Voi instancabili ricercatori di ristoranti di pesce sul mare nel centro di Roma, accogliete con gioia la riapertura di Pesciolino a Roma Fish bar & restaurant. Il ristorante aveva operato per qualche tempo nel 2019 nella centralissima via Belsiana.
Fu un’apertura veloce ma intensa per l’impatto estetico del locale, all’epoca piuttosto originale rispetto allo stile nordico minimalista imperante. Ma anche per la gradevolezza dell’offerta.
Pesce freschissimo e la presenza in cucina di un forno a fuoco vivo che garantiva grigliate, crosticine, affumicature originali.
Completava il profilo un piccolo ma fornito cocktail bar per un pairing non necessariamente a base di vino. Nel giro di pochi mesi, Pesciolino ha dovuto chiudere per uno dei tanti lockdown di epoca covid.
Pesciolino a Roma cucina di mare
Quella che ha riaperto da qualche mese è una sua versione 2.0. Mantiene la stessa proprietà, cioè il gruppo Asara che a Roma possiede anche i due Ginger Sapori & Salute, ma affida la conduzione della cucina al brasiliano Gabriel Lucca.
Non è un volto del tutto nuovo in quanto faceva parte della brigata nella prima versione del locale. In questa nuova responsabilità ha elaborato una proposta culinaria che innesta suggestioni esotiche.
Da 10 anni in Italia, ha inziato a lavorare per Coquis, dove è entrato in contatto con Iside De Cesare, Davide Cianetti e Alessandro Narducci.
Nella nuova versione di Pesciolino a Roma propone una una cucina in cui il Mediterraneo in qualche modo si affaccia sull’Oceano.
Cucina fusion? Forse, ma resistendo alla tentazione di dare un’etichetta, assaggiando le sue creazioni emerge piuttosto una solidità mediterranea molto riconoscibile in qualche modo impreziosita da interferenze estere.
Mai per stravolgere, mai per nascondere, ma per stuzzicare, divertire e un pochino sorprendere.
Il menu di Pesciolino a Roma è divertente. Volendo si snoda sui classici percorsi, con primi secondi e antipasti. Per chi invece ha voglia di osare o in qualche modo di evadere dal solito ci sono anche dei percorsi meno tipici e altrettanto gustosi.
Possono diventare un menu completo oppure rappresentare delle singole portate per inframmezzare una scelta più tradizionale.
Cosa si mangia
Invitati ad assaggiare la sua cucina, abbiamo lasciato fare allo chef curiosi di vedere dove ci avrebbe portato. Nemmeno a dirlo, cominciamo con un ceviche.
Di quelli buoni e autentici, non edulcorati né adattati al gusto degli italiani. Quindi con il jalapeño che si sentiva, con il coriandolo che si sentiva, un leche de tigre degno di questo nome e il mais croccante per dare consistenza al morso. Un ceviche finalmente come si deve. Raro.
I tacos che sono arrivati immediatamente dopo sono fatti di acqua e farina e fritti sul momento. Estremamente croccanti, non si sbriciolano quando vengono addentati e tengono molto bene il ripieno.
Sostengono un ottimo salmone condito con guacamole e alghe wakame. Un bel mix di cremosità, di freschezza, di acidità e di parti grasse. I tacos di Pesciolino a Roma sono molto buoni.
Ci abbiniamo una falanghina della tenuta della casa, Le Masciare. Una falanghina abbastanza calda, non particolarmente opulenta, però dal profilo decisamente tropicale.
Meno minerale e un po’ meno verticale di come ci aspettavamo, comunque sta benissimo con le pietanze fino a questo momento proposte.
Cibo e pairing da Pesciolino
Ribadiamo l’appartenenza mediterranea con delle deliziose alici fritte rese ancora più croccanti dalla scelta del panko invece che del normale pane grattugiato.
Il primo piatto proposto dallo chef sono delle linguine gamberi e burrata. L’abbinamento è un po’ sfruttato ma il piatto era buono. Si caratterizza per una spiccata nota affumicata che contrasta molto bene con un pomodoro particolarmente dolce.
Con le linguine gamberi e burrata così aromatiche abbiamo assaggiato un Bronner di Thomas Niedermayr annata 2018. Vino molto intenso, molto sapido, che arriva al naso con una nota sulfurea ma che al palato si apriva su note agrumate e di pesca. Una bella acidità sosteneva molto bene le componenti più grasse e morbide del piatto.
Poi è stata la volta del calamaro alla brace con mayo di jalapeno e friggitelli. Un bellissimo mix tra la dolcezza del pesce che nemmeno la cottura alla brace è riuscita a scalfire, compensata dal leggero amaricante dei friggitelli, intensi e saporiti.
L’impresa dell’abbinamento è stata affidata a uno Chardonnay Rabat da Napa Valley affinato per 12 mesi in barrique nuove. L’annata 2018 si esprime in un bouquet molto morbido e in bocca l’alcolicità presente, sostenuta da una certa struttura, compensa in qualche modo un’acidità rimasta indietro.
Il dessert, come poi ci confesserà lo chef, è una ricetta di casa. Si tratta della mousse al passion fruit che gli preparava sua nonna. Ricetta semplicissima a base di latte condensato, frutto della passione ma che dà dei risultati piacevoli. Soprattutto dopo un percorso così articolato in cui, per spegnere le note importanti degli assaggi, c’è bisogno di riequilibrare la bocca con dolcezza sì ma anche con molta freschezza.
Quanto costa cenare da Pesciolino a Roma
E ora veniamo ai prezzi. Sono note meno dolenti di quanto ci si aspetterebbe, considerato che Pesciolino a Roma può servire al massimo 35 coperti, quindi non è tra quei locali che possono puntare sui grandi numeri per contenere i costi.
Optando per un aperitivo rinforzato con un cocktail o del vino, delle bollicine e magari uno dei piatti del menu alla carta più snelli come i fritti o i tacos è possibile cavarsela con 20 – 25 €.
Una cena completa con un calice di vino o un cocktail costa 60 € a persona.
Pesciolino, Via Belsiana, 30. Roma. Tel. +390669797843
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