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ISRAELE, UN MONDO “GLAMOUR” – James Magazine

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Un detto dice che Gerusalemme prega, Tel Aviv si diverte e Haifa lavora. Ma in realtà si lavora anche a Gerusalemme e a Tel Aviv, come ci si diverte ad Haifa. Israele è un Paese sorprendente, con tante potenzialità, giovane e pieno di vitalità e con la più alta percentuale di start-up al mondo. E ti fa venire voglia di tornarci più volte. C’è un filo conduttore che lo caratterizza, ma non è quello religioso che tutti conosciamo. È il glamour. Un percorso tutto da scoprire che si sviluppa attraverso l’arte, la cultura, la moda, il cibo e il vino.

Gerusalemme

Gerusalemme Muro del Pianto e Moschea @Enzo Signorelli photographer

Gerusalemme – Muro del Pianto e Moschea (photo credits Enzo Signorelli)

Sia che uno sia credente oppure no, non si può rimanere indifferenti di fronte ad alcuni dei luoghi sacri della Città Santa, dove convivono le tre religioni monoteistiche, come il Muro del Pianto, il Santo Sepolcro, la Cupola dorata della Moschea della Roccia che brilla al tramonto.

Il mezzo migliore per girare la città è l’Harakevet Hakala, la rete di trasporto ferroviario leggero. Il tram attraversa i principali punti di Gerusalemme: tra cui Chords Bridge, il ponte che ricorda un’arpa, progettato da Santiago Calatrava all’estremità occidentale della città, Monte Herzl, la Porta di Damasco e il mercato Mahane Yehuda. Chiamato anche shuk, si estende tra Jaffa Road e Agrippas Street nel quartiere di Nahlaot, ed è frequentato oltre che dai locali anche dai turisti, che si “perdono” nei vicoletti in un tripudio di profumi e colori, con sottofondo le urla dei venditori che richiamano i clienti, gridando i prezzi dei prodotti e le varie offerte. Banchi di frutta e verdura, spezie, pane appena sfornato, dolci, olive, ma anche localini dove, in cucine fumanti all’aperto, preparano street food da consumare sul posto o passeggiando.

Mamilla Gerusalemme

Mamilla – Gerusalemme

Il quartiere più chic, e anche il primo a nascere fuori dalle mura nell’Ottocento, è Mamilla. L’omonima avenue è la via dello shopping per eccellenza, con ristoranti e locali alla moda, caratterizzata da edifici costruiti con la pietra di Gerusalemme, una pietra naturale fatta di sabbia, alghe, calcare e fossili.

Fulcro del divertimento e non solo, dai grandi ai piccini, è la First Station, un’ex stazione ferroviaria costruita alla fine del 19° secolo, in pieno periodo Ottomano, con uno stile architettonico influenzato da elementi europei e templari. Il 26 settembre 1892, il primo treno proveniente da Jaffa entrò nella stazione di Gerusalemme e fu ricevuto con una cerimonia festosa. Allora ci volevano ben tre ore per raggiungere Jaffa, rispetto ai 45 minuti attuali, ma in quel momento costituiva un notevole progresso tecnologico, poiché il viaggio con i cammelli o gli asini durava circa dieci ore. La linea ferroviaria è rimasta attiva fino al 1998, dopo 15 anni di abbandono, nel 2013 la stazione ha subito un grande intervento di ristrutturazione, trasformandola in un centro con negozi, atelier d’arte, ristoranti, birrerie e locali con musica dal vivo. La First Station ha ricevuto nel 2020 il marchio Vegan Friendly, dall’omonima associazione, per l’ampia offerta vegana in qualsiasi ristorante situato nel complesso.

King David Show 3 @isabellaradaelli

King David Show (photo credits Isabella Radaelli)

Da non perdere lo spettacolo notturno King David Show, alla Torre di David, dove nella magica notte di Gerusalemme, e con il muro della Cittadella di Davide e i suoi resti che fungono da sfondo, viene proiettata, utilizzando tecnologie avanzate – video, audio e trasmissioni luminose – la storia della vita del giovane Davide, diventato Re, leader influente e fondatore della città. Una rappresentazione che porta gli spettatori indietro nel tempo, nei quartieri storici della città e attraverso eventi significativi che hanno plasmato Gerusalemme.

