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Faro europeo sul debito | Dombrovskis raccomanda all’Italia una politica fiscale prudente e aiuti mirati – Linkiesta.it

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«Le misure di sostegno per far fronte alla crisi energetica sono necessarie, ma devono essere mirate». Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis lo ripete più volte nel corso di una intervista a un ristretto gruppo di giornali, tra cui La Stampa. Bruxelles resta in attesa del testo della legge di bilancio italiana appena varata. Ma nell’Alert Mechanism Report della Commissione, l’Italia è già finita tra i Paesi sotto osservazione per il suo elevato debito pubblico, con «squilibri macroeconomici eccessivi» ed «elevati rischi per la sostenibilità di bilancio».

Dombrovskis non si sbilancia sulla manovra – «ci esprimeremo entro poche settimane» – ma si limita a ricordare che all’Italia, essendo un Paese ad alto debito, è stato raccomandato di «garantire una politica fiscale prudente, in particolare limitando la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita potenziale a medio termine».

Il vice di Ursula von der Leyen spiega che le misure di sostegno contro il caro energia adottate in Italia per il 2022 «sono pari al 2,6% del Pil, un volume alto. Tra quelle ora in vigore, circa la metà non è mirata. Un dato comunque migliore della media Ue, visto che in generale il 70% delle misure non risponde a questi criteri. Ora faremo le nostre analisi e valutazioni sui provvedimenti che il governo presenterà per il 2023».

La raccomandazione di Bruxelles «è di mettere in campo misure mirate anche perché servono per mantenere segnali di prezzo e incentivano la riduzione dei consumi energetici. Gli Stati stanno prendendo diversi provvedimenti e ce ne sono alcuni ben collaudati, come gli interventi di sostegno per determinati cittadini oppure la valutazione dell’impatto della crisi energetica su specifiche società che erano in buone condizioni prima della crisi. Ecco, queste sono azioni mirate».

Gli interventi sconsigliati sono invece «quelli orizzontali, come le riduzioni delle aliquote Iva o delle accise, che chiaramente non sono mirati, hanno un costo per il bilancio e non portano benefici ai cittadini e alle imprese più vulnerabili. Durante una crisi non è sempre possibile prendere misure mirate, per questo abbiamo proposto di introdurre un sistema di prezzi dell’energia su due livelli che, se calibrato nel modo giusto, potrebbe aiutare ad affrontare questo problema. Con un tale sistema i consumatori pagherebbero un prezzo per l’energia sussidiato fino a un certo livello di consumo, oltre il quale si applicherebbe il normale prezzo di mercato. Non è un concetto nuovo, ma può essere approvato rapidamente».

E sulla intenzione del governo italiano di reindirizzare alcune risorse inizialmente destinate a progetti del Pnrr verso i nuovi capitoli di spesa dedicati al programma REPowerEU, dice: «Speriamo di finalizzare il processo legislativo di REPowerEU entro la fine dell’anno perché questo sbloccherebbe 20 miliardi di euro di sovvenzioni aggiuntive (di cui 2,76 miliardi all’Italia, ndr), oltre ad accelerare l’uso dei prestiti che erano previsti per la Recovery and Resilience Facility. Già oggi nei piani nazionali ci sono diverse misure che vanno nella direzione indicata da REPowerEU. Molti Stati stanno rivedendo i loro piani e quindi c’è la possibilità di fare qualche riorientamento, ma li stiamo scoraggiando dal fare una revisione complessiva perché le tempistiche sono veramente strette e c’è la necessità di concentrarsi sull’implementazione delle misure contenute nei piani già approvati. Alcune possibilità ci sono, ma chiediamo che le revisioni siano il più possibile limitate».

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