Barilla è stata citata in giudizio da due clienti americani e rischia una class action milionaria per pubblicità ingannevole negli Stati Uniti.
Nelle confezioni è impressa la dicitura “il marchio di pasta n. 1 in Italia” anche se spaghetti e maccheroni Barilla sono prodotti negli Stati Uniti.
Sono bastati due pacchi alla coppia americana per capire e innescare la reazione che può portare alla class action contro Barilla.
Nonostante la trionfante scritta “Il marchio di pasta n. 1 in Italia” e i loghi che mostrano i colori della bandiera italiana, la pasta comprata dai due americani viene prodotta in Illinois, dove la multinazionale di Parma ha aperto una sede.
Class action perché Barilla, la pasta di Parma, si fa negli Usa
I querelanti sostengono di aver comprato la pasta perché pensavano fosse fatta in Italia.
Se avessero saputo che è “Made in USA” non l’avrebbe acquistata. Ecco perché hanno chiesto al tribunale che impedisca a Barilla rimandi all’Italia nella pubblicità e nelle etichette pena la class action.
Oltre a un pesante risarcimento economico dovuto al fatto che i prodotti dell’azienda italiana sono troppo cari per essere made in Usa.
Barilla è apprezzata per la qualità della pasta, hanno affermato i due consumatori americani, come lo è l’Italia per l’elevato contenuto proteico del grano.
Ma c’è un problema per il gigante italiano.
Il giudice federale al quale si è rivolto lo studio legale californiano interpellato dalla coppia, ha deciso di far proseguire la class action respingendo la richiesta di archiviazione da parte di Barilla.
L’azienda italiana, fondata a Parma come bottega per la vendita del pane e della pasta, è oggi uno dei primi produttori internazionali.
Nella sede in Illinois la pasta Barilla viene fatta con ingredienti che non provengono dall’Italia, ha dichiarato giudice federale che ha istruito il caso.
La difesa di Barilla
Per respingere la class action Barilla ha risposto che i rimandi al tricolore delle confezioni non rappresentano un caso di pubblicità ingannevole che confonde i compratori.
L’intenzione è “richiamare le radici italiane dell’azienda”.
I responsabili del pastificio si sono detti orgogliosi dell’eredità italiana, ma anche del know-how e della qualità raggiunta dalla pasta prodotta negli Stati Uniti.
Ma i due querelanti americani non sono gli unici a ritenersi fuorviati o manipolati dalla multinazionale a causa della pubblicità ingannevole.
Non è neanche la prima volta che i consumatori intentano cause contro aziende del settore alimentare perché si sentono ingannati dalle loro pubblicità.
Inoltre sono in forte aumento i consumatori interessati a sapere da dove arriva il cibo che portano in tavola. Sono molti gli italiani, per esempio, che comprano solo pasta fatta con grano nazionale.
Barilla e la ”circonvenzione dei consumatori“
Dunque, secondo diversi esperti e legali americani, cause e class action simili a quella intentata contro Barilla per “circonvenzione dei consumatori” non sorprendono più di tanto.
Secondo il Washington Post, quotidiano della capitale americana che ha dato molto risalto alla possibile class action milionaria contro Barilla, nel sito dell’azienda italiana mancano riferimenti alla provenienza della pasta.
Una leggerezza che potrebbe contribuire ad avvalorare la causa legale intentata dalla coppia americana per pubblicità ingannevole.
E pensare che avevano comprato solo due pacchi di pasta.