Il presidente rompe il silenzio
Redazione — 1 Novembre 2022
Un discorso breve, di soli tre minuti, dopo due giorni di inquietate silenzio, in cui non concede la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva. Il presidente uscente del Brasile Jair Bolsonaro ha finalmente preso la parola assicurando che “continuerà a seguire la Costituzione”.
Nella conferenza stampa convocata dal Palacio do Planalto a Brasilia, parlando per la prima volta del risultato elettorale che ha visto il leader del Partito dei Lavoratori, già presidente dal 2003 al 2011, vincere il ballottaggio con poco meno del 51% dei voti, il presidente uscente dell’ultradesta ha spiegato ai suoi sostenitori che “il nostro sogno continua, più vivo che mai”.
“Siamo per l’ordine e il progresso. Sono stato sempre etichettato come antidemocratico pur muovendomi dentro la Costituzione“, ha aggiunto Bolsonaro, sottolineando che “continuerà ad obbedire alla Costituzione” ma senza precisare se riconosce la sconfitta e senza rendere note le sue prossime mosse.
Bolsonaro ha quindi ringraziato “i 52 milioni di elettori che mi hanno votato il 30 ottobre” e parlando dei blocchi stradali dei suoi sostenitori che hanno bloccato oltre 200 arterie del Paese, ha spiegato che scaturiscono da “un sentimento di indignazione e di ingiustizia per il processo elettorale. Le manifestazioni pacifiche saranno sempre le benvenute ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra”.
Maggiore chiarezza sui piani di Bolsonaro, che resterà in carica fino al 31 dicembre 2021, l’ha fatta il ministro Ciro Nogueira, capo dello staff di Jair Bolsonaro, che ha parlato alla stampa dopo il presidente uscente.
Nogueira ha infatti annunciato che Bolsonaro ha autorizzato “di iniziare la transizione”. Un processo che “sarà iniziato nel rispetto della legge“, ha aggiunto Nogueira, precisando di essere stato autorizzato a rilasciare la dichiarazione dal capo dello Stato. La transizione, ha precisato, comincerà giovedì, quando Lula formalizzerà il nome del suo vicepresidente, Geraldo Alckmin. La legge brasiliana prevede che presidente uscente e vincitore delle elezioni debbano nominare squadre di lavoro entro 48 ore per coordinare la transizione e garantire il trasferimento di dati e informazioni.
Bolsonaro aveva convocato nelle scorse ore una riunione di emergenza col ministro della Difesa, il generale Paulo Sergio Oliveira, e altri ministri per discutere della crisi e delle manifestazioni di piazza: una mossa che nell’opposizione, vincitrice nel voto di domenica, aveva fatto temere un piano dell’esecutivo per invocare l’articolo 142 della Costituzione, che prevede l’intervento delle forze armate per “ristabilire l’ordine tra i poteri“.
Ma in realtà la stessa amministrazione bolsonarista stava tenendo un atteggiamento completamente diverso rispetto al suo leader. Il ministro della Presidenza del Brasile Ciro Nogueira, incaricato oggi di rendere noto il via libera alla transizione, si era già messo in contatto con rappresentanti della campagna di Lula per offrire la disponibilità ad avviare il processo tra i due governi in vista del passaggio di consegne a gennaio. Anche il vice di Bolsonaro, il generale Hamilton Mourao, avrebbe avviato le procedure per un ordinato cambio della guardia con il vicepresidente eletto Geraldo Alckmin.
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