In pieno centro a Roma, girato l’angolo della Fontana di Trevi, tra il traffico di turisti e violini che suonano c’è Nanà Cucina di Costiera.
Mangiare in centro a Roma è sempre un terno al lotto, come probabilmente in tutte le città turistiche. Tra ristoranti che ti accolgono con l’odore dei piatti scongelati e i butta dentro che invadono i vicoli già affollati, destreggiarsi tra i diversi ostacoli diventa un’impresa da supereroi. Io di super poteri un po’ me ne intendo, ma ammetto che Roma è una città per pochi vissuta da molti, il pericolo è dietro l’angolo.
E allora Nanà è stata una scommessa a Roma, che in qualche modo non ero sicura di vincere, se non fosse altro che il mio sesto senso è ben allenato, peccato che questo non valga quando decido di puntare 1 euro su una partita di calcio.
Cos’è Nanà cucina di costiera a Roma
Nanà non è nato ieri, ma quasi 20 anni fa a Roma, esattamente nel 2004 dalla famiglia Lombardi, che a dispetto del nome è originaria proprio della Costiera Amalfitana. L’intento era quello di creare un punto di ritrovo proprio per gli amici della costiera in visita a Roma. Far ritrovare i sapori, gli odori, la bellissima atmosfera di Amalfi, Positano, Maiori, Minori e le isole belle di Capri, Ischia e Procida, anche a Roma, a due passi dalla prepotenza e maestosità della Fontana di Trevi.
Dal 2004 però ne è passata di acqua sotto i ponti e i nella fontana romana. E quest’anno per Nanà è iniziata una nuova vita, al centro di una Roma che si riscopre meravigliosa.
Il restyling e il rebranding hanno portato una ventata di aria fresca. È stato il frutto della collaborazione con il Gruppo del Pastificio San Lorenzo. In cosa consiste il rebranding? Nel portare da Nanà i romani e non i turisti che, ci mancherebbe alto, rimangono i benvenuti, con un’offerta unica e un’esperienza indimenticabile.
La location di Nanà Cucina a Roma
Lasciandoci alle spalle la Fontana di Trevi (nel caso non ve lo avessi già detto), addentrandoci per la piccola via della Panetteria a Roma, veniamo accolti quasi subito sulla sinistra dal dehors di Nanà in perfetto stile amalfitano, con un’esplosione di colori data da una mise en place impeccabile e tipica. I piatti coloratissimi realizzati con le ceramiche di Vietri, le tovaglie e tovaglioli in un bellissimo cotone a righe bianche e celesti, e il verde delle piante danno all’insieme un tocco di freschezza che pare davvero di essere lì vicino al mare della Costiera.
L’interno di Nana a Roma è altrettanto bello. La struttura è dell’Ottocento. Uno stile tra l’industrial e la vecchia trattoria, un bel bancone antico, una cucina a vista con una grande vetrata da cui poter immergersi nel meraviglioso mondo dello chef Paolo Gargiulo e del sous chef Diego Spiniello. Il verde è il colore che predomina all’interno. A illuminare il bancone le lampade old style a luce caldissima. La sala è spaziosa ma non eccessiva. E poi c’è una chicca: una sala privata, dedicata a una serata speciale, un meeting di lavoro, un momento di sacrosanto relax. L’insieme funziona. Siamo o non siamo al centro di Roma? Te ne accorgi solo quando ci entri e quando esci, perchè Nanà sembra un non luogo.
Cosa si mangia da Nanà a Roma
Ridondante dirlo, ma ovviamente da Nanà a Roma si possono provare le tipiche ricette della Campania. Nel gruppo che gestisce la proprietà c’è un’azienda che fornisce pesce a tutta la Costiera. Nanà quindi ha contatti diretti con fornitori e pescatori, il pesce è freschissimo e garantito. Visto che il mare non dà sicurezza a nessuno, il ristorante si serve anche dei pescatori di Manfredonia. Anche gli altri prodotti sono per la maggior parte campani, come il prosciutto di Nero Casertano. Qui possiamo trovare anche una mozzarella di Bufala Campana freschissima, con una produzione notturna che al mattino è già al ristorante.
Il menu è stagionale e cambia 4 volte l’anno. Ovviamente ogni giorno troviamo i fuori menu a seconda di quello che arriva dal mare e dalla natura.