La nuova frontiera del gusto

Carmel Market 2 @giulioandreini

Carmel Market (photo credits Giulio Andreini)

Il food occupa una posizione di rilievo in Israele. Dal chioschetto sulla spiaggia allo street food del mercato, dal ristorante trendy a quello gourmet, il cibo è un’esperienza non solo sensoriale, ma anche sociale e culturale. La cucina israeliana risente delle influenze dei piatti tipici medio orientali e da quelli portati dagli ebrei emigrati in Israele da tutto il mondo. È per questo motivo che si può considerare precorritrice di quella fusion.

Delicious Israel hummus

Hummus

Un pasto classico inizia con gli antipasti da condividere: Hummus (salsa di ceci cotti e pasta di sesamo con olio di oliva), la Tahina, crema di semi di sesamo con olio, Matbucha (pomodori, peperoni arrostiti, olio d’oliva ed aglio), Turqi, l’insalata con cipolla fritta e pomodoro. Tra le pietanze la gustosa Shakshuka, a base di uova, cipolla, aglio, pomodori, peperoni, pepe nero e spezie; Hraimi: spigola, cernia o ricciola con sugo di pomodoro piccante. Da gustare con la Pita, pane di forma rotonda e piatto, oppure durante lo Shabbat con la Challah, pane a forma di treccia. La carne viene cotta prevalentemente arrosto, sono da annoverare i Šašlyk, spiedini marinati di carne di montone o pecora, e il più popolare Kebab. Il Ptitim o Maftul è il cous cous israeliano, conosciuto anche come cous cous in perle, perché ha grani un po’ più grossi, e viene condito con legumi, cipolle, pomodori e olive. Da assaggiare anche i Falafel, polpettine di ceci fritte speziate e i Burekas fagottini di pasta sfoglia ripieni di formaggio, patate, funghi o verdure. Il dolce più popolare è sicuramente l’Halva, a base di semi di sesamo o pasta di Tahini, con zucchero e miele, frutta secca, pasta di cocco, succo d’arancia o limone, vaniglia e cioccolato.

Per andare alla scoperta dei sapori tipici israeliani Delicious Israel, fondata da Inbal Baum, ex avvocato newyorkese emigrata in Israele, con la passione per la cucina, organizza food tours a Gerusalemme e a Tel Aviv e anche chef cooking workshop nel suo nuovo spazio Delicious Cooking Studio, proprio sopra il Carmel Market.

Vini aristocratici

carmelwines

Si legge nella Torah che Noè, dopo la salvezza dal diluvio universale, piantò alcuni vigneti e preparò del vino, e un bassorilievo del 2700 a.C., custodito al British Museum, raffigura un esercito con sfondo di viti colme di grappoli. La storia moderna della viticoltura in Israele inizia nel 1882 con il Barone Edmond de Rothschild, che fonda la Carmel Winery, prima azienda di Israele. Attualmente sono circa 300 le realtà commerciali. Lo Chardonnay è il vitigno più diffuso tra i bianchi, mentre tra i rossi troviamo Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Cabernet Franc. Le zone più vocate sono le alture del Golan, la Galilea, la Samaria e i Monti della Giudea. Il vino israeliano è kosher, termine che significa “adatto”, “idoneo” e viene prodotto seguendo la Kasherut, cioè le regole di alimentazione della religione ebraica. Tre sono quelle di coltivazione della vite: Orlah, in cui nei primi tre anni è proibito raccogliere i grappoli; Shmitah: ogni sette anni la vite deve essere lasciata a riposo ed è proibito raccoglierne i frutti e Kilai Hakerem, che significa che non si possono avere colture miste, né coltivare altro tra i filari.

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Tel Aviv

Tel Aviv beach @giulioandreini

Tel Aviv beach (photo credits Giulio Andreini)

Tel Aviv, è la città dove non ci si annoia mai. Cuore pulsante di Israele, è stata inserita tra le “prime 10 città più movimentate del mondo” da Lonely Planet e il New York Times l’ha nominata Capitale mediterranea del divertimento. È chiamata la Città Bianca per i suoi 4000 edifici in stile Bauhaus, costruiti negli anni ‘30 dagli architetti ebrei di origine tedesca in fuga dalla Germania nazista. E per questo motivo nel 2003 è stata dichiarata Patrimonio Culturale dell’Unesco come “sorprendente esempio dell’urbanistica e architettura di una nuova città del primo XX secolo”.

Tel Aviv Rothschild Boulevard Rothschild Foundation @giulioandreini

Tel Aviv, Rothschild Boulevard – Rothschild Foundation (photo credits Giulio Andreini)

I palazzi caratterizzati da un’architettura dalle linee pulite, senza decorazioni, sono costruiti in cemento, con balconi arrotondati per fare ombra, scale interne a termometro, finestre in verticale e sono dipinti di bianco per riflettere i raggi del sole. Tutta la città è disseminata di questi edifici, la maggior parte però sono concentrati in Dizengoff Square, piazza dedicata al primo sindaco di Tel Aviv, crocevia di sei strade e con al centro un giardino e una fontana cinetica. Tra quelli più famosi il Cinema Hotel, ex Ester Hotel, progettato nel 1934 da Yehuda Magidovitch, uno degli architetti più influenti della città. Esempi di architettura in stile Bauhaus si possono vedere anche lungo Rothschild Boulevard, un ampio viale con al centro una pista ciclopedonale e costeggiato da grandi piante di ficus benjamin. Qui gli edifici storici si mescolano ai grattacieli delle sedi finanziarie. Altri di questi edifici bianchi si trovano in Bialik Street e Sheinkin Street.

Tel Aviv è anche conosciuta come la Miami del Medio Oriente, per i 14 km di lungomare, il Tayelet, con spiagge attrezzate, palestre all’aperto, aree verdi, tettoie per chi cerca l’ombra e panchine di legno. Le 13 spiagge sono per tutti i gusti: famiglie, coppie, proprietari di cani, giovani, religiosi ortodossi.

Tel Aviv è anche la città che non dorme mai. La movida si concentra a Rothschild Boulevard, tra Allenby Street e e Ben Yehuda Street, nel quartiere di Florentine e al Porto Vecchio con locali che restano aperti fino a tarda notte, soprattutto il venerdì sera, vigilia dello Shabbat. Discoteche alla moda, winebar, chioschi sulla spiaggia o locali hipster, la vita notturna di Tel Aviv è molto easy e friendly.

Vivace, giovane e moderna, la città è una vera fucina di nuove tendenze, ricca di gallerie d’arte, designer di moda e di gioielli, che sono dislocati in Lilienblum Street e a Neve Tzedek, primo quartiere ebraico costruito fuori da Jaffa, la città vecchia. Case basse e colorate, ristorantini chic, caffè, boutique e atelier vari si susseguono in Shabazi Street, la via principale.

Non può mancare una visita al Carmel Market, un vero festival sensoriale del gusto. Come in quello di Gerusalemme, anche in questo mercato si possono trovare una varietà infinita di prodotti israeliani, e anche cibo di strada da gustare con sottofondo il vociare dei venditori e la musica etnica.

Hatachana Tel Aviv

Hatachana – Tel Aviv

Un altro esempio di riconversione industriale è Hatachana, la vecchia stazione ferroviaria di Jaffa, costruita nel 1892 come capolinea della linea Gerusalemme – Jaffa. Dopo la chiusura è rimasta in disuso per parecchi anni, fino al 2010 quando, dopo una completa ristrutturazione durata 10 anni, che ha visto anche il recupero dei vecchi vagoni e dei binari ferroviari, è stata riaperta ed ora ospita caffè, ristoranti, negozi e l’Orbanic (mercato Organico Urbano).

Jaffa

jaffa Clock Tower @giulioandreini

Jaffa – Clock Tower (photo credits Giulio Andreini)

È stata fondata da Jafet, figlio di Noè, da cui ha preso il nome, ed è il porto più antico del mondo. Le sue origini risalgono infatti all’Età del Bronzo, diventando per quattromila anni una tappa obbligata per i commercianti asiatici e europei. I primi abitanti di Jaffa furono i cananei, seguiti poi dai bizantini, islamici, crociati, ottomani e persino da Napoleone Bonaparte. Fino al 19° secolo quando cominciarono ad arrivare ebrei da tutto il mondo, e si stabilirono fuori dalla città, dando vita all’attuale Tel Aviv. Jaffa è considerata la città vecchia ed uno dei quartieri di Tel Aviv–Yafo. Con le sue stradine ciottolate e gli edifici in pietra, caratterizzati da finestre e porte blu, rappresenta il punto di riferimento per artisti e bohémien, con un numero elevato di gallerie d’arte e laboratori artigianali.

Simbolo di Jaffa è la Clock Tower, costruita nel 1903 per commemorare i 25 anni al comando dell’Impero ottomano del sultano Abdul Hamid II. La torre era coronata da quattro orologi in ciascuno dei lati, di cui due segnavano l’ora occidentale e due l’ora orientale, in modo da avvicinare l’orario europeo a quello di Jaffa. Attualmente dei quattro orologi ne è rimasto uno solo e la torre accoglie un info point turistico.

