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Mi candido con il Pd per evitare che si sbilanci troppo a sinistra, spiega Cottarelli

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L’Italia è a un punto di svolta, dice il professor Carlo Cottarelli, candidato tra le file del Pd, al Corriere della Sera, «e mi sembra giusto dare un contributo». È stata una decisione rapida, spiega, perché in campo ci sono «due visioni molto diverse di come dovrebbe funzionare l’Italia» e la sua è più vicina a quella del Partito democratico.

In tanti hanno sollevato obiezioni alla sua scelta, soprattutto perché è autore del del programma di Azione (in realtà, spiega, ha solo «coordinato il gruppo di esperti che ha preparato gli otto rapporti dai quali poi il partito ha scelto cosa prendere per il programma») e si troverebbe a correre in una coalizione che comprende anche Sinistra Italiana ma, spiega, «con questa legge elettorale è importante presentarsi insieme, anche se questo implica allearsi con forze con le quali non si è d’accordo su tutto».

E lui è sempre stato «dell’area liberal democratica», ha votato Pd in passato e nelle ultime elezioni +Europa. Cosa ci fa lì? «Credo di essere stato coinvolto per evitare uno sbilanciamento troppo a sinistra».

Per il resto, snocciola idee e programmi. Ad esempio, per tagliare il cuneo fiscale – operazione già avviata dal governo Draghi – si dovrà agire gradualmente, attingendo ai soldi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale. In ogni caso sarà fondamentale la crescita, e per ottenerla serve il Pnrr. Questo è il nodo che lo tiene lontano dalla coalizione di centrodestra, dal momento che Giorgia Meloni «ha sempre votato contro» e intende rinegoziarlo daccapo.a

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