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Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina italiana

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A portare il cordoglio in nome di tutti i cuochi è Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia che è stato cuoco di Corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990 e che ne ricorda le abitudini a tavola

08 settembre 2022 | 21:32

A portare il cordoglio in nome di tutti i cuochi è Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia che è stato cuoco di Corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990 e che ne ricorda le abitudini a tavola

08 settembre 2022 | 21:32

Prima o poi doveva succedere. Tutti lo sapevamo. Lei stessa aveva detto “Nessuno vive per sempre”, ma in cuor nostro speravamo non ora, non oggi. Ma il giorno è arrivato e il mondo piange la morte di Elisabetta II d’Inghilterra, colei che è e che resterà per sempre The Queen. Salita al trono con la scomparsa del padre Giorgio VI a Sandringham House il 6 febbraio 1952, all’età di 25 anni, è stata una regina longeva regnando per 70 anni ed entrando nel cuore di tutti i suoi sudditi e dei tanti che l’amavano e la l’ammiravano in ogni parte del globo per il suo carattere forte, la sua risolutezza e la sua tenacia. Anche il mondo della ristorazione piange la morte di Elisabetta, una sovrana che amava mangiare e bere bene (e forse anche questo è stato il segreto della sua longevità).

Un autoironico ricordo del rapporto fra Elisabetta II e il cibo Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina itaiana

Un autoironico ricordo del rapporto fra Elisabetta II e il cibo


Il ricordo di Enrico Derflingher

A portare il cordoglio in nome di tutti i cuochi italiani è Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia che è stato cuoco di Corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990: «Siamo profondamente tristi per la scomparsa di una regina che è stata un modello per tanti. Una donna precisa, ligia al dovere, dotata di sottile humor. Ci piace ricordarla come una buona forchetta, molto abitudinaria a tavola ma capace di concedersi dei piccoli piaceri».


Una sovrana ligia alle regole anche a tavola

E così Derflingher ci racconta con commozione di una sovrana che faceva colazione con il pane integrale, i fiocchi d’avena e un mezzo pompelmo, che amava molto le zuppe e il porridge, che beveva rigorosamente il tè alle cinque accompagnato da sandwich con salmone, cetriolo, panna acida o anche da qualche biscottino integrale, (anche se, ricorda il cuoco, in genere si orientava più sul salato. Verso le sette tutte le sere si concedeva un aperitivo, di solito con un gin tonic o con una bollicina (prima che gli fosse vietato dai medici). Alle otto in punto era a tavola. Un whisky dopo cena era di rito, anche questo finché non gli fosse sconsigliato per la sua salute.


Dieta bilanciata e invariata fino all’ultimo

Fino all’ultimo la sua dieta era rimasta pressoché invariata, come ha ricordato Darren McGrady. Pranzava alle 13 con pesce, come ad esempio una sogliola grigliata su un letto di spinaci o con zucchine o un pollo alla griglia con insalata. Alla sera la carne delle fattorie. La preferita era una bistecca gaelica, servita con salsa di funghi, panna e whisky. Banditi aglio e cipolla. Un piatto che ha fatto storia è stato un risotto che Derflingher ha realizzato per una cena ufficiale, a fine 1989, presenti Michail Gorbaciov, Ronald Reagan, Capi di Stato e sovrani europei. Per la Regina è stato il migliore che avesse mai mangiato in vita sua. «Rompendo il protocollo mi chiamò in sala chiedendo cosa avrei voluto di regalo – ricorda ancora Derflingher – Chiesi la pentola con cui lo avevo cucinato. Era della Regina Vitttoria. Con questa ricetta, il Risotto Regina Vittoria, ho vinto il titolo di Miglior Cuoco d’Italia, d’Europa e del Mondo. L’ho cucinato alle Olimpiadi di Pechino e di Londra, ai Mondiali di Calcio in Sudafrica e in occasione del matrimonio del Principe William, il nipote della Regina. La ricetta? Riso Carnaroli Campo dell’Oste con bollicina italiana, timo, maggiorana, burro di malga, Parmigiano Reggiano 24 mesi e gamberi rossi di Mazara del Vallo».


Una vita che ha lasciato il segno in tutti noi, regina e una donna di cui sentiamo già la mancanza perché lo abbiamo sempre saputo lei sarà sempre per tutti “forever queen”.

Un trono lungo 70 anni

Elisabetta II, regina per 70 anni Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina itaiana

Elisabetta II, regina per 70 anni

Nella storia millenaria delle teste coronate d’Europa – che allinea fra i tanti un Riccardo Cuor di Leone, un Filippo il Bello o una Caterina la Grande – Elisabetta II d’Inghilterra, morta oggi 96enne, potrà essere ricordata a buon diritto come Elisabetta la Longeva e come l’ha ricordata suo figlio, il nuovo Re Carlo III, la “Roccia d’Inghilterra”..

