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Cella 4 metri per 3, palestrato, i tatuaggi “misteriosi”: le prime ore in carcere di Matteo Messina Denaro: “Fino a ora ero incensurato” – Il Riformista

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Il boss di Cosa Nostra nel supercarcere Le Costarelle

Antonio Lamorte — 18 Gennaio 2023

Cella 4 metri per 3, palestrato, i tatuaggi “misteriosi”: le prime ore in carcere di Matteo Messina Denaro: “Fino a ora ero incensurato”

Matteo Messina Denaro è arrivato nel supercarcere Le Costarelle dell’Aquila all’1:20 di ieri mattina, martedì 17 gennaio. Non era mai stato in prigione. “Fino a stanotte ero incensurato poi non so che è successo”. E alla domanda sulla residenza ha risposto: “Non ho mai avuto una residenza”. È quanto emerge dai primi resoconti – un po’ retroscena, un po’ indiscrezioni – sulle prime ore da detenuto della “Primula Rossa” di Cosa Nostra.  All’aeroporto militare Boccadifalco di Palermo, prima di salire sull’aereo che lo avrebbe trasferito a Pescara aveva scritto, secondo Salvo Palazzolo su Repubblica, un biglietto: “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande rispetto e umanità. Palermo, 16 gennaio 2023”.

Il superlatitante arrestato lunedì mattina, presso la clinica La Maddalena a Palermo, quartiere San Lorenzo, non si è sottratto al colloquio con la psicologa, è stato visitato. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera non avrebbe chiesto niente: giornali, libri, cibo. Non avrebbe cenato. La biancheria gli è stata fornita dal cappellano del carcere. “Ventiquattro ore in cella da solo, senza nemmeno accendere la televisione, anche solo per avere compagnia, o guardare quello che viene messo in onda su di lui e sul suo arresto. Nulla. Non ha la curiosità di vedere, di ascoltare ciò che viene detto sul suo conto. La tv resta spenta. E lui seduto sul letto con le mani a reggere il viso”, riporta Repubblica.

È solo nella sua cella, grande quattro metri per tre – poco più di 10 metri quadrati. Bagno angolare, letto, tavolo, un mobiletto. Tutto inchiodato a terra, tv chiusa in un box senza accesso ai canali regionali per evitare messaggi in codice. Niente cucinotto: il fornello e il cibo da preparare gli verranno forniti al mattino e ritirati la sera. Nessun altro nella sua ala. Sarebbe proprio l’isolamento, scrive Repubblica, a farlo soffrire di più in queste prime ore da detenuto. Avrebbe rifiutato di uscire a passeggiare nell’ora d’aria, lungo un corridoio protetto da muri alti oltre cinque metri, perché non vorrebbe camminare da solo.

“Sarà un detenuto al 41 bis come tutti gli altri”, hanno fatto sapere dal carcere. 154 in tutto nella struttura, di cui 12 donne. A sorvegliare gli agenti del Gruppo operativo mobile. I detenuti al 41 bis hanno diritto a un solo colloquio al mese con i familiari. Presso l’istituto penitenziario in Abruzzo sono reclusi altri personaggi di spicco della criminalità organizzata: i boss mafiosi Filippo Graviano, Carlo Greco e Ignazio Ribisi, il capo ’ndranghetista Pasquale Condello, i camorristi Paolo Di Lauro e Ferdinando Cesarano.

Malato di tumore al colon, Messina Denaro sarà seguito dall’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, che ha un reparto dedicato ai detenuti al 41 bis. Si valuta come poter svolgere il trattamento in una stanza attrezzata nel carcere senza trasportare il detenuto all’esterno. “Meglio non sottoporre gli agenti a rischi e sforzi per evitare che venga bucata la rete di protezione come è accaduto in passato: se Messina Denaro è il capo della mafia, al di là dell’abnegazione degli agenti, lo resta anche in carcere”, ha avvertito Leo Beneduce dell’Osapp.

Le sue condizioni fisiche hanno stupito gli agenti: “U’siccu” sarebbe in perfette condizioni fisiche, anzi piuttosto palestrato. Ha dei tatuaggi sui quali si la stampa potrà ricamare parecchio, qualcuno già li definisce “misteriosi”: una data, 8 ottobre 1981, disegnata in numeri romani; una scritta: “Tra le selvagge tigri”; una citazione, parafrasi di Victor Hugo, “Ad augusta per angusta”. A difenderlo sarà la nipote: l’avvocata Lorenza Guttadauro, moglie di Girolamo Bellomo, detto Luca, già arrestato, figlia di Rosalia Messina Denaro e di Filippo Guttadauro, fratello dell’ex capomafia di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. Fino a oggi era sempre stato difeso da avvocati d’ufficio.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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