ATTUALITA'

Autonomia differenziata, sì in Cdm alla riforma-bandiera della Lega: Meloni cede all’alleato, rivolta dei governatori del Sud – Il Riformista

autonomia-differenziata,-si-in-cdm-alla-riforma-bandiera-della-lega:-meloni-cede-all’alleato,-rivolta-dei-governatori-del-sud-–-il-riformista

Il ddl spacca la politica

Redazione — 2 Febbraio 2023

Autonomia differenziata, sì in Cdm alla riforma-bandiera della Lega: Meloni cede all’alleato, rivolta dei governatori del Sud

Un voto unanime seguito da un applauso. Così il Consiglio dei ministri tenuto questa sera ha approvato il ddl sull’Autonomia differenziata, provvedimento bandiera della Lega messo a punto dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli.

Calderoli che trionfante si è presentato nella conferenza stampa a Palazzo Chigi annunciando che con la riforma si avrà “un’Italia ad alta velocità” mentre il centralismo, fino ad oggi, ha creato solo sperequazioni: “L’esistenza di cittadini di Serie A e B è una realtà, in cui la sperequazione non riguarda solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche tra diversi territori: un problema che va risolto e che non può essere attribuito all’ Autonomia differenziata, ma è frutto di una gestione centralista”.

Parole che con forte difficoltà la premier Meloni avrà dovuto digerire, visto che all’autonomismo regionale la destra sociale ex missina ha sempre contrapposto il centralismo ‘sovranista’.

Il testo approvato in CdM prevede che su molte materie, alcune a dir poco delicate, la Regioni possano chiedere l’autonomia: si va dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente all’energia. Testo votato all’unanimità che però non risolve una criticità, ovvero i livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, i Lep. Livelli che andrebbero stabiliti prima delle richieste di autonomia differenziata delle Regioni, ma il ddl Calderoli prevede che entro un anno dall’entrata in vigore della legge sull’Autonomia saranno stabiliti con un Decreto del presidente del Consiglio, i Dpcm diventati ‘pratica comune’ durante la pandemia Covid per il governo Conte.

Disegno di legge votato in Consiglio dei ministri che verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città entro un mese per poi passare nelle Commissioni di Camera e Senato e quindi ritornare a Palazzo Chigi. Tempi lunghi insomma, come sottolineato su Twitter dal leader di Azione Carlo Calenda: “L’approvazione del ddl Autonomia in Cdm è l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba arriva in Parlamento fra 6 mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali“.

L’approvazione del DDL Autonomia in CdM è l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba arriva in parlamento fra 6 mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali. pic.twitter.com/yhON03CS0P

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 2, 2023

Ma propio dagli enti locali arrivano le critiche più feroci, in particolare dagli amministratori del Mezzogiorno di stampo Pd. Per Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria Dem, “la bozza Calderoli sull’autonomia differenziata approvata in Consiglio dei ministri è irricevibile e noi siamo pronti alla mobilitazione perché non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa clamorosa e incredibile, e perché è un’autonomia differenziata che non tiene conto delle nostre proposte e va nella direzione di spaccare il Paese’’.

“L’ ipotesi di autonomia proposta è inaccettabile, è una proposta propagandistica che spacca l’Italia”, è il commento invece del presidente della Campania Vincenzo De Luca, mentre per il collega della Puglia Michele Emiliano il governo starebbe accelerando sull’attuazione dell’autonomia “solo per non far fare brutta figura alla Lega” alle prossime elezioni regionali in Lombardia.

Critiche arrivano anche dai 5 Stelle. Per Giuseppe Contela patriota Meloni paga a Salvini la tassa per tenerlo in maggioranza, svende l’unita’ d’Italia per qualche punto percentuale in più alle regionali. Dobbiamo contrastare questo progetto di autonomia soprattutto sulla scuola e sulla sanità”.

Redazione

author default

© Riproduzione riservata

Leave a Reply