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Rinuncia all’eredità milionaria, la scelta di Marlene Engelhorn: “I soldi fanno felice poca gente”

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La sua eredità in iniziative sociali. La scelta di Marlene Engelhorn, ventinove anni e tra gli eredi della Basf, sta facendo il giro del mondo. Vera e propria decisione politica considerando anche che Marlene Engelhorn fa parte di un’associazione internazionale di ricchi, i Millionaires for Humanity, e ha fondato il movimento “Taxmenow” che vogliono che i governi tassino maggiormente le eredità e le grandi fortune.

La Basf, l’azienda di famiglia, è il maggiore gruppo chimico del mondo: ottantamila miliardi di euro di fatturato all’anno. Secondo la rivista Forbes la nonna Traudl Engelhorn-Vechiatto, 94 anni e grande filantropa, al 687esimo posto delle persone più facoltose del pianeta. Un patrimonio da 4,2 miliardi di dollari. Due anni fa la donna ha rivelato alla famiglia il suo testamento. E alla nipote, nel momento in cui la nonna dovesse morire, spetterebbero diverse decine di milioni almeno.

Marlene Engelhorn si è detta turbata, alla scoperta dell’eredità. Vive a Vienna, studia lingua e letteratura tedesche, ha fondato il movimento Tax Me Now e al Forum di Davos ha manifestato con il cartello “In Tax We Trust”. Dice di non aver “fatto nulla per ricevere questa eredità: pura fortuna, casualità della nascita”, sostiene che il denaro in sé “probabilmente fa felice poca gente”. Ha scelto di destinare il 90% della sua parte a iniziative benefiche.

Il Corriere della Sera ha ricostruito brevemente la storia dell’impero: fondato a Friedrich Engelhorn nel 1865, si fuse nel 1925 con altre società e nacque la Ig Farben. Il lato oscuro della storia risale all’impianto di Auschwitz dove si produceva lo Zyklon-B usato nelle camere a gas. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1952, Basf sarebbe tornata al suo nome originario.

Delle origini del patrimonio, e dell’eredità che le spetterebbe, la donna ha parlato diffusamente in diverse interviste dopo che la sua storia ha cominciato a circolare. La Basf ha inventato il colorante indaco, tra i primi coloranti sintetizzati in scala industriale, e la tecnologia per nastri magnetici, musicassette e video cassette. “Non conosco l’esatta storia e l’origine della fortuna, nemmeno quanto lavoro abbia richiesto. Quello che posso dire è che non è lavoro mio. Mi turba il fatto che tutte le maggiori fortune siano completamente opache”.

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