Varsavia è una città che non ti aspetti, dove il nuovo e l’antico convivono in perfetta armonia. Nonostante sia stata completamente distrutta durante la Seconda guerra mondiale, è rinata dalle sue ceneri come la fenice, diventando una delle icone della Polonia post-industriale. Si rimane subito affascinati dallo skyline con i nuovissimi grattacieli dalle facciate a specchio, progettati da studi di archistar come Daniel Libeskind, Foster & partners e Jasper & Eyers, che fanno da sfondo al Palazzo della Cultura e delle Scienze, retaggio dell’epoca sovietica, con la sua architettura all’insegna del realismo socialista. Si può salire al 30° piano con un ascensore e fermarsi a bere un caffè o una bibita, e godere della vista di tutta la città.
Varsavia è sempre in movimento, moderna, innovativa e ha tanto da offrire. Numerosi gli eventi da vivere all’aperto durante la stagione estiva: il sabato (Żoliborz) e la domenica mattina (Mokotov) si svolge il Breakfast Market, dove vengono allestiti stand enogastronomici con cibo e prodotti locali ma anche provenienti da tutto il mondo, che le persone possono acquistare o gustare sedute ai tavolini o sul prato, come in un picnic bucolico. Musica, giochi per i bimbi, tanta allegria, il market è frequentato non solo dai residenti, ma anche dai turisti, attirati da questo pot-pourri di sapori e colori.
Breakfast Market
Sempre la domenica, da maggio a settembre, nel Parco Reale Lazienki, si può assistere ai concerti all’aperto gratuiti di musica di Chopin, eseguiti da artisti di fama mondiale. “Varsaviano di nascita, dal cuore polacco, cittadino del mondo per il talento” così venne descritto dal poeta Cyprian Kamil Norwid, Fryderyk Chopin, bambino prodigio, compositore e pianista, uno dei più importanti del periodo Romantico (1830-1890).
A lui sono dedicate le panchine “musicali” posizionate nei luoghi legati al compositore, sopra ciascuna è posizionato un bottone, premendolo si potrà ascoltare una delle sue opere. Ed anche un museo biografico, Palazzo Ostrogski, dove è raccolta la più grande collezione di ricordi di Chopin al mondo, e che ospita anche la Fryderyk Chopin Society. All’interno del Parco Reale Lazienki, chiamato anche Parco dei Bagni Reali, c’è la residenza estiva dell’ultimo re polacco Stanisław August Poniatowski, costruita da architetti famosi tra i quali l’italiano Domenico Merlini, che progettò per lui anche molti altri edifici della città.
Varsavia è una smart city con il 30% di parchi, mobilità urbana sostenibile, car sharing e Veturilo, sistema di noleggio biciclette con 55 stazioni, 1000 biciclette in 3 distretti. La bicicletta infatti è il mezzo ideale e green per visitare la città. Per esempio dal lungofiume della Vistola si può arrivare fino ai piedi del Castello Reale. La Vistola è ormai considerata come un nuovo quartiere di Varsavia: su una riva vi sono moderni locali dove si concentra la movida, mentre l’altra, più selvaggia, è caratterizzata da cinque spiagge urbane. Vengono effettuate anche delle gite in battello. Durante il tour si possono ammirare il panorama della Città Vecchia e Nuova, il Centro Scientifico Copernico, la Sirena, simbolo della città e lo Stadio Nazionale.
Castello Reale
Un’altra suggestiva vista della capitale polacca si ha dal tetto della Biblioteca Universitaria, dove è stato allestito un grande giardino pensile, uno degli spazi verdi più belli ed unici di tutta la Polonia, in cui è possibile passeggiare lungo le diverse passerelle immerse nella vegetazione.
Biblioteca universitaria
Negli ultimi 30 anni a Varsavia è avvenuta un’importante operazione di riconversione di edifici, vecchi mercati ed ex fabbriche. La centrale elettrica Elektrownia Powiśle, una delle più importanti e moderne della Polonia, costruita nel 1904 e capace di fornire tutta l’energia necessaria a Varsavia, dopo la sua chiusura, è stata riqualificata con un progetto di Tristan Capital Partners e White Star Real Estate, che combina storia e modernità, in un grande spazio multifunzionale in cui si trovano negozi, ristoranti, hotel e beauty halls.
Centrale elettrica Elektrownia Powiśle
Koszyki è un grande edificio in stile Art Noveau dei primi del ‘900, completamente ristrutturato e trasformato nel ritrovo più cool di Varsavia, un food market con localini alla moda: dallo street food al gourmet come da ĆMA, uno dei ristoranti di proprietà Mateusz Gessler, chef nonché personaggio televisivo, in cui viene proposta una cucina del territorio in chiave moderna e gourmet, dove spicca fortemente l’influenza francese, con in abbinamento vini autoctoni e internazionali, ma anche cocktails classici e con sottofondo di musica con DJ set.
