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Medvedev infiamma il voto italiano: “Punite governi stupidi”. Ed è scontro Letta-Salvini

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Arriva da Mosca l’ennesimo spunto che fa infiammare la campagna elettorale. Colpa di Dmitri Medvedev, ex presidente della Federazione Russa, ora vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale e soprattutto uomo vicinissimo a Vladimir Putin. 

L’ex ‘delfino’ dello Zar, ancora una volta tramite Telegram, è durissimo nel suo intervento sull’Europa e sugli appuntamenti col voto nel Vecchio Continente. Quello più importante, non è un caso, è quello italiano previsto il prossimo 25 settembre. Alle urne europee, scrive Medvedev, “vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità”.

Parole che scatenano immediate reazioni in Italia e l’ennesima occasione di scontro politico. Il primo a intervenire è Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che parla di “preoccupante ingerenza del governo russo nelle elezioni italiane” che tramite il vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale “interviene nuovamente a gamba tesa su questioni di politica interna, questa volta dando anche un’indicazione di voto”.

Sia Di Maio che il segretario del Partito Democratico Enrico Letta quindi chiedono a tutte le forze politiche di prendere nettamente le distanze dalle parole di Medvedev. “Il rischio di ingerenze russe è già chiarissimo. La Russia ha deposto la scheda nell’urna, vuole cambiare il corso della politica estera italiana. Una politica estera che con il governo Draghi è stata molto netta nel frenare l’espansionismo russo e nello stare con l’Europa e con l’Alleanza atlantica”, le parole di Letta al Tg1. “Noi chiediamo che tutti i partiti dicano no a queste ingerenze. In particolare la Lega ha un accordo firmato nel 2017 con Russia Unita, il partito di Putin. Questo accordo deve essere disdettato, se non lo fanno è gravissimo per la sovranità del nostro paese”, la stoccata del segretario Dem.

Un appello raccolto dal Terzo Polo, con la ministra per il Sud Mara Carfagna che sottolinea come Medvedev “dovrebbe anche spiegare a quali Paesi europei si riferisce, visto che il solo che sta per andare al voto è l’Italia, e per chi dovrebbero votare gli italiani ‘per punire il governo’: forse per i partiti che lo hanno fatto cadere?”. A rincarare la dose Carlo Calenda: “La Russia e Medvedev il 25 settembre avranno un’amara sorpresa. Ci impegneremo a sconfiggere i loro ‘amici’ Conte, Berlusconi e Salvini”.

Ma anche Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che sull’Ucraina si è schierata fortemente con la ‘dottrina Draghi’ e con la Nato, usa parole nette tramite il suo senatore Giovanbattista Fazzolari. “Nuova penosa dichiarazione del vicepresidente del Consiglio nazionale russo Medvedev, diventato ormai una macchietta a livello planetario, a testimonianza della profonda decadenza del regime putiniano. Medvedev lancia un appello ai cittadini europei sperando di poter influenzare le loro scelte elettorali. Non si rende neppure conto che tutti i liberi popoli europei provano un profondo disprezzo nei suoi confronti come nei confronti del barbaro imperialismo di Putin. Gli appelli di Medvedev in Europa sono solo un fastidioso ronzio, senza alcun peso politico”.

Ma è proprio l’obiettivo di Letta, Matteo Salvini, il leader che si espone in maniera più ambigua sulle dichiarazioni dell’ex presidente russo. “I problemi degli italiani non sono i tweet di Letta o di un russo. Votano gli italiani, non i russi o i cinesi”, spiega il leader del Carroccio al Tg4.

Solo in serata arriva anche un intervento di Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle che definisce “l’intromissione di Dmitri Medvedev” sulle prossime tornate elettorali europee “inopportuna e pericolosa: gli italiani non devono prendere lezioni e consigli da nessuno, tanto meno da chi si è reso protagonista di guerra e condotte che violano i più elementari diritti umani“.

Silenzio totale invece da Silvio Berlusconi, che non ha proferito parola sulle dichiarazioni del vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale russo.

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