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Nancy Pelosi a Taiwan, Cina annuncia esercitazioni militari

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02 agosto 2022 | 18.39

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Si terranno al largo dell’isola dal 4 al 7 agosto

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(Gerardis/Adnkronos)

Pechino ha annunciato che si terranno esercitazioni militari al largo di Taiwan dopo lo sbarco della presidente della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Xinhua spiegando che le esercitazioni si terranno in sei zone attorno a Taiwan dal 4 al 7 agosto.

Il ministero della Difesa di Taipei ha risposto dicendo di avere ”piena comprensione delle attività vicino a Taiwan” e che ”invierà forze appropriate in relazione alle minacce”.

Intanto oggi dopo l’atterraggio della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa a Taiwan, il Comitato centrale del Partito comunista cinese ha messo in guardia affermando che “qualsiasi attività che cerchi l’indipendenza di Taiwan sarà schiacciata dalle potenti forze anti-secessione e pro-riunificazione del popolo cinese”. Lo sottolinea l’ufficio per Taiwan del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese, in una nota diffusa integralmente dall’agenzia di Stato Xinhua, .

La visita odierna di Pelosi nella “regione cinese di Taiwan”, secondo il Pcc, segna “un’escalation nella collusione tra gli Stati Uniti e Taiwan“. La mossa avrà “conseguenze serie. Viola gravemente l’integrità e la sovranità territoriale della Cina, viola gravemente il principio di una sola Cina e i tre comunicati congiunti Cina-Usa, intralcia seriamente il diritto internazionale e le norme basilari che governano le relazioni internazionali, rompe il serio impegno politico che gli Stati Uniti hanno preso nei confronti della Cina e manda un segnale gravemente sbagliato alle forze che cercano l’indipendenza di Taiwan. Ci opponiamo fermamente a questa mossa ed esprimiamo la nostra forte condanna e protesta. C’è una sola Cina nel mondo e Taiwan ne fa parte”.

“Il principio di una sola Cina – continua il Comitato centrale – è una norma largamente riconosciuta delle relazioni internazionali ed è un consensus accettato dalla comunità internazionale. La questione di Taiwan riguarda gli affari interni della Cina e non consente alcuna interferenza esterna. Per un periodo, il governo statunitense ha ripetuto atti sbagliati e dichiarazioni sbagliate concernenti la questione di Taiwan, ha continuato ad innalzare i livelli degli scambi ufficiali con Taiwan, ha intensificato la collusione militare e le continue vendite di armi a Taiwan per sostenere il tentativo di Taiwan di resistere alla riunificazione usando la forza”.

“Il Congresso americano – prosegue il Pcc – ha ripetutamente fatto dichiarazioni false su Taiwan, presentato, discusso e approvato multipli provvedimenti negativi riguardo a Taiwan. Tali mosse degli Stati Uniti tentano di distorcere e di svuotare il principio di una sola Cina, di giocare la carta di Taiwan, di contenere la Cina con Taiwan e di ostacolare la completa riunificazione della Cina e il ringiovanimento della nazione cinese”.

“L’attuale amministrazione americana – continua il Partito Comunista Cinese – non ha riparato ai gravi errori fatti dalle precedenti amministrazioni. Al contrario, è andata più avanti per raccogliere alleati e fare squadra con loro per ‘giocare la carta’ di Taiwan, attaccando in modo flagrante la risoluzione 2758 dell’assemblea generale delle Nazioni Unite e diffondendo la erronea teoria dello status incerto di Taiwan, nel tentativo di internazionalizzare la questione di Taiwan. Il tentativo separatista che cerca la indipendenza di Taiwan è il maggior ostacolo alla riunificazione della madrepatria e un serio potenziale pericolo al ringiovanimento nazionale cinese. Le autorità del Dpp (Partito Progressista Democratico, di orientamento liberale, al potere a Taipei, ndr) si sono rinserrate nella posizione erronea dell’indipendenza di Taiwan, sono servite come uno strumento per le forze anticinesi negli Stati Uniti per contenere la Cina e sono diventate ancora più sfacciate nei tentativi provocatori cercare l’indipendenza. Si tratta di un totale errore di giudizio e di calcolo relativamente alla situazione”.

“Al di fuori dei loro motivi egoisti – dice ancora il Pcc – le autorità del Dpp sono state determinate nello sfidare il principio di una sola Cina, hanno rifiutato di riconoscere il consenso del 1992, hanno incendiato il confronto attraverso lo Stretto e si sono appigliate agli Stati Uniti per cercare l’indipendenza. Le autorità del Dpp e le loro azioni separatiste in collusione con gli Stati Uniti che tradiscono gli interessi nazionali cinesi faranno solo cadere Taiwan nell’abisso del disastro e porteranno grande sofferenza per i compatrioti di Taiwan. La riunificazione della madrepatria e il ringiovanimento della nazione cinese sono diventati una cosa storicamente inevitabile”.

“La Cina – prosegue il Pcc – deve essere e sarà sicuramente riunificata: questo non cambierà, a prescindere dalla volontà di alcune forze dure a morire anticinesi” negli “Stati Uniti o per l’illusione di forze separatiste che cercano l’indipendenza di Taiwan. Il momento di raggiungere la riunificazione alla madrepatria è stato sempre fermamente nelle nostre mani. Il fatto che Taiwan faccia parte della Cina non cambierà, a prescindere da quali azioni vengano compiute dalle forze anticinesi negli Stati Uniti e da parte delle autorità del Dpp. Il processo storico della riunificazione della Cina non sarà fermato, non importa come Nancy Pelosi e i suoi simili tentino di contenere la Cina sostenendo Taiwan”.

“Esortiamo gli Stati Uniti d’America – conclude il Partito Comunista – a rimanere con uno sguardo chiaro sui caratteri storici della questione taiwanese, a riconoscere il fatto che lo status quo che entrambi i lati dello stretto di Taiwan appartengono ad una e alla sola Cina, a rispettare rigorosamente il principio di una sola Cina con azioni concrete, ad adottare ad attuare i tre comunicati congiunti Usa-Cina e ad astenersi dal scivolare ulteriormente lungo questa strada pericolosa. Esortiamo le autorità del Dpp ad abbandonare completamente i progetti separatisti che cercano l’indipendenza di Taiwan, a fermarsi e ad evitare di proseguire nel percorso sbagliato dell’indipendenza di Taiwan fino al punto di non ritorno”.

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