Un altro bell’esempio di recupero post–industriale è Koneser, dal XIX secolo una delle fabbriche di vodka più note in Polonia, distillato che deve le sue origini proprio a questo Paese nel 1405. L’ottocentesco edificio è stato ricostruito e progettato dallo studio Nizio Design International per gli interni e dal gruppo Liebrecht & Wood in collaborazione con BBI Development per gli esterni. Nel 2018 è stato inaugurato il Muzeum Polskiej Wódki –Museo della Vodka Polacca– dove, attraverso gallerie interattive, si viene a conoscenza dei 500 anni di storia, dell’evoluzione tecnologica nella sua produzione e le tradizioni e i costumi ad essa legati. Il complesso è situato nel quartiere Praga, che non si riferisce alla città della Repubblica Ceca, ma in polacco significa bruciare, in quanto che, nel 1200, proprio in questa zona furono bruciati parecchi alberi per costruire case. Qui ora si trovano gallerie d’arte, caffè e locali caratteristici. Uno dei più vecchi è Pyzy, Flaki Gorące!, dove vengono proposti i Pyzy, una sorta di gnocchi di patate, serviti con sughi differenti: pancetta, lardo, carne o cipolla fritta, oppure ripieni di quark – formaggio che ricorda la ricotta – carne o funghi. La particolarità è che si mangiano in un barattolo di vetro, fumanti. E i Kopytka, gnocchi un po’ più piccoli dei precedenti, il cui nome infatti significa piccoli zoccoli. Sono sempre preparati con patate e accompagnati dagli stessi sughi dei Pyzy.
Museo della Vodka
Il luogo più “fotogenico” di Varsavia? Sicuramente la scala tutta colorata, realizzata dall’artista David Ryski, che si trova in un complesso architettonico ex -industriale dell’Ottocento nel quartiere di Wola dove un tempo sorgevano le birrerie. Un’area completamente rivitalizzata, dove ora trovano posto una food hall, bar, ristoranti, uno show con la musica, spettacoli dal vivo e la Browary Warszawskie. Qui si possono degustare 18 tipi di eccellenti birre artigianali insieme a piatti alla griglia, stinco di maiale, hamburger, pesce e anche proposte vegetariane.
La scala colorata di David Ryski
Un altro piatto tipico polacco sono i Pierogi, grandi ravioli a forma di semicerchio ripieni di patate, carne o formaggio e conditi con pancetta, lardo o cipolla. Si trovano anche in versione dolce farciti con frutta o marmellata. Non mettendo l’uovo nell’impasto diventano vegan-friendly. L’indirizzo giusto dove mangiarli è Syrena Irena, un nuovo locale dall’atmosfera informale, in stile anni ‘50, dove prevale l’azzurro e dedicato alla sirena simbolo di Varsavia. I Pierogi sono la specialità della casa e vengono anche rivisitati con ripieni e condimenti inediti. Dopo essersi rifocillati con i ravioli polacchi, ci s’incammina sulla Route Royale, la strada che attraversa la città, lunga 10 km e che si estende dalla colonna di Re Sigismondo III a Wilanow, residenza estiva reale. Il tragitto è costellato di antichi palazzi e chiese e conduce alla città vecchia – andata distrutta nel periodo della Seconda guerra mondiale – nominata Patrimonio Unesco, per la ricostruzione così fedele e vicina all’originale. La piazza del mercato colorata e pittoresca costituisce il fulcro della città. Al centro sorge il monumento alla Sirenetta che tiene in mano uno scudo, simbolo di Varsavia. La leggenda narra che visse nella Vistola, disturbando i pescatori, i quali decisero di catturarla, ma uno degli abitanti, catturato dalla sua bellezza la liberò e lei promise di salvaguardare per sempre la città. Alle porte della città vecchia si trova il Castello Reale, anche questo fedelmente ricostruito, residenza ufficiale dei reali polacchi, nelle sue sale sono conservati tutti gli arredi e le opere d’arte scampate alla razzia dei nazisti.
Monumento alla Sirenetta
Se volete visitare qualcosa di insolito, c’è il Museo del Neon, aperto nel 2012 dalla fotografa polacca Ilona Karwinska e dal designer inglese David Hill. Unico nel suo genere, si trova nella Soho Factory, un’area post-industriale dove un tempo c’era una vecchia fabbrica di munizioni. Si possono ammirare più di 200 insegne al neon, che, nella Varsavia comunista, non reclamizzavano imprese private, ma le loro scritte dicevano semplicemente “panetteria”, “latteria”, “giornali”. Cadute nell’oblio dopo il loro periodo d’oro, qui hanno ritrovato una seconda vita.
Museo del neon
Dall’alto dei suoi 31 piani il Novotel Warszawa Centrum, che si affaccia sulla skyline di Varsavia, è l’hotel ideale dove soggiornare. Situato nel quartiere Sródmiescie, è poco distante dal centro, da tutte le principali attrazioni della città, e a solo 5 minuti dalla stazione della metro Centrum. Le camere sono moderne e confortevoli, con macchina del caffè espresso e bollitore. Tutte con vista impareggiabile, così come il centro benessere e la palestra, posizionati all’ultimo piano, nella Złote Tarasy. Al piano terra accanto alla lobby c’è il ristorante Novo Square Lounge, aperto da mattina a sera, dalla prima colazione al dopo cena.
polonia.travel
browarywarszawskie.com
Ćma – Mateusz Gessler
neonmuzeum.org
muzeumpolskiejwodki.pl
Hotel a Warsaw – Novotel Warszawa Centrum – ALL (accor.com)
Home – GUIDA DI VARSAVIA
Photo credits Giulio Andreini
Isabella Radaelli
Giornalista gourmet, viaggiatrice e champagne addicted. Amo uscire a cena e scoprire nuovi locali, all’aeroporto mi sento già in vacanza e quando intraprendo un nuovo viaggio mi entusiasmo come se fosse il primo. Al ristorante o in qualunque altro luogo, non scelgo mai un posto a caso, perché seguo le regole del Feng Shui. Il mio motto è: “Andrò sicuramente all’inferno, ma che ci sia almeno un Relais & Châteaux”.