 

Rum, gin, amari italiani a gradazione zero

Amaro Venti
Amaro Venti, analcolico

Ma un numero crescente di aziende vinicole si stanno impegnando ad affiancare opzioni analcoliche alla produzione standard. 

Mentre giovani realtà italiane, come Atopia, la toscana Sabatini Gin, Conviv, attivissima startup milanese, Magi Spirits con l’Amaro Venti o MeMento, marchio del guru Eugenio Muraro, inventano nuove forme di rum, gin e amari a gradazione zero.

Senza alcol, eppure competitivi al sorso con i cugini alcolici.

Chi compra vini, spumanti e bevande senza alcol

Atopia cocktail low alcol Negroni Zero
Cocktail a gradazione zero

Le bevande non alcoliche interessano un gruppo trasversale di consumatori, non solo gli astemi. 

All’inizio si pensava che fossero interessati principalmente musulmani o donne incinte. Un tipo di acquirenti che esiste, ma non supera il 20 per cento.

Ad acquistare drink senza alcol sono persone che bevono ancora alcolici ma vogliono alternarli con prodotti dealcolizzati. Non manca tuttavia, soprattutto tra i componenti della generazione Z, chi si astiene del tutto da bere alcol. 

Una quota significativa è rappresentata proprio dalle nuove generazioni, sensibili al ridotto apporto calorico dei drink analcolici (spesso privi di zucchero). E anche costretti da provvedimenti stradali stringenti a limitare il consumo di alcol. 

E poi a bere solo Coca Cola ci si sente infantili.

Il mondo della mixology trova nelle bollicine senza grado alcolico un alleato prezioso per i cocktail analcolici, altra tendenza in fortissima espansione.

Come si produce uno spumante senza alcol

I metodi utilizzati per realizzare vini, spumanti e bevande senza alcol sono diversi. Il più diffuso prevede l’impiego di macchinari appositi, sempre più efficienti, per separare il liquido dall’alcol e rimuoverlo. 

In pratica, attraverso un processo fisico innescato dall’evaporazione dell’alcol, si estraggono gli aromi naturali del vino o del distillato. Aromi che vanno restituiti alla bevanda, ormai dealcolizzata. 

Così facendo non vengono modificati gli elementi del sapore legati a flavonoidi, resveratrolo e altre sostanze benefiche.

Chi volesse approfittare dei brindisi di Capodanno per sperimentare il suo primo spumante analcolico potrebbe faticare a capire le differenze persino con il più memorabile spumante del 2022.

È sempre consigliabile, anche nel caso di un rosso, brindare con il vino analcolico ben freddo.

La bassa temeperatura compenserà la carenza di alcol e la differenza con i “soliti” brindisi di Capodanno sarà una questione di sfumature.

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