ATTUALITA'

Pietro Maso in tv per l'ultima intervista: “Ho ucciso i miei genitori, ora vorrei dire loro vi voglio bene. Mi dedicherò ad aiutare i carcerati” – Il Riformista

pietro-maso-in-tv-per-l'ultima-intervista:-“ho-ucciso-i-miei-genitori,-ora-vorrei-dire-loro-vi-voglio-bene.-mi-dedichero-ad-aiutare-i-carcerati”-–-il-riformista

Il caso raccontato a ‘Cronache criminali’

Redazione — 16 Novembre 2022

Pietro Maso in tv per l’ultima intervista: “Ho ucciso i miei genitori, ora vorrei dire loro vi voglio bene. Mi dedicherò ad aiutare i carcerati”

Oggi sente la mancanza dei genitori, quel padre e quella madre che lui stesso uccise nel 1991 assieme a tre compici a Montecchia di Crosara, in provincia di Verona, massacrati per l’eredità. “Mi sarebbe piaciuto prendere le mani di mio papà, o quelle di mia mamma, e dire loro “Ti voglio bene”… Però, purtroppo, non ci sono mai riuscito”, sono le parole di Pietro Maso, oggi 50enne, che in quel fatidico 17 aprile all’età di 19 anni li uccise nella loro abitazione di famiglia.

Maso ha raccontato la sua vicenda personale, sottolineando che si tratta “dell’ultima intervista che rilascerò sull’omicidio di mio padre e mia madre”, al programma di Giancarlo De Cataldo “Cronache Criminali” su Rai1.

Una puntata dedicata proprio alla ricostruzione del “caso Pietro Maso”, dell’efferato delitto compiuto oltre 30 anni fa da un giovane spinto a compiere un delitto atroce per l’avidità, per la voglia di intascare i soldi dei suoi stessi genitori.

Per quel delitto vennero condannati anche i suoi complici, tra cui uno all’epoca dei fatti ancora minorenne: la prima sentenza venne emessa il 29 febbraio 1992, con la condanna di Pietro Maso a 30 anni e 2 mesi di reclusione col riconoscimento della seminfermità mentale al momento del fatto; Paolo Cavazza e Giorgio Carbognin furono condannati a 26 anni ciascuno, mentre il minorenne Damiano Burato fu condannato a una pena di tredici anni.

Maso ha ripercorso la sua vita partendo dalla gioventù, dalla volontà di imitare Don Johnson, l’attore di Miami Vice: una vita di ricchezza e successo che non poteva ottenere col suo ‘misero’ lavoro. “Venni assunto in un supermercato, riuscivo a rubare mantenendo i conti in pareggio”, mentre all’epoca l’obiettivo comune nella società era “il successo, il denaro, i beni materiali”.

Ora Pietro Maso si dice cambiato, “diverso”, perché ciò che è diventato oggi “è stato guadagnato sulla sofferenza, sulla solitudine, sul vivere le proprie emozioni e non poterle esternare. Se sono riuscito ad arrivare fino a qua, mi dico che posso andare anche oltre. Adesso cerco di raccogliere dalla vita le cose vere, un tempo invece raccoglievo cose futili, una macchina migliore, un vestito in più, altri soldi… ora invece la ricerca è in un’altra direzione, cerco esattamente l’opposto rispetto al passato”.

I 22 anni trascorsi in cella però “non sono un peso”, dice Maso, “mi sembra di essere stato in cella un giorno, non 22 anni, non sento che mi sia stata tolta per così tanto tempo la possibilità di uscire”. L’unico peso che porta dentro “è la mancanza dei miei genitori”, perché se potesse “vorrei solo tornare indietro per ridare la vita ai miei genitori”.

Ora invece Pietro Maso chiede solo di “essere dimenticato per il mio passato drammatico”, con l’intenzione di “dedicare la mia vita ad aiutare i carcerati a reinserirsi nella società”.

Redazione

author default

© Riproduzione riservata

Leave a Reply