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Filippo La Mantia sarebbe lo “chef stellato” che apre a Bologna

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Filippo La Mantia sarebbe un serio candidato alla guida del ristorante che aprirà a Bologna nella Galleria Acquaderni riqualificata

Le bocche sono cucite, come ha scritto il Resto del Carlino, ma alcuni ben informati che abbiamo interpellato confermano le indiscrezioni: il prossimo impegno professionale per Filippo La Mantia sarà a Bologna. 

E parlano di un progetto innovativo, anzi avveniristico, che riporterà in vita il raffinato “passage” bolognese. Un crocevia coperto secondo lo stile parigino tra via Oberdan, via Rizzoli e il Ghetto ebraico, che il degrado ha ridotto a un antro scuro e disabitato. 

La Galleria Acquaderni e i luoghi limitrofi verranno riqualificati con l’obiettivo neanche tanto nascosto di farli inserire nel patrimonio Unesco, al pari dei portici. Puntando anche sullo sbarco a Bologna di un cuoco molto noto come Filippo La Mantia.  

La giunta bolognese ha approvato 16 nuovi “progetti speciali” tra i quali, oltre all’arrivo di Starbucks in via d’Azeglio, è compreso uno “chef stellato” in galleria Acquaderni, di recente immortalata nel film Diabolik.

Filippo La Mantia: prossima fermata Bologna

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Filippo La Mantia potrebbe sbarcare a Bologna

Tecnicamente Filippo La Mantia, 63 anni, non è uno chef stellato. 

Il cuoco siciliano, noto per la cucina ispirata alle tradizioni culinarie della sua regione natale, la Sicilia, non ha mai ricevuto la stella dalla Guida Michelin. Ma è possibile che la giunta bolognese abbia utilizzato l’abusata definizione di “chef stellato” per intendere un cuoco di grido.  

Nato a Palermo nel 1972, La Mantia ha imparato a cucinare all’Ucciardone. 

Nel carcere della sua città ha passato 6 mesi. Accusato –ma era un errore– di aver vissuto in un appartamento che 8 mesi dopo la mafia avrebbe usato come base alla per l’uccisione di Ninni Cassarà.

Dal 2009 ha vissuto anni di gloria al ristorante di Roma che portava il suo nome, all’interno dell’hotel Majestic. Un posto a suo modo indimenticabile per l’umanità felliniana che lo frequentava. Il Filippo La Mantia di Bologna sarebbe un’altra cosa, chiaramente. 

Nel 2015 arriva a Milano, in piazza Risorgimento. È l’anno dell’Expo. Filippo La Mantia trasforma con successo quello che era il Gold di Dolce & Gabbana nel ristorante Filippo La Mantia Oste e cuoco. 

Le discese ardite e le risalite

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La Mantia a una manifestazione alcuni anni fa

Il vento che soffia in poppa cala fino a fermarsi quando, nel 2020, il Covid rende economicamente insostenibile lo sconfinato locale. Ultimo servizio e chiusura il 31 dicembre 2020. 

Bologna è ancora distante, perché il mutuo e profondo amore che lega Filippo La Mantia al capoluogo lombardo non si è ancora esaurito. Anzi, regala al cuoco palermitano un Ambrogino d’oro per l’aiuto dato durante la pandemia –cucinando– al personale dell’ospedale Niguarda. 

A marzo 2022, il solare e appassionato La Mantia torna a Milano con un nuovo ristorante aperto al Mercato Centrale, la struttura realizzata da Umberto Montano in stazione. 

L’esperienza dura poco, la chiusura arriva neanche un anno dopo. Periodo segnato da uno scivolone sul tema dei giovani (camerieri) che non hanno voglia di lavorare. Con pesante coda polemica. 

E poi? 

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Galleria Acquaderni a Bologna

Poi, si diceva, ci sono ottime possibilità che Filippo La Mantia si prenda Bologna. Per fare cosa? Non le stesse paste alla norma, caponate, cassate siciliane e cannoli proposte nel ristorante del Mercato Centrale. 

Un luogo elegante come la Galleria Acquaderni riqualificata, peraltro con un valore immobiliare notevole, merita un formato innovativo e coraggioso.

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