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Elisabetta nello stesso giorno scopre di essere incinta e di avere un tumore

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Una donna di 36 anni ha scoperto,  nel medesimo giorno, di aspettare un bambino e di avere un tumore.

La storia di Elisabetta Socci è la perfetta esemplificazione di come vita e morte siano legate indissolubilmente: nel medesimo giorno la donna ha scoperto che nel suo corpo stava fiorendo una nuova vita e contemporaneamente, un mostruoso male.

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La diagnosi di tumore è arrivata, infatti, lo stesso giorno in cui Elisabetta – 36enne di Ravenna – ha scoperto di aspettare un bambino. Nonostante i rischi, la donna ha deciso di portare avanti la gravidanza. A raccontare la sua storia a Today è il marito, il 35enne Matteo Grotti perché, purtroppo, Elisabetta non ce l’ha fatta: è morta lo scorso 31 luglio lasciando, oltre a Matteo, la loro bambina, Cecilia, di soli 10 mesi.

Elisabetta e Matteo si erano conosciuti nel 2015 al matrimonio di un amico in comune. Nel 2018 si sono sposati. La loro era una vita tranquilla: lei lavorava come architetto a Cervia, lui come magazziniere a Pievesestina. Provavano ad avere un figlio, che inizialmente non arrivava. Poi proprio nel giorno del suo compleanno, nel 2021, Elisabetta si era accorta di avere un nodulo al seno. La diagnosi non lasciò dubbi: si trattava di un tumore maligno, di quelli che lasciano ben poche speranze.  “Ci è caduto il mondo addosso. In ospedale a Forlì le hanno prescritto alcuni esami e le hanno detto di fare prima un test di gravidanza per accertarsi che non fosse incinta. Figurati, ci avevamo provato per due anni…” – le parole del marito. Ma i miracoli esistono e, proprio quello stesso giorno, la coppia scoprì di aspettare un bambino. Elisabetta venne subito operata per cercare di rimuovere il tumore. Ma oltre all’operazione c’erano tutte le terapie da seguire: terapie che avrebbero potuto compromettere la salute del bambino. Per questo Elisabetta scelse di curarsi parzialmente: “Non ha mai vacillato un attimo, era convinta che la gravidanza fosse la luce in questo periodo di tenebre e, nonostante tutto, ha scelto di portarla a termine e di curarsi, seppur parzialmente, con terapie che non danneggiassero una creatura così intensamente desiderata” – ricorda oggi Matteo.

Purtroppo l’operazione non fu sufficiente e al terzo mese di gravidanza, la 36enne dovette iniziare la chemioterapia. A otto di gravidanza la fecero partorire e nacque la piccola Cecilia. Poco dopo Elisabetta subì l’asportazione del seno. Ma non fu sufficiente nemmeno quello: il tumore aveva già fatto metastasi arrivando fino al fegato. Il finale lo sappiamo. Matteo ha voluto raccontare la storia della sua Elisabetta per dare a tutte le persone malate di cancro un barlume di speranza: si possono vivere momenti di felicità anche durante la malattia, anche se il finale è già scritto si può vivere il presente più intensamente che si può: “Abbiamo sempre vissuto nella speranza, perché si può sperare e continuare a vivere anche se poi il finale è brutto. E lei ha fatto così, sempre godendosi il presente. Si può vivere felici anche nella malattia, provando ogni tanto a dimenticarsela, a stare bene e a fare cose normali” – ha concluso il 35enne.

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