A distanza di quasi un anno dal decesso del 15enne napoletano Luca Piscopo, il ristorante che gli servì il pesce avariato è ancora aperto. Era già stato denunciato prima della tragedia ma a nulla era servito.
Era il 23 novembre 2021 quando Luca Piscopo, 15enne di Napoli, entrava in un ristorante sushi “all you can eat” – mangia quanto vuoi a prezzo fisso – del quartiere Vomero. Quella cena segnò la fine del ragazzino che morì una settimana dopo.
Una settimana di febbre, nausea, malesseri che il medico di famiglia non seppe curare adeguatamente. La conclusione fu che il 2 dicembre 2021 Luca Piscopo spirò, a soli 15 anni, per un’infezione da salmonella, per colpa di pesce non fresco e non conservato secondo quanto le normative prevedono. Fu appurato che il sushi servito in quel ristorante in cui il 15enne andò con gli amici era scadente, non tracciato, conservato male e abbattuto con strumenti vecchi prima di essere servito. D’altro canto c’è un intervento medico quanto meno poco tempestivo, che non è riuscito ad impedire la più tragica delle conseguenze. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la Procura di Napoli a notificare due avvisi di conclusione delle indagini a carico di un imprenditore cinese, ex titolare di un ristorante di cibo orientale al Vomero; e nei confronti di un medico di famiglia, che si sarebbe limitato a consigliare una cura non adeguata dopo un consulto telefonico, senza disporre accertamenti specifici e analisi approfondite.
La Procura partenoepa batte la pista delle linee parallele. Esistono due livelli di responsabilità che hanno contribuito alla morte del ragazzo: quella del titolare del ristorante orientale e quella del medico di famiglia. La scarsa qualità del pesce servito nel ristorante fu appurata da ripetuti controlli: quella sera non fu solo Luca a sentirsi male ma anche alcune sue compagne di classe che, tuttavia, ebbero una sorte più fortunata di Piscopo o, forse, ricevettero cure più tempestive. Il titolare del ristorante – che nel frattempo ha cambiato gestione – è, pertanto accusato di omicidio colposo, somministrazione di sostanze nocive, delitti colposi contro la salute pubblica, violazione della legge sugli alimenti mal conservati. Mentre il medico che non curò adeguatamente il ragazzino è accusato di omicidio colposo in ambito sanitario. Ciò che lascia perplessi è che il ristorante in cui mangiò Luca Piscopo era già stato oggetto di denunce alcuni mesi prima che si verificasse la morte del ragazzo, dal momento che erano state elevate multe proprio a proposito delle condizioni igienico sanitarie degli alimenti. Tutto inutile. Le multe non sono servite a garantire standard minimi, in grado di scongiurare il rischio della diffusione del batterio killer. E un adolescente di 15 anni è morto.