A pochi passi da qui si svolge il Flea Market, dove sono esposti oggetti d’antiquariato, ma anche articoli di scarso valore, vestiti usati, tappeti, vecchi libri, strumenti musicali e articoli per la casa. In cima alla collina, all’interno di un parco, c’è il Wishing Bridge, un ponte pedonale di legno con rappresentati i 12 segni zodiacali, realizzati in bronzo da artisti locali, tutti residenti a Jaffa. La leggenda dice che se si tocca con la mano il proprio segno guardando il mare e si esprime un desiderio, questo si avvererà sicuramente. Provarci non costa nulla.

Mar Morto

Mar Morto @eingedi

Mar Morto (photo credits @eingedi)

Non si può visitare Israele senza fare il bagno nel Mar Morto. Lungo 76 km, largo 16 e con una superficie di 1.000 kmq, a quasi 420 mt sotto il livello marino, ha una salinità talmente alta che sta a galla anche chi non sa nuotare e i suoi cristalli di sale sono spesso visibili in superficie. Nelle sue acque non c’è nessun segno di vita, tranne alcuni tipi di batteri, ma in compenso sono ricche di minerali, come il calcio e il magnesio, utili rimedi contro le allergie e le infezioni delle vie respiratorie, il bromo che aiuta il rilassamento, lo iodio con effetti benefici sulle disfunzioni ghiandolari e il fango nero per la cura della psoriasi. Insomma, il Mar Morto è una vera Spa a cielo aperto. E con Ahava – in ebraico amore – si può portare un po’ di questi benefici anche a casa. Si tratta di un brand di prodotti cosmetici, nato nel 1998 e 100% israeliano, che ha sperimentato e creato Osmoter™, una miscela ottenuta  attraverso l’evaporazione solare naturale dell’acqua del Mar Morto, che contiene livelli unici ed equilibrati di minerali essenziali per la pelle umana, tra cui magnesio, sodio, potassio e calcio.

Carnet d’Adresses

PRIMA HOTELS

Prima Tel Aiv room @giulioandreini

Prima Tel Aiv (photo credits Giulio Andreini)

Prima Hotels è una catena alberghiera israeliana di concept hotels, che permette ai suoi ospiti di connettersi con l’atmosfera unica dei luoghi in cui sono situati, godendo di un’ospitalità di alta qualità e di un servizio personalizzato, ma a prezzi accessibili. Sono 14 le strutture dislocate in tutto il Paese: dalla Galilea a Eilat, ognuna con il suo carattere. A Tel Aviv, l’Hotel 75 si trova ad Allenby Street, una delle zone più vivaci della città, proprio di fronte al centro commerciale Nahalat Binyamin e vicino al Carmel Market. Si sviluppa su 4 piani, con 40 accoglienti camere in stile urbano, con soffitti dipinti con graffiti, mobili retrò, pavimenti in legno e bagni con piastrelle black & white. Mentre se si preferisce soggiornare vicino al mare, a due passi dalle spiagge cool della città, l’indirizzo giusto è Prima Tel Aviv, uno degli hotel più antichi e conosciuti della città (ex Astor). Il boutique hotel conta 63 camere dal design pulito e moderno, che combina linee geometriche e forme semplici ispirate all’architettura e allo stile Bauhaus della Città Bianca. All’interno dell’hotel è presente una galleria d’arte contemporanea con mostre temporanee, che consentono di conoscere e vivere la città dal suo lato creativo e artistico. A Gerusalemme, il Prima Royal è situato nel cuore del prestigioso quartiere di Talbieh, a pochi passi dal Giardino HaPa’amon, da Yemin Moshe e dalla Città Vecchia. L’hotel accoglie gli ospiti in un’atmosfera che permette loro di connettersi allo spirito, all’arte, alla cultura e alla creatività della città. Ogni mattina la colazione viene servita accompagnata da musica dal vivo al pianoforte e champagne.

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The Norman Tel Aviv

THE NORMAN @SivanAskayo

The Norman (photo credits Sivan Askayo)

È hotel più iconico di Tel Aviv, the place to be. The Norman ridefinisce l’arte dell’ospitalità, catturando l’eleganza senza tempo degli anni ‘20, abbinata ai comfort di un hotel di lusso di classe internazionale. Ricavato da due edifici storici nella prestigiosa Nachmani Street, è composto da 30 camere da letto e 21 suite, tra cui due penthouse suite. È dotato di una scenografica piscina a sfioro sul rooftop, con vista panoramica sulla città. All’Alena restaurant, aperto anche agli esterni, gli executive chef Omer Shadmi Muller e Daniel Zur, presentano un nuovo concetto di ristorazione. che esalta i sapori di ispirazione europea, con quelli mediterranei e della Galilea.

