Gli ettari vitati sono in crescita e hanno raggiunto 45.823, di cui 4500 coltivati a biologico. L’export interessa circa il 60% del vino prodotto, di cui il 70% nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue
Gli ettari vitati sono in crescita e hanno raggiunto 45.823, di cui 4500 coltivati a biologico. L’export interessa circa il 60% del vino prodotto, di cui il 70% nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue
Il Piemonte vinicolo continua a riservare delle sorprese con Torino che diventa capitale enoica della Regione, ospitando numerose manifestazioni. L’anno è iniziato con la seconda edizione cittadina di Grandi Langhe 2023 nelle Officine Grandi Riparazioni: 3300 operatori da oltre 30 Paesi del mondo, 240 cantine che hanno presentato le proprie annate, Barolo 2019 e Barbaresco 2020. Ad inizio marzo, invece, una una prima assoluta, il Salone del vino, interamente dedicato ai vini piemontesi.
Un salone con oltre 100 eventi diffusi in oltre 60 location oltre ai quattro luoghi simboli, Museo del Risorgimento, Cavallerizza Reale, Palazzo Birago & Palazzo Cisterna. Lasciando la città, il prossimo appuntamento con le aziende piemontesi sarà il Vinitaly, una partecipazione che, come ci raccontano molti produttori, rimane molto controversa.
Gli ettari vitati in Piemonte sono in crescita e hanno raggiunto i 45.823
Nuovi ingressi e anche alcuni assenti a Vinitaly
Dopo la sospensione forzata a causa del Covid della 54ª edizione, anche il mercato del vino è cambiato e le aziende hanno dovuto migliorare, modificare o riorganizzare i loro programmi di marketing e comunicazione per fronteggiare il difficile periodo. Alcune aziende da sempre presenti al Vinitaly, come le Cantine Ascheri da 44 anni, non saranno presenti; stessa decisione per 460 Casina Bric di Serralunga d’Alba e le Cantine Balbiano (area del Freisa di Chieri), altre si organizzano in collettivi come quello della Fivi o quello di Piemonte Land of Wine, che ha sostituito quelli delle Camere di Commercio provinciali.
In Piemonte ci sono 59 denominazioni con 18 Docg e 41 Doc, che coprono circa l’83% della produzione regionale
Ritorna dopo un anno di assenza l’azienda Enrico Serafino di Canale (ricordiamo il loro spazio vuoto e il comunicato della non-presenza per ricordare la responsabilità sociale, in linea con le loro scelte etiche espresse anche dall’adesione alla certificazione Viva) con una novità, un Gavi dal lungo invecchiamento. Prima volta per Cantine Sant’Agata della famiglia Cavallero di Scurzolengo con una linea di spirits tra cui il gin agricolo. Anche La Colombera di Elisa Semino sui colli Tortonesi punta quest’anno tutto su Vinitaly, tralasciando le altre fiere europee, presentando in anteprima la nuova annata di Montino 2021 – il Timorasso che proviene da un single vineyards a Vho Tortona – e Monleale 2021, il Barbera selezione dell’azienda.
Il Piemonte non resta mai fermo
Tra le novità, Tenuta Roletto di Cuceglio, sulle colline moreniche del Canavese, presenterà il Centoventi, ovvero il primo metodo classico a base Erbaluce con 120 mesi di affinamento sui lieviti e le nuove etichette della sua produzione. Per Orsolani sempre nel Canavese la novità sarà il Vermouth Torino – Woolandchocolate, realizzato in collaborazione con Ettore Fila, figlio del fondatore di Fila Sport, nato come abbinamento ai canestrelli biellesi Unique Unico, un primo approccio al mondo vermouth-gastonomico. La Tenuta Tamburnin presenta l’ultimo nato, l’Albugnano biologico Carlin, Il nome è scelto come dedica a Carlo, figlio della titolare Valeria. Tre etichette per un unico vino contraddistinte da diverse colorazioni a indicare i tratti più identificativi di questa realtà: verde, come la perseveranza in vigna; rossa come il vino; azzurra come il cielo e la volontà di guardare lontano.
Un vigneto a Gavi, in provincia di Alessandria
Il Consorzio del Gavi festeggerà i trent’anni dalla sua fondazione e, sempre in zona, Francesca Poggio neo eletta vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, titolare dell’azienda Il Poggio di Gavi sulle collina di Rovereto, 3 ettari in conversione biologica, ha iniziato a specializzarsi nella spumantizzazione affiancando a due metodi classici anche un metodo ancestrale, L’Eco. È ottenuto da uva Cortese in purezza con aggiunta di mosto di Riesling, 12 mesi sui lieviti, 1300 bottiglie. «Un vino che sento molto mio – racconta Francesca – l’ho chiamato L’Eco perchè è l’eco del passato e perchè ecosostenibile. L’etichetta semplice, verde, in carta riciclata. Una bottiglia che apri e finisci».
Un’annata che si classifica tra l’ottimo e l’eccellente
L’annuale pubblicazione Piemonte Anteprima 2022 curata da Vignaioli Piemontesi racconta una annata che si classifica tra l’ottimo e l’eccellente, nonostante le criticità climatiche dovute a una stagione tra le più siccitose della storia in Piemonte e un’estate precoce e molto calda con assenza di pioggia. Gli ettari vitati sono in crescita e hanno raggiunto 45.823. Sono 4500 gli ettari coltivati a biologico.
Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione
Ci sono 59 denominazioni con 18 Docg e 41 Doc che coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici. Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto, di cui il 70% nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue. I principali Paesi importatori sono Paesi Scandinavi, Usa, Germania, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 35 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 8mila soci.
Il vitigno dell’anno 2023
Il Vinitaly sarà l’occasione per presentare il vitigno dell’anno 2023, progetto nato con l’idea di raccontare e valorizzare i vitigni storici del Piemonte come ambasciatori del territorio. Nel 2019 il Dolcetto, nel 2020 il Cortese le cui attività promozionali si sono sviluppate nel 2021, nel 2022 il Freisa e per il 2023? Secondo l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Marco Protopapa «un vitigno a bacca bianca». Una facile previsione? Direi l’Erbaluce di Caluso, unica docg del territorio. Staremo a vedere, pronti a scommettere.