al 2015 ad oggi sull’App, è stato ordinato un n. di pizze che, se messe una di fianco all’altra, arrivano a coprire una distanza di più di 3.000 km: un viaggio ideale che da Napoli arriva fino a Bruxelles, passando per Parigi e Londra.
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 12/01/2023
La pizza è uno dei piatti più amati in tutto il mondo e, come dimostrato dai dati di Deliveroo, è anche uno dei più ordinati attraverso la piattaforma di consegna a domicilio. Infatti, dal 2015, anno dell’arrivo dell’app in Italia, gli ordini di pizza su Deliveroo hanno coperto una distanza di oltre 3.000 km, pari a un viaggio ideale che parte da Napoli, patria della pizza, e arriva fino a Bruxelles, passando per Parigi e Londra.
In occasione della Giornata Internazionale del Pizzaiolo, che si celebra il 17 gennaio, Deliveroo ha intervistato alcuni pizzaioli che lavorano per ristoranti partner della piattaforma a Bruxelles e Parigi per capire cosa significa essere un pizzaiolo oggi e come si svolge questo mestiere al di fuori dei confini nazionali.
Essere pizzaiolo oggi: le testimonianze
Cosa significa essere pizzaiolo oggi? E cosa vuol dire, in particolare, svolgere questo mestiere al di fuori dei confini nazionali? Deliveroo lo ha chiesto ad alcuni pizzaioli che lavorano in ristoranti partner della piattaforma a Bruxelles e Parigi.
Storie personali e testimonianze che aiutano a comprendere un fenomeno che, anche nel 2022, si è confermato tra le scelte preferite di chi decide di ordinare cibo a domicilio attraverso l’App.
- Francesco Terracciano, pizzaiolo pugliese di 31 anni che lavora a Bruxelles alla Paolo’s Idea Pizzeria, premiata nel 2019 dallo chef tristellato Heinz Beck tra i 70 ristoranti con pizzeria nel mondo, ha dichiarato di sentirsi onorato di far conoscere all’estero la pizza e di sentirsi orgoglioso di rappresentare una delle eccellenze italiane nel mondo. Per lui, la pizza rappresenta un forte attaccamento alle sue radici e un grande senso di orgoglio nel rappresentare la cucina partenopea ed italiana.
- Marco Petito, invece, vive a Parigi da 7 anni e lavora alla pizzeria Dalmata, specializzata in pizza napoletana. Dopo aver iniziato nella classica pizzeria di un piccolo paese in provincia di Avellino, ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura all’estero, un’esperienza proficua che gli ha consentito di imparare molto e apprendere i trucchi del mestiere anche da altri connazionali.
Entrambi i pizzaioli hanno sottolineato come la pizza sia un linguaggio universale e saper fare una pizza permetta anche di andare oltre le barriere linguistiche e culturali, unendo popoli e culture diverse.
La pizza, nata in Italia alla fine dell’800 e apprezzata in tutto il mondo, è diventata sinonimo di felicità e unione e i pizzaioli sono gli ambasciatori di questo simbolo del Made in Italy, diffondendo l’italianità nel mondo e facendo sentire gli italiani all’estero un po’ più a casa.
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