La diplomazia che non c’è
Redazione — 14 Novembre 2022
Da una parte i colloqui tra la Cia e l’intelligence russa in Turchia, dall’altra lo schiaffo dello Onu che chiede a Mosca di riparare i danni provocati ‘grazie’ all’invasione in Ucraina. In mezzo le parole del presidente Volodymyr Zelensky secondo cui il ritiro delle truppe russe da Kherson è “l’inizio della fine della guerra”, “siamo pronti per la pace, la pace in tutto il nostro Paese”.
Dopo nove mesi dall’inizio del conflitto, qualcosa forse inizia a muoversi per trovare un accordo tra le potenze mondiali in campo anche se l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a favore di una risoluzione che chiede la creazione di un meccanismo di rimpatrio e riparazione dei danni creato dalla Russia durante l’aggressione militare in Ucraina. La bozza di risoluzione, presentata dagli Stati appartenenti al cosiddetto “Occidente collettivo”, invita anche a condannare la Russia per le sue azioni in Ucraina. Novantaquattro paesi hanno votato a favore della risoluzione, 14 hanno votato contro e 73 si sono astenuti.
Tra i contrari, oltre alla Russia, figurano anche Cina, Cuba, Mali ed Etiopia, mentre la maggior parte dei Paesi astenuti appartengono al continente africano, ma anche Brasile, Israele o India. Questa risoluzione chiede che la Russia sia “ritenuta responsabile di qualsiasi violazione” del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite in Ucraina, e che “si assuma le conseguenze legali di tutti i suoi atti illegali a livello internazionale, in particolare riparando i danni” materiali e umani.
La risoluzione stabilisce inoltre “la necessità” di creare, “in collaborazione con l’Ucraina, un meccanismo di riparazione” e “un registro internazionale dei danni per elencare (…) le prove e le informazioni relative alle richieste di risarcimento” di persone fisiche, giuridiche e statali dell’Ucraina.
“L’Ucraina avrà il pesante compito di ricostruire il Paese e riprendersi dopo la guerra. Ma questa ripresa non sarà mai completa senza un sentimento di giustizia per le vittime della guerra della Russia”, ha precisato l’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto con favore la decisione presa alle Nazioni Unite. “Dalla liberazione di Kherson alla vittoria diplomatica a New York – l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha appena dato il via libera alla creazione di un meccanismo di riparazione da parte della Russia per i crimini commessi in Ucraina”, ha affermato su Twitter. “L’aggressore pagherà per quello che ha fatto!”, ha aggiunto.
Nella sede delle Nazioni Unite a New York, il rappresentante russo ha invece denunciato la volontà dei Paesi occidentali di legittimare preventivamente l’utilizzo di “miliardi di dollari” di beni russi congelati per sanzionare Mosca, anche per l’acquisto di armi da cedere all’Ucraina.
Dure anche le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che su Telegram, oltre a confermare la tesi del rappresentate russo all’Onu (“gli anglosassoni stanno chiaramente cercando di mettere insieme una base giuridica per il furto di beni russi sequestrati illegalmente”), invita gli Usa ad accettare “la stessa raccomandazione per il pieno risarcimento dei danni causati a Corea, Vietnam, Iraq, Jugoslavia e altre numerose vittime degli americani e della Nato”.
Intanto ad Ankara il direttore della Cia, Bill Burns, ha incontrato la controparte dell’intelligence russa, Sergey Naryshkin, per sottolineare le conseguenze nell’eventualità in cui Mosca dovesse usare armi nucleari in Ucraina, ha riferito un funzionario del Consiglio Usa di sicurezza nazionale, sottolineando che l’incontro in Turchia non aveva come obiettivo negoziare o discutere una possibile soluzione del conflitto in Ucraina e che le autorità ucraine erano state avvertite anticipatamente del viaggio di Burns in Turchia.
Il Cremlino – da canto suo – ha confermato che i colloqui tra responsabili statunitensi e russi si sono svolti oggi ad Ankara. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale russa Tass, citando il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il Consiglio di sicurezza nazionale Usa ha dichiarato in precedenza alla Cnn che il direttore della Cia, Bill Burns, si era incontrato ad Ankara con il suo omologo dell’intelligence russa, Sergey Naryshkin, nell’ambito di uno sforzo in corso da parte degli Stati Uniti di “comunicare con la Russia sulla gestione del rischio” e per discutere i casi di “cittadini statunitensi detenuti ingiustamente”.
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