Ad accompagnarci in questo viaggio in Costiera è il giovanissimo direttore e sommelier Luca Buffa che a 28 anni già vanta una bella esperienza nel mondo dell’hotellerie e della ristorazione.
Gli antipasti
La mia attenzione è andata subito a uno dei piatti del giorno: la zuppa amalfitana. Amo le zuppe in genere, adoro letteralmente quelle di pesce. Sono una grande prova per un ristorante del genere. Pensate che sia facile realizzarla? Se non ci avete mai provato non potete sapere quali insidie si nascondano dietro la realizzazione di una perfetta zuppa di pesce. Presentazione molto carina, sicuramente molto usata ormai, in una bella padella di alluminio fonda. Cozze, vongole, fasolari, calamari, cannolicchi e un morbidissimo polpo. Un po’ di peperoncino, leggermente rossa da un pizzico di pomodoro e croccante di crostini di pane che dentro fanno un bagno di sapore. La zuppa vince. Ma siamo da Nanà, si mangia campano e siamo a Roma.
La zuppa ci è stata servita insieme all’antipasto della casa, con cui sono arrivate altre 3 portate: polpette di melanzane, alici fritte, crostini provola e alici, in carta a 30 € per due persone (5 portate a seconda di quello che offre la stagione e il mare).
Gli altri antipasti, principalmente di pesce, con l’eccezione della mozzarella di bufala e il prosciutto di Nero Casertano, vanno dai 10 ai 15 €.
I primi piatti di Nanà a Roma
Tanto, tantissimo amore per i primi piatti. Ho fatto 3 assaggi, che non so dove il mio stomaco abbia preso la forza di mangiare. Visto un antipasto che mi ha già messo a dura prova.
Sul podio delle mie emozioni ci sono i paccheri totani e pomodorini, in carta a 15 €. Menzione d’onore però anche agli spaghetti alla Nerano e quelli alla colatura di alici (di Cetara ovviamente, con un packaging, notato tra gli scaffali, che Design Week scansati). Rispettivamente in carta a 14 e 16 €. In carta possono cambiare il formati di pasta.
Un classicone che mi riprometto di assaggiare sono gli Spaghettoni Vicidomini a’ Vongole. In carta a 15 €.
I secondi
Qui si è aperto un tema penoso, e non per loro ma per me. Lo spazio a disposizione dentro la panciotta di una che scrive di cibo ma che a malapena arriva a 50 kg è quello che è, eppure vi assicuro che sono una mangiona. Provateci voi a mangiare tutto quello che mi hanno portato a Nanà a Roma.
Ho optato quindi per i crudi, che capisco benissimo che non siano una gran prova d’assaggio, ma come si fa a non assaggiare i crudi in un posto del genere?
Tartare di gambero rosa e carpaccio di tonno. Il pesce freschissimo è chiaramente percepibile anche ai meno esperti. Personalmente non ho apprezzato l’utilizzo della cipolla, l’ho trovata un po’ ruffiana e forse eccessiva in entrambi i piatti, ma ecco lì il gusto personale è importante. Entrambe le portate erano tra i piatti del giorno di Nanà.
Non mi sono però negata un assaggio della frittura di calamari e gamberi rosa di Manfredonia. Non serve parlare, perché qui trovate una foto così fantastica da farvi quasi sentire la croccantezza. In carta a 16 €.
La carta dei vini
La carta dei vini di Nanà a Roma è principalmente incentrata sui vini Campani, spaziando in Italia e nel mondo per una minima parte. I vini sono divisi per micro zone e per vitigno. Un piccolo riguardo è riservato ai vini francesi e ovviamente allo Champagne.
In conclusione
È stato un bel viaggio tra i sapori e i profumi della Costiera, ed è un bel viaggio anche quello che Nanà ha appena iniziato. Un percorso che non sarà facile, perché Roma non ha nulla di facile, perché quella fontana che lì fa un po’ ombra e un po’ vanto parla tante tantissime lingue, che da Nanà hanno sì voce e spazio, ma che di spazio ne devono dare soprattutto a chi ai piedi di quella fontana ci è cresciuto o ci ha vissuto, e che come lei conosce storie ed esperienze importanti. Quello che posso aggiungere è di conservare un posto, in mezzo a tutto il tesoro che conservate dentro, per questo piccolo fortino, perché anche lui vi può arricchire di nuovi e bei ricordi, che hanno un sapore che merita di essere provato.
Nanà Cucina di Costiera. Via della Panetteria, 37. Roma. Tel. +390669190750
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