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Lenticchie e cotechino: perché li mangiamo sempre a Capodanno?

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lenticchie e cotechino

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 12/12/2022

Lenticchie e cotechino rappresentano da sempre il classico menù di Capodanno in ogni angolo d’Italia.

Immancabili a ogni cenone, serviti in prima serata oppure solo a mezzanotte, dopo il brindisi, quando nello stomaco si crea un po’ di spazio per assaggiare quel binomio senza il quale non può iniziare il nuovo anno.

Ma ci siamo mai chiesti perché proprio a Capodanno mangiamo lenticchie e cotechino?

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Lenticchie e cotechino: fortuna e prosperità

lenticchie e cotechino

La fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo rappresenta in ogni cultura un momento fortemente simbolico e legato a riti scaramantici. Un esempio? Mangiare 12 chicchi d’uva a mezzanotte.

Ci si lascia alle spalle il vecchio ma anche ciò che non va, gli errori, le cattive abitudini e si inizia un nuovo ciclo, nel quale speriamo di avere fortuna, abbondanza, prosperità. Non a caso, dal 1° gennaio spesso decidiamo di mettere in atto una serie di buoni propositi per l’anno nuovo, piccoli cambi di abitudini che dovrebbero renderci persone migliori o almeno semplificarci la vita.

Cotechino e lenticchie rispondono a questa esigenza: sono un rito nazionale gastronomico con il quale ci si augura che il nuovo anno porti soldi e felicità. Ed è uguale ovunque in Italia.

La carne del cotechino

Il cotechino, infatti, essendo un insaccato piuttosto grasso a base di carne di maiale, simboleggia ricchezza e abbondanza. Inoltre, la tradizione contadina prevedeva di macellare il maiale il giorno di S. Lucia, cioè il 13 dicembre: per l’occasione, si preparavano salumi e insaccati, alcuni dei quali grazie alla stagionatura duravano mesi.

Il cotechino, così come lo zampone, avevano una durata minore ed essendo considerati particolarmente prelibati, erano riservati ai giorni di festa, come Natale e appunto Capodanno. 

Ma attenzione, non sono la stessa cosa.

Che differenza c’è tra il cotechino e lo zampone?

Carne di maiale grassa e magra, cotenna tritata, sale e spezie come chiodi di garofano, noce moscata e cannella: gli ingredienti di cotechino e zampone sono più o meno gli stessi e in entrambi i casi è richiesta una cottura lunga, di almeno 3 o 4 ore (a meno che si predano quelli precotti, che richiedono tempi più brevi).

A fare la differenza è il contenitore:

  • nel caso del cotechino, l’impasto viene insaccato in un budello di maiale. Il risultato finale è simile a un grosso salame, dalla consistenza molto scioglievole in bocca
  • quando si tratta di zampone, invece, l’impasto viene inserito nella zampa anteriore del maiale. In questo caso, la cotenna della zampa crea un involucro più croccante, che si mescola al ripieno.

E le lenticchie? Beh, la storia delle lenticchie è millenaria!

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Per un pugno di lenticchie

Cotechino con lenticchie

Già gli antichi Romani avevano l’abitudine di regalare un sacchetto pieno di lenticchie come simbolo di ricchezza. Il motivo? Alcune varietà di lenticchia ricordano per forma e colore le monete d’oro! Ecco da dove deriva l’usanza di mangiarne in abbondanza a Capodanno, in modo da garantirsi un anno pieno di soldi e fortuna.

Questi legumi sono antichissimi e vengono citati persino nell’Antico Testamento. Inoltre, sono ricchissimi di sostanze benefiche per il nostro organismo: fibre, proteine, potassio, magnesio, vitamine A e B e contengono più ferro della carne, soprattutto quando vengono associate ai carboidrati come pasta e riso.

Pronti a cucinarne in abbondanza?

Zampone e cotechino: non solo a Capodanno!

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L’Autore

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Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici

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