Fibrillazioni continue
Ciro Cuozzo — 16 Dicembre 2022
Si torna a sparare a Pianura, periferia ovest di Napoli. Nella tarda serata di giovedì 15 dicembre, numerosi colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro il palazzo dove risiede Salvatore D’Anna, 57 anni, alias ‘o visionario, noto pregiudicato della zona, coinvolto in passato nella gestione dello spaccio di droga. I pistoleri sono entrati in azione all’altezza del civico 30 di via Evangelista Torricelli, dove risiede D’Anna. Sul posto militari della sezione rilievi del nucleo investigativo di Napoli hanno rinvenuto 6 ogive e 9 bossoli calibro 9×21.
Indagini in corso per chiarire dinamica e matrice evento. Ma secondo una prima ricostruzione, si tratterebbe di un raid intimidatorio, un avvertimento nell’oramai cronico scontro tra i clan della zona per la gestione della vendita di droga. D’Anna è il padre di Pasquale D’Anna, 31 anni, arrestato nel maxi blitz del luglio scorso contro le due opposte fazioni dei Carillo-Perfetto e Calone-Esposito-Marsicano e ferito in un agguato oltre due anni fa.
Già nell’agosto del 2020, ignoti esplosero tre colpi d’arma da fuoco contro la vettura di proprietà di D’Anna. In passato ‘o visionario era ritenuto dagli investigatori vicino a quest’ultimo gruppo, attivo nella zona di via Napoli ma con piazze di spaccio satelliti sparse in altri luoghi del quartiere. Non è da escludere quindi che il commando armato che la scorsa notte ha recapitato il messaggio intimidatorio a D’Anna possa essere partito stesso da via Torricelli, quartier generale di quel che resta dei Carillo-Perfetto.
A Pianura le fibrillazioni non scemano nonostante gli oltre 30 arresti del luglio scorso. Da una parte ci sono infatti i reduci delle due opposte fazioni, dall’altra vanno registrate scarcerazioni eccellenti che potrebbero creare ulteriori tensioni nel quartiere napoletano.
Lo scorso settembre è stato registrato il ritorno in libertà di Enzo Romano, 46 anni, fratellastro di Salvatore Marfella (figlio del superboss Giuseppe Marfella) ed elemento apicale del clan Pesce-Marfella condannato a più ergastoli dopo la faida con il clan Mele andata in scena tra il 2013 e il 2017. Romani nelle settimane successive alla scarcerazione, è stato “accolto” con una serie di stese intimidatorie nei pressi della sua abitazione in via Claude Monet, zona ritenuta sotto il controllo del clan Calone-Esposito-Marsicano.
Nei giorni scorsi invece è tornato a casa di Antonio Lago, 46 anni, figlio di Giorgio Lago e nipote del boss Pietro Lago (scomparso nel 2014). Lago jr era stato arrestato nell’ottobre del 2017 nei pressi dell’ospedale Moscati di Avellino in seguito a un controllo di polizia. Il giorno precedente era infatti diventato esecutivo un provvedimento della Procura generale della Corte d’Appello di Napoli relativo a una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per rapina ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La famiglia Lago, tuttavia, da anni non è più considerata operativa dalle relazioni della Direzione Investigativa Antimafia sul territorio di Pianura.
Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall’ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.
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