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Protagonisti di questa prima sessione, l’azienda vitivinicola Tabarrini, di Montefalco, presente con tre suoi vini rossi. Anche i prossime eventi comunicheranno il vero made in Italy al target di Italian Food&Wine Lovers

Protagonisti di questa prima sessione, l’azienda vitivinicola Tabarrini, di Montefalco, presente con tre suoi vini rossi. Anche i prossime eventi comunicheranno il vero made in Italy al target di Italian Food&Wine Lovers

Pensiamo alla grandezza degli Stati Uniti, una volta tanto da intendere anche dal punto di vista non sminuente, della sua superfice, che è più del doppio di tutti i paesi Ue messi insieme. A dire cosa? A dire che a gennaio ci sono le tempeste di neve a Chicago (ma anche a New York) e le spiagge assolate in Florida. Chi può e vuole, dal freddo del Nord va a svernare al caldo della Florida, sempre nei patri confini. Ne consegue che in Florida la vera alta stagione, almeno dal punto di vista delle presenze di turisti Usa, va dal Thanksgiving Day (quarto giovedì di novembre) alla settimana successiva alla Pasqua.

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Italian Food&Wine Lovers Usa in Florida

Pertanto, ai fini di una promozione smart del made in Italy, centrata su una comunicazione b2c volta al sell-out, un evento che si svolga in Florida in questo periodo attrae non solo i floridiani ma anche gli Italian Food&Wine Lovers Usa presenti in Florida per loro svago. Ciò si è puntualmente verificato nella prima sessione di un ciclo di Wine Club svoltosi nell’accogliente Wine Society di Tarpon Springs in Tampa Bay, tenutasi lo scorso sabato, 14 gennaio. Protagonista della sessione, l’azienda vitivinicola Tabarrini, di Montefalco, presente con tre suoi vini rossi.

L’Umbria e Montefalco

Tasting wine condotto in modo ben differente dal tono cattedratico, qui inviso, bensì approccio mediante narrazione del territorio. Si parte dall’Umbria, si enfatizza che nonostante l’assenza del mare la regione umbra ha comunque forte connotazione mediterranea non fosse altro perché mai come in Umbria davvero “all’ulivo si abbraccia la vite”. D’altronde e diremmo finalmente, l’idea che si trasmette del nostro Appennino è quella di “Appennino montagna del Mediterraneo”. Si racconta di un certo Francesco che incontra una certa Chiara e dei due che vogliono fare cose grandi, atte a sovvertire il sociale mediante predicazione ed esempio. E si racconta che ad Assisi nasce il manifesto di tutte le chiese per la pace tra i popoli.

E si racconta che Montefalco è chiamato “la ringhiera dell’Umbria” per quanto consente l’ammirevole visione di panorami che sono trionfo della mitezza interiore, della serenità e del miracolo del buon vivere day by day. E si racconta delle viti e dei vitigni, primo tra essi il Sagrantino, ma c’è anche il Sangiovese e c’è anche la Barbera. E quindi i vini rossi che fa Giampaolo Tabarrini, mettendo nei suoi vini un po’ di quanto si è raccontato, dalla grande laboriosità della gente umbra reso possibile. E omaggio al nonno paterno di Giampaolo Tabarrini, come ringraziamento per il patrimonio di consigli e di esperienza che ha saputo tramandare al nipote, si degusta Il Padrone delle Vigne rosso, annata 2018, un vino schietto e sincero per ravvivare, giorno dopo giorno, quegli indispensabili insegnamenti che si tramandano di generazione in generazione. Il Padrone delle Vigne Rosso è fatto con uve Sangiovese in prevalenza e con piccole quote di Sagrantino e Barbera.

Qui è impensabile un wine tasting dove il food sia il grissino e/o il cracker e va bene così perché l’intento è anche quello di dimostrare che non è detto che con ottimo vino made in Italy si debba necessariamente abbinare cibo italiano. Sarebbe un autogoal per mole e varietà di vendite. Quindi, gradito l’abbinamento con paté di anatra spalmato su pane tostato.

Il Boccatone Montefalco Rosso Doc 2017 e il Colle Grimaldesco Montefalco Sagrantino Docg 2017

Il percorso a tappe che conduce alla verità svelata del Sagrantino vive momento fulgido con il secondo rosso in degustazione: Boccatone Montefalco Rosso Doc 2017 fatto con 60% Sangiovese, 15% Sagrantino, 25% Barbera. Un grande classico, molto apprezzato. Molto apprezzato anche l’abbinamento, un grande classico della cucina made in USA: crostini con roastbeef e rafano. Ed eccoci al compimento del trittico dei rossi. Nel calice il Colle Grimaldesco Montefalco Sagrantino Docg 2017, fatto con sole uve Sagrantino perfettamente mature. Tra le curiosità dei wine lovers, emerse nel brioso confronto, intrigante la domanda “perché l’annata 2017” a volere intendere “perché non stiamo degustando un’annata più recente”.

Sintomatico, questo interrogativo, su quanto ancora ci sia da fare (ed è opportunità, non minaccia) sulla strada dell’edutainment. Alla risposta veritiera che questo vino affina in botte grande per quattro anni, quale gioia nel constatare l’ammirato stupore dei wine lovers. La constatazione che questo vino è espressione dell’identità territoriale che fa sposare un’uva a una zolla di terreno è molto apprezzata. A perdurare, l’abbinamento con il roastbeef al quale si aggiungono saporiti cubetti di cheddar stagionato 18 mesi. In allegria, come è naturale che una degustazione conviviale avvenga, amicalmente si continua a conversare dell’Italia, dell’Umbria, dell’area mediterranea.

Ai gioviali commiati, momento sorprendente e commovente, un medico chirurgo statunitense che ha vissuto quindici anni in Umbria, chiede ascolto e in italiano recita: “Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci nutre e ci mantiene: produce frutti colorati, fiori ed erba”. Commiato gioviale e anche commovente, Francesco è anche qui. Sabato prossimo dall’Umbria al Cilento.

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