Siamo diventati ormai dei segugi del whisky e oggi vi porteremo alla scoperta di quello giapponese che, seppure vi possa sembrare strano, ha una storia lunga, complessa, bella, a tratti bellissima.
Non crediate che in Giappone sappiano fare solo il sakè. E qui andrebbe aperto un capitolo per tutti i tipi di sakè esistenti, ma non pubblichiamo enciclopedie al momento. I Giapponesi hanno una cultura antichissima sugli alcolici e soprattutto sul whisky, anche se è solo nell’ultimo ventennio che la notizia è “trapelata”. Eh sì caspita, loro oltre che tagliare il pesce in maniera patologicamente perfetta sono bravi anche coi distillati. E che distillati.
Come nasce il whisky giapponese
La produzione di whisky giapponese inizia pochi anni dopo il ritorno di Masataka Taketsuru dalla Scozia dove studia chimica e apprende i segreti della distillazione scozzese. È il 1924, quando Shinjiro Torii chiama Taketsuru alla Kotobukiya col sogno di produrre un whisky 100% giapponese. Taketsuru rimane alla Kotobukiya (che prenderà il nome di Suntory) per 10 anni. Nel 1934 dà vita alla Dainipponkaju che cambia nome in Nikka. La distilleria ha sede a Yoichi, nell’isola di Hokkaidō, all’estremo nord del Giappone, in cui il clima è molto simile a quello scozzese. Nikka Distillery è tutt’ora regina incontrastata sul podio delle migliori distillerie nipponiche. Ci viene proprio da pensare che di whisky giapponese questi ne capiscano parecchio.
L’anno della svolta per il Whisky giapponese è il 2001 quando il Nikka Yoichi Single Malt 10 anni vince il “Best of the best” alla kermesse dei Whisky Magazine Awards. È proprio questo riconoscimento che apre la strada della conoscenza al mondo del whisky giapponese e a un periodo ricco di premi. Due anni dopo infatti Yamazaky 12 anni di Suntory e Hibiki 30 anni vincono l’oro all’International Spirit Challenge.
Mars, un pioniere del whisky giapponese
A tenere alto il nome del Whisky giapponese oggi c’è anche Mars. La storia di questa distilleria è antichissima. La Mars, infatti, è figlia della Hombo Shuzo, l’azienda fondata nel 1872 a Kagoshima, nel Giappone meridionale, da Matsuzaemon Hombo. L’azienda inizia la sua fiorente attività con la lavorazione prima del cotone e poi della colza per spostarsi, nel 1902, sulla produzione di Shochu, un distillato locale molto popolare.
Anche in questa storia torna prepotente la figura di Masataka Taketsuru. Una delle persone chiave di Mars, infatti, è Kiichiro Iwai, mentore di Taketsuru, che nel 1949 diventa consulente di Hombo proprio per la produzione di whisky giapponese.
Mars ha una particolarità da segnalare. La distilleria infatti è composta da due distillerie diverse, Shinshu e Tsunuki, più un sito dedicato all’invecchiamento, Yakushima. Il fatto di produrre whisky in luoghi dai climi differenti ha permesso molte sperimentazioni negli anni.
I tre luoghi simbolo di questo whisky giapponese
Shinshu
Questa distilleria è stata fondata nel 1985 ai piedi della montagna Komagatake, nella Prefettura di Nagano e nel cuore delle Alpi giapponesi, a 800 metri di altitudine, in una zona dalle condizioni climatiche estreme. Le temperature vanno dai -15°C invernali ai 33°C estivi e incidono notevolmente sugli aromi e la maturazione di questo whisky giapponese. Qui viene utilizzata acqua proveniente dalle sorgenti filtrate della montagna attraverso secoli. La produzione, fermandosi durante i mesi estivi, risulta ovviamente esigua.
Tsunuki
La seconda distilleria è giovanissima. Nasce nel 2016 nel distretto di Kagoshima, luogo natale della società Hombo Shuzo. Situata nel sud del Giappone, Tsunuki è nascosta dai piccoli monti Choya e Kurata, da cui proviene l’acqua utilizzata. In questa regione le estati sono molto calde e umide, e gli inverni freddi. La differenza principale con Shinshu sta nel design degli alambicchi. Il wash still ha una forma a cipolla, mentre lo spirit still sale in maniera lineare. In entrambi il collo è più piccolo per diminuire il contatto dei vapori col rame e favorire la nascita di uno distillato più pesante rispetto a quello prodotto a Shinshu. A Tsunuki distillano anche orzo pesantemente torbato.
Yakushima
A Yakushima, dal nome dall’omonima isola Patrimonio Unesco dal 1993, c’è una delle cantine di invecchiamento della Mars. Il clima caldo e tropicale è molto umido e i distillati hanno un angel share più alto. Il risultato è un whisky giapponese con un’evaporazione annua del liquido fino al 9%, contro il 4% di Shinsu e il 7% di Tsunuki.
I prodotti
I blended whisky: Kasei e Cosmo
Kasei in giapponese significa Marte. È un whisky di orzo maltato e altri cereali leggero e rotondo con note di fiori e frutta matura e un leggero finale affumicato.
Cosmo è sempre un blended composto oltre che dai malti della distilleria anche da una parte di single malt provenienti dalla Scozia. Anche in questo whisky primeggiano le note floreali con spiccate note maltose tipiche della sua giovane età.
Le limited edition Komagatake
I whisky di questa serie sono single malt distillati alla Shinshu distillery. Sono edizioni limitate annuali che testimoniano la capacità del clima di interagire con l’invecchiamento del whisky. Dopo la distillazione infatti l’invecchiamento di questo whisky giapponese può avvenire nei tre siti della Mars a seconda dell’anno di rilascio. L’edizione 2021 è Shinshu aging e nasce dall’assemblaggio di barili che hanno maturato sia Bourbon che Sherry.
Tsunuki
Questo whisky è un neonato della nuova distilleria che porta il suo nome. La sua prima espressione, Tsunuki The First, ha visto la luce solo nel 2020. Dello stesso anno è anche il primo whisky torbato, Tsunuki Peated, edizione limitata prodotta a partire da orzo scozzese torbato, distillato tra il 2016 e il 2017 e invecchiato in botti ex- bourbon. Il risultato è un whisky ricco di aromi di torba, caramello e vaniglia. Con Tsunuki Edition 2022 è arrivato uno dei primi imbottigliamenti contenente whisky prodotto dalla distilleria. Invecchiato in barili ex Bourbon, ha note di frutta matura e note imponenti di dolci al forno e invitanti sentori minerali e terrosi.
In Italia Mars è distribuito in esclusiva da Fine Spirits, società di importazione e distribuzione specializzata in distillati di qualità, spesso prodotti da realtà artigianali e micro distillerie.
I Giapponesi sono troppi bravi e mai si sarebbero lasciati sfuggire questa storia del whisky, che, diciamocela tutta, è una figata pazzesca anche se non l’hanno inventata loro.
[In collaborazione con Mars]