di Oriana Davini
Ultima Modifica: 24/10/2022
La formazione del nuovo governo ha portato un cambio dei nomi di alcuni ministeri: il Mipaaf, in particolare, finora conosciuto come ministero delle Politiche agricole e forestali è diventato ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, guidato da Francesco Lollobrigida.
Ma cos’è questa sovranità alimentare, già utilizzata anche nel governo francese per lo stesso ministero?
La sovranità alimentare
La sovranità alimentare, spiega Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, “è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici”.
Non è quindi sinonimo di autarchia ma anzi “un concetto ampio e complesso, che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell’uso delle risorse in un’ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni”.
Determinare le proprie politiche agricole e alimentari
In pratica, ogni Paese ha il diritto di definire la propria politica agricola e alimentare in base alle proprie necessità, in rapporto con le associazioni degli agricoltori e i consumatori.
Nel 2008, l’International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (IAASTD), panel intergovernativo con il patrocinio delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, ha definito la sovranità alimentare come “il diritto dei popoli e degli Stati sovrani a determinare democraticamente le proprie politiche agricole e alimentari”.
Questo concetto era già stato introdotto più di dieci anni prima da Via Campesina, movimento internazionale che coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell’Asia, dell’Africa, dell’America e dell’Europa.
La sovranità alimentare, quindi, “è un concetto quanto mai attuale oggi, che ci riguarda tutti: non a caso da molti anni Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo, fortemente legati ai territori, basati sulle connessioni, sulle comunità, in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità. Sistemi di produzione a bassi input esterni e ad alto tasso di competenze, creatività e buone pratiche”.
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L’Autore
Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici