“Sono finalmente nella capitale del mondo…è bene che questa felicità mi sia stata concessa solo ora…la brama di arrivare a Roma era così forte e cresceva così smisuratamente dopo ogni passo che non potevo più stare fermo e sono rimasto a Firenze solo tre ore…e tutto ciò sta ora nell’insieme avanti a me”. È l’effetto che fa Roma quando si arriva, anche oggi a distanza di due secoli e mezzo, rileggendo le note dello scrittore tedesco Wolfgang von Goethe, che poi diverranno ‘Viaggio in Italia’. Si rimane sbigottiti davanti a tanta bellezza, mentre ogni piazza, ogni angolo, ogni vicolo, ci riportano indietro nel tempo, facendo crescere in noi l’urgenza di conoscere quanto più possibile di questa città straordinaria.
Tra le numerose mete irrinunciabili c’è il Palazzo del Quirinale, di cui si iniziò la costruzione a partire dalla seconda metà del Cinquecento: uno scrigno di capolavori inestimabili, con lo scalone d’onore, il salone dei corazzieri, il salone delle feste, la cappella Paolina, le Scuderie, un’area espositiva straordinaria sviluppata su 3000 m2, distribuiti su più piani e naturalmente i Giardini. Questi ultimi si compongono di quattro ettari di parco, con monumentali specie arboree tra cui l’araucaria, il cedro del Libano, la sophora japonica, il gingko biloba, la sequoia sempervirens, in un’area verde punteggiata di bosso, alloro, leccio, statue, putti, sculture, fontane e romantici sentieri. Un edificio imponente le cui dimensioni superano di venti volte la Casa Bianca, dove soggiornarono una trentina di pontefici prima di divenire residenza ufficiale del Re d’Italia e, dopo il 1946, di 12 presidenti della Repubblica.
A pochi passi dalla sommità del colle, in una zona tranquilla e ombreggiata, ecco Villa Spalletti Trivelli, un’elegante dimora storica di proprietà di Giangiacomo Spalletti Trivelli e di sua moglie Susanna, figlia del campione di equitazione Raimondo d’Inzeo. Nel 2004, dopo tre anni di lavori, la villa è stata trasformata grazie all’architetto Piero Alessandrini in un resort luxury, con un lussureggiante giardino all’italiana, mantenendo tutto il fascino segreto delle residenze aristocratiche.
A volerne l’edificazione – nel luogo dove ai tempi dell’antica Roma sorgeva la residenza di Tito Pomponio Attico, editore e amico di Cicerone – fu Gabriella Rasponi Spalletti Trivelli, vedova del Conte Venceslao Spalletti Trivelli, Senatore del Regno e nipote di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte (sorella di Napoleone), che ai primi del ‘900 acquistò il terreno prospiciente ai giardini del Quirinale affidando il progetto della villa all’architetto Domenico Avenali. Questi si doterà dei migliori artigiani e artisti, tra cui Edoardo Gioia, a cui si deve la pregevole scala. Una donna moderna, Gabriella Spalletti Trivelli, che in quegli anni darà vita a un salotto artistico-culturale che fece epoca nella capitale, frequentato ogni giovedì dai riformisti più noti dell’epoca insieme ad intellettuali e artisti di fama, tra cui Romualdo Bonfaldini, Sidney Sonnino e Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913. Una donna colta e illuminata, vicina alle donne, tra le più importanti femministe italiane di inizio secolo, oggi divenuta oggetto di ricerche e approfondimenti che presto confluiranno in un volume, grazie alla passione di Valentina Vichi.
In virtù della sua dedizione, il movimento per i diritti delle donne acquisterà forza e consapevolezza seguendo il modello inglese. Nel 1903 Gabriella Spalletti Trivelli trasformerà la Federazione Femminile nel Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, entrando a far parte dell’International Council of Woman; con la sua attività febbrile si batterà sempre perché le donne raggiungano l’autonomia, attraverso l’educazione e l’indipendenza economica. Frequenterà Maria Montessori, di cui farà proprio il ‘femminismo scientifico’, aprendo nel 1887 una scuola professionale nella sua villa di Lucciano (Pistoia), dove insegnerà filet a cinque donne della zona, per alfabetizzarle, per toglierle dalla povertà e perché potessero imparare un mestiere. Nel 1904 la scuola verrà premiata a Saint Louis e nel 1911 le allieve diventeranno 500, fino a quando nel 1924 l’esperienza formativa confluirà in una cooperativa che produce guanti in filet (un ricamo di pizzo pregiato), dove le lavoratrici si autotassano perché al momento opportuno vi sia per tutte una pensione di vecchiaia. Ma l’attività di Gabriella Spalletti Trivelli proseguirà anche nella capitale con un intenso attivismo verso le donne e il sociale, che la vedrà in prima linea nell’organizzazione del primo Congresso Nazionale delle Donne Italiane con l’appoggio della regina Elena e di relatrici del calibro di Grazia Deledda e Maria Montessori, e oltre mille donne presenti. Una donna che si batterà tutta la vita per dare voce alle donne. Oggi Gabriella riposa a Lucciano, mentre le sue allieve le hanno voluto dedicare una fontana.