In oltre 96 anni di vita, 70 dei quali trascorsi sul trono di San Giacomo, ha pilotato la nave della monarchia britannica dal tramonto di un impero alle sfide dell’età moderna, lasciandosi alle spalle il primato di durata stabilito in casa Windsor dalla regina Vittoria. E conservando a cavallo di due secoli – anzi, di due millenni – quello scettro che il destino, complice la fine prematura di suo padre Giorgio VI, le aveva consegnato 26enne nel 1952.

Amata e rispettata

Uno scettro che passa ora di mano nel rimpianto dei sudditi e di tanti ammiratori in giro per il mondo, con un lascito segnato da un’invidiabile aura di rispetto e di saldo consenso nazionale verso l’istituzione monarchica. Fedele ai doveri e all’immagine di ‘prima funzionaria’ del regno, Elisabetta ha svolto il suo ruolo fino in fondo. Ruolo ordinario, in un tempo non eroico, ma di straordinario successo – pur fra inevitabili alti e bassi – nella capacità d’interpretare la transizione conciliando cambiamenti epocali con le radici della tradizione: le onorificenze a scapigliate star del rock con gli immutabili copricapo o vestiti color pastello, i viaggi planetari da moderna regina globe trotter con la passione inossidabile per l’antico castello di Windsor o per quello scozzese di Balmoral, dov’è spirata, per gli amati cavalli e gli adorati cagnolini Welsh Corgi.

“Una lunga vita passa attraverso molte tappe cruciali. La mia non è un’eccezione”, aveva notato ella stessa, riflettendo come fra sé e sé alla soglia del 90esimo compleanno, con al fianco il rimpianto consorte Filippo, sua inseparabile ombra lungo sette decenni fino alla morte quasi centenario nel 2021. Oggi il momento cruciale per eccellenza, quello del passo d’addio, è anche un momento di bilanci per una figura che si accomiata prendendo posto, almeno quanto a durata sul trono, accanto a giganti quali Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, o Luigi XIV di Francia, il Re Sole. Personalità alle quali forse non potrà essere paragonata, come – con spirito pungente – ha sostenuto tempo fa lo studioso David Starkey, tratteggiandola nei panni di una regina ‘normale’ che “non ha suggellato un’epoca”; e che però il suo compito storico, insistono altri osservatori, anche al di là dell’omaggio di rito, l’ha assolto: traghettando il Paese in tempi nuovi – dopo l’addio a decine di colonie controfirmato negli anni ’60 e l’ultimo ammainabandiera dell’impero con la restituzione di Hong Kong alla Cina nel 1997 – senza scalfirne la sostanziale fedeltà alla corona.

Il regno lungo due secoli

Attraverso un percorso personale iniziato fra le due guerre e proseguito passando dai paludati anni ’50 alla swinging London dei ’60 e ’70; dalla stagione thatcheriana (con annesse deregulation, guerra delle Falkland e ‘matrimonio del secolo’ fra Carlo e Diana) a quella del New Labour di Tony Blair tramontato con l’avventura bellica in Iraq; dall’ingresso nel terzo millennio dell’era cristiana, in una Londra sempre più cosmopolita, giù giù fino al ‘matrimonio del secolo’ bis tra William e Kate, alla Brexit. E infine alla pandemia globale di Covid, ultimo nemico infido anche per lei, coriacea figlia della guerra.

Momenti sì e momenti no nella vita del Paese e del mondo, come in quella d’una donna educata a prepararsi a diventare regina fin da piccola, a differenza dell’inquieta sorella Margaret; quindi sposa a soli 21 anni di Filippo di Edimburgo; madre di 4 figli (Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo); nonna e bisnonna d’una nidiata di nipoti, da William al fuggitivo Harry agli altri. Il tutto sulla scia d’una popolarità raramente messa in discussione. Men che meno negli ultimi anni. Come conferma l’ossequio che oggi sale non solo da Downing Street (dove da Winston Churchill a Boris Johnson e a Liz Truss, la figlia di Giorgio VI ha visto avvicendarsi 15 primi ministri, mentre nel mondo si passavano il testimone anche una mezza dozzina di papi e 14 presidenti degli Usa, da Truman a Trump e a Biden), ma pure da leader di partito d’ogni colore, sostenitori e avversari della Brexit, persino dagli irriducibili bastian contrari della frangia repubblicana d’Oltremanica.

Il mondo ricorda la Regina Elisabetta II Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina itaiana

Il mondo ricorda la Regina Elisabetta II

Tutti persuasi che l’ultima monarca di un impero che fu oceanico sia rimasta sino in fondo “la roccia” a cui aggrapparsi in un’isola oggi di media grandezza. I sondaggi, per quanto valgano, sono lì a dimostrarlo. E certificano come precipitose fossero quelle previsioni fosche sui destini del casato avanzate qua e là nelle fasi della crisi forse più acuta del suo regno: coincisa con la morte di Diana, già moglie infelice di Carlo. Una ferita vera, segnata allora dallo strappo fra la freddezza attribuita alla corte e il comune sentire popolare, e che tuttavia la matriarca dei Windsor è riuscita a rimarginare rimanendo se stessa: rigorosa nei panni di sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna, Irlanda del Nord e degli altri Reami del Commonwealth – suoi titoli finali – e di devota capo della Chiesa anglicana; sebbene addolcita in ultimo dall’età, dalle difficoltà di movimento, dal rapporto con i bisnipoti autorizzati a chiamarla “gan gan”.

