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Reddito di cittadinanza, Renzi accusa di “linguaggio mafioso” Conte: “Venga senza scorta a parlarne in Sicilia” – Il Riformista

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Minacce al leader di Italia Viva: massiccia presenza di forze dell’ordine al comizio a Palermo

Antonio Lamorte — 19 Settembre 2022

Reddito di cittadinanza, Renzi accusa di “linguaggio mafioso” Conte: “Venga senza scorta a parlarne in Sicilia”

Le forze dell’ordine hanno presidiato massicciamente il comizio di Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio e leader di Italia Viva, ieri in Piazza Verdi a Palermo. “Del M5s non condivido nulla. Quello che non posso accettare è che un ex premier minacci fisicamente un altro presidente del Consiglio. Questo è un linguaggio di stampo minatorio e, persino, politico-mafioso“, le parole dell’ex premier dopo il botta e risposta con Giuseppe Conte, capo politico del Movimento 5 Stelle, sul reddito di cittadinanza. Lo scontro più duro negli ultimi giorni di campagna elettorale.

Renzi vorrebbe abolire il reddito, il suo partito aveva promosso anche una campagna per arrivare a un referendum lo scorso giugno. La misura venne promossa dal governo Conte 1, quello formato da Lega e M5s dopo le elezioni politiche del 2018. A una settimana dal voto, in giorni di sprint e di accelerazione finale prima delle urne, i toni si alzano, la campagna elettorale si infiamma. Conte da Palermo aveva detto: “Renzi parla di vergogna per il reddito di cittadinanza ma se parla di vergogna lui che da senatore prende 500 euro al giorno … non scherziamo. Non si vergogna lui che si è fatto pagare dagli arabi e ha fatto una marchetta sul rinascimento saudita …”. E quindi l’affondo più duro: “Renzi venga senza scorta a parlare con i cittadini a parlare ed esporre le sue idee. Dica che in Italia non serve un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo e non si nasconda”.

E Renzi aveva replicato: “Ti devi vergognare Giuseppe Conte pensando che qualcuno possa picchiarmi. È incredibile questo modo di fare che inneggia alla violenza, Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile, questo è un linguaggio da mafioso della politica”. Il leader di Iv aveva rincarato la dose: “Non è mai successo nella storia repubblicana che Berlusconi abbia detto a Prodi vieni senza scorta in piazza e ti facciamo vedere noi. È il linguaggio di Trump, lesivo delle istituzioni. Conte istiga alla violenza e all’odio verbale. Io ho decine di minacce di morte sul telefono da persone che dicono ‘ci vediamo domani a Palermo’. Se in piazza succede qualcosa io considero responsabile morale e mandante il signor Giuseppe Conte, c’è una deriva trumpiana di Conte, evoca Capitol Hill”.

Giuseppe Conte ha detto che io devo parlare di reddito di cittadinanza “senza scorta” istigando alla violenza fisica contro di me, dopo aver evocato “la guerra civile”. Invito Conte a un confronto serio in TV sui navigator. Ma che vergogna evocare la violenza e fare minacce

— Matteo Renzi (@matteorenzi) September 17, 2022

Il partito ha fatto sapere nella giornata di ieri che Renzi aveva chiamato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese chiedendole “particolare attenzione all’ordine pubblico per l’evento a Palermo”. Renzi ha denunciato al ministro messaggi intimidatori, con minacce, ricevuti sui social dopo le esternazioni del capo politico dei 5 Stelle, che ha negato ogni minaccia. “Nessun incitamento alla violenza ma solo un invito a confrontarsi. Istigare alla violenza è contrario al mio credo e ai miei valori. Renzi la smetta con le furbizie e non stravolga le cose. L’unica vera minaccia è quella che Renzi rivolge ogni giorno verso chi è in gravi difficoltà economiche e non arriva neppure a metà mese”. Per l’”avvocato del popolo” Renzi sta facendo “una battaglia contro i popoli”.

Sulla vicenda è intervenuto perfino il segretario della Lega Matteo Salvini: “È frustrante vedere gli insulti fra Conte e Renzi. Se veramente il signor Conte ha detto ‘vieni qua senza scorta, ne parliamo e vediamo che fine fai’ questo si faceva alle scuole medie dopo la partita di pallone persa. Non mi sembra un modo ragionevole di dialogare”. Dalla sua introduzione il reddito di cittadinanza si è dimostrato un efficace strumento assistenziale ma un debole mezzo di incentivo al mercato del lavoro. Secondo i dati della Corte dei Conti al febbraio 2021 le persone che avevano instaurato un rapporto di lavoro dopo la richiesta della domanda erano 152.673, il 14,5% del totale. A far sorgere insofferenza se non vera e propria contrarietà alla misura le innumerevoli truffe ai danni dello stato tramite il reddito. Secondo un sondaggio SWG per il Tg La7 il 54% degli italiani sarebbe favorevole ad abolire la misura tramite referendum, il 25% la manterrebbe, il 21% non andrebbe a votare o si è detto indeciso.

Grazie Palermo, città dei valori e di cultura, città di amici e di dialogo, città che insegna la civiltà a chi minaccia e vive di paure #ItaliaSulSerio pic.twitter.com/ESn4HXY7p3

— Matteo Renzi (@matteorenzi) September 18, 2022

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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