Nei primi anni Trenta, Cesare Spalletti Trivelli eredita la villa dalla madre Gabriella e vi andrà a vivere insieme alla consorte Guendalina Cavazzi della Somaglia, Dama di corte della Regina Maria Josè del Belgio, moglie di Umberto II di Savoia ultimo re d’Italia. Poi la dimora passerà al figlio Piero, scrittore e poeta, che a sua volta la lascerà al figlio Giangiacomo Spalletti Trivelli, che nel 2003 insieme alla moglie Susanna ne farà un relais luxury. Un resort esclusivo nel cuore di Roma, che fa parte del circuito SLH Small Luxury Hotels, la cui gestione è oggi appannaggio della quarta generazione, Andrea e Raimonda Spalletti Trivelli: “Siamo felici della scelta di aver trasformato la dimora di famiglia in un boutique hotel” spiega Andrea Spalletti Trivelli “Siamo orgogliosi di far vivere ai nostri ospiti l’atmosfera intima della villa con la sua storia, i suoi arredi, la sua biblioteca. Una proprietà con un’anima, che racconta secoli di passione per l’arte, per la cultura, per il bello.”
16 camere tra Suite, Junior Suite e Deluxe room, che si affacciano sui Giardini del Quirinale o sul giardino privato all’italiana dell’hotel, arredate con bagni in marmo, guardaroba, lenzuola in lino di fiandra, scrivania e tutti i comfort. Il ristorante, a cui nella bella stagione si aggiunge il dehor esterno, esprime una cucina di casa che attinge alle ricette di famiglia degli Spalletti Trivelli. L’area wellness ha un centro benessere con hammam e palestra, una terrazza-solarium panoramica con area relax, lettini e vasche idromassaggio.
Un soggiorno che conserva un fascino di altri tempi ed è un viaggio nella storia del Novecento italiano, attraverso le vicende di una nobile dinastia, da rivivere in ambienti di grande suggestione e fascino, una boiserie vincolata dai Beni Culturali, mobili antichi collezionati nel corso dei secoli, tappeti, camini e arazzi preziosi, distribuiti tra la maestosa biblioteca che vanta 10.000 volumi e numerose edizioni rare. Infine i sontuosi salotti, dove c’è anche un Home Bar con pregiate selezioni di distillati e vermouth, per prepararsi un cocktail a tutte le ore del giorno e della notte.
All’esclusivo resort luxury si affianca da alcuni anni anche l’azienda Pomario, una fattoria in Umbria, in un’area ancora incontaminata tra Città della Pieve e Orvieto, dove si produce vino e olio extravergine di oliva. È il gioiello di Giangiacomo e Susanna Spalletti Trivelli, che si sono dedicati a questa attività intuendo le potenzialità della zona e votandosi all’agricoltura biologica e biodinamica. Oggi possono contare su 9 ettari di vigneto e 8 di oliveto, a cui si aggiungono la nuova cantina, il frantoio e la barricaia interrata con concetti di architettura eco compatibili che riducono al minimo l’impatto paesaggistico. La produzione si sviluppa su un terreno vocato, con piante nuove e altre che risalgono al 1960, e si concentra su sei vini: l’Arale, a base di Trebbiano e Malvasia; il Sariano, a base di Sangiovese (che per nove anni consecutivi ha ricevuto medaglie d’argento e bronzo ai Decanter World Wine Awards); il Rondirose, con Merlot e Sangiovese e Ciliegiolo; Il Batticoda, con Grechetto e altre varietà a bacca bianca; il Rubicola, un Sangiovese e Merlot; il Muffato delle streghe, a base di Riesling e Sauvignon blanc, considerato tra i migliori Muffati della penisola. Una realtà vitivinicola pluripremiata a cui si aggiunge l’oliveto di Pomario che produce un olio extravergine di oliva biologico di particolare qualità, con riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui le Tre foglie del Gambero Rosso nel 2014 e le 5 Gocce di Bibenda nel 2022 .