Elisabetta II a tavola nel viveo del recente Giubileo dei 70 anni di regno Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina itaiana

Elisabetta II a tavola con l’orsetto Paddington nel video del recente Giubileo dei 70 anni di regno

Prosegue la dinastia Windsor

Ora spetterà agli eredi a Buckingham Palace, a Carlo prima, a Wiliam poi, seguirne i passi. E resta da vedere se sarà per loro di cattivo auspicio o meno la profezia saettata, fra baccanali e giochi d’azzardo, da Faruk d’Egitto. Che esule nella Roma della Dolcevita sentenziò: “Nel XXI secolo non sopravvivranno che 5 re, quelli del mazzo di carte e la regina d’Inghilterra”. 

La Regina Elisabetta II, la prossima regina consorte Camilla, il nuovo Re Carlo III e il futuro degi Windsor, il principe William Addio ad Elisabetta II, la regina che amava la cucina itaiana

La Regina Elisabetta II, la prossima regina consorte Camilla, il nuovo Re Carlo III e il futuro degi Windsor, il principe William

In ogni caso Carlo diventa il re più anziano a salire al trono britannico, a 75 anni, dopo un’esistenza trascorsa all’ombra di una madre gigantesca nella sua portata. Una corona che è un peso e un’eredità enorme da gestire: e non sono pochi quelli che hanno sollevato perplessità sulla capacità di Carlo di garantire il futuro e la stabilità della monarchia. Non è un caso che i sudditi abbiamo a più riprese indicato di preferire William sul trono, saltando una generazione: ma il principio dinastico non si tocca, ne va del senso stesso dell’istituzione monarchica, che non è un concorso di popolarità. Che re sarà Carlo, allora? Elisabetta ha fatto del silenzio la sua cifra, sempre al di sopra delle parti, senza mai esprimere un’opinione o una preferenza; Carlo invece di opinioni ne ha fin troppe e non ha esitato a esternarle. Sono note le sue lettere ai ministri, scritte con grafia incomprensibile, con le quali metteva bocca negli affari di Stato. Un re impiccione, insomma: questo è il timore, con tutto quello che ne deriva in un Paese che non ha una Costituzione scritta.

E ora tocca a Carlo III, il re verde

C’è da dire, a sua difesa, che Carlo è stato un precursore su molti argomenti, a partire dalla difesa dell’ambiente, la sua vera passione: tanto che fin da giovane aveva trasformato Highrove, la sua residenza di campagna, in un’oasi di biodiversità. Lo si prendeva in giro quando diceva di parlare alle piante: ma di fronte alla catastrofe climatica si è capito che aveva ragione lui. E il suo intervento alla Cop26 è stato dunque fra i più ascoltati. Un re verde, dunque, che nel suo ducato di Cornovaglia ha avviato produzioni biologiche che vengono vendute con successo nei migliori supermercati britannici. Ma lo accompagnano anche tante bizzarrie: come la storia che quando viaggia si porta dietro l’asse del water, perché non vuole accomodarsi su quelle estranee, oppure quella del valletto incaricato di mettergli il dentifricio sullo spazzolino da denti. E ci si chiede dunque come possa un personaggio simile, la cui vita non ha mai avuto nulla di normale, rapportarsi ai sudditi del XXI secolo

C’è chi teme che molti dei Paesi che hanno avuto finora la regina come capo di Stato decideranno di staccarsi dalla Corona. Lo ha già fatto Barbados, la Giamaica forse è la prossima: perché un conto è avere il volto sereno di Elisabetta nei ritratti in cornice, un altro la faccia di Carlo con tutto quello che si porta dietro. E dunque il destino stesso del Commonwealth, tanto caro alla regina, potrebbe tornare in questione.

E sul trono una regina consorte, ma il futuro sarà di William

La grande battaglia personale che Carlo è riuscito a condurre in porto è stata quella per avere Camilla al suo fianco come regina consorte e non come semplice duchessa: una «promozione» sulla quale alla fine Elisabetta ha messo il suo sigillo. Ma questo non vuol dire che Carlo riuscirà a sfuggire all’ombra di Diana; lui resterà il re che ha tradito la sua consorte per poi sposare la sua amante di sempre e metterla sul trono. Non esattamente un capolavoro di stile. Certo, Carlo ce la metterà tutta per smentire i preconcetti che gli si sono appiccicati addosso. Ma diversi commentatori hanno osservato che il suo sarà per necessità di natura un regno breve, di transizione: «un sorbetto fra due portate principali, giusto per pulirsi il palato», è stato detto. E dunque garantire il futuro della monarchia spetterà a William e Kate e alla loro bellissima famiglia: sperando che nel frattempo re Carlo non faccia troppi danni.

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