The Norman

Abouelafia Bakery

Abouelafia Bakery Jaffa . @giulioandreini

Abouelafia Bakery  (photo credits Giulio Andreini)

Fondata nel 1879 da una famiglia arabo-israeliana, Abouelafia, è la più antica nonché iconica panetteria di Tel Aviv – Yafo, a due passi dalla Clock Tower. Aperta tutto il giorno e tutta la notte, offre una vasta gamma di pane e pitas, burekas, e deliziosi dolci come baklava, babka o knafeh.

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Beit Kandinof

Beit Kandinof 2 food cocktail

Beit Kandinof

Situato nel cuore di Jaffa, in un edificio storico con pareti in pietra, appartenuto ad uno dei più ricchi ebrei di Bukhara che emigrò in Palestina nel XIX° secolo, il Beit Kandinof è un ristorante alla moda, connubio tra arte e cucina. Gli chef Itai Koshmero e Shmi Golomb propongono una cucina mediterranea, mix delle varie culture che si sono succedute a Jaffa. Piatti creativi, realizzati con tecniche moderne e ingredienti stagionali provenienti dai mercati vicini. Accompagnati da cocktail signature e da una selezione di vini provenienti da cantine locali. Il locale è anche galleria d’arte: nelle cinque sale sono presenti mostre di arte contemporanea con opere di giovani artisti israeliani.

Kandinof.co.il

Brasserie Ein Kerem

Brasserie Ein Kerem

Brasserie Ein Kerem

La Brasserie Ein Kerem si trova nel tranquillo quartiere di Ein Aram e si sviluppa su due piani in una palazzina in pietra di Gerusalemme, al secondo c’è una ampia terrazza da cui si gode una vista mozzafiato della città, soprattutto al tramonto. Il ristorante propone un menu con piatti tipici israeliani, mediterranei e influenza francese, tra cui insalate, pasta, pesce fresco e carni prelibate.

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Ein Gedi Hotel Resort & Spa

Ein Gedi @eingedi

Ein Gedi (Photo credits @eingedi)

Situato sulla sponda occidentale del Mar Morto. Da guesthouse è diventato un rinomato hotel con 166 camere e suites di diverse tipologie, dislocate in edifici a due piani, all’interno di un grande e rigoglioso giardino botanico, con alberi secolari come il Baobab e il Ficus Benghalensis. Nella Synergy Spa, sauna, hammam, 12 cabine dove vengono effettuati trattamenti con fango e sali, sei piscine, di cui una esterna d’acqua dolce, e aree relax. Completano l’offerta un ristorante e una boutique dove si possono acquistare prodotti cosmetici a base di vitamine e sali del Mar Morto.

EinGedi

Elisha Abargel

Elisha Abargel @giulioandreini

Elisha Abargel (photo credits Giulio Andreini)

Classe 1985, Elisha Abargel è un pluripremiato fashion designer di Tel Aviv. Laureato nel 2014 allo Shenkar Fashion Institute, nel 2016 ha aperto il suo showroom in Lilienblum 20, a due passi da Rothschild Boulevard. Le collezioni di Elisha sono un mix tra moda sartoriale e abbigliamento sportivo, realizzate per la donna audace, vibrante e creativa. I suoi disegni sono distintivi e riflettono la sua città, ma anche sé stesso, e sono senza tempo quanto contemporanei. È conosciuto per il suo processo di lavorazione unico: Elisha inizia creando i motivi del design a mano e poi utilizza una tecnologia avanzata per creare digitalmente il tessuto. I suoi abiti combinano materiali classici, come pelle, seta e lino, con maglie create digitalmente e altri materiali tecnici. Gli abiti di Elisha rappresentano un desiderio per il romanticismo dei tempi passati, con un tocco di ultra-modernità. Questo stile inconfondibile richiama clienti fedeli provenienti da tutto il mondo.

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Agas & Tamar

Agas Tamar @giulioandreini

Agas & Tamar (photo credits Giulio Andreini)

Lanciato nel 1998 il marchio è nato dall’incontro di due giovani studentesse che si sono conosciute nel 1997: Einat Agassi e Tamar Harel-Klein. Il loro legame d’amicizia si è rapidamente evoluto in un solido rapporto creativo-professionale, scoprendo che entrambe condividevano un comune interesse per l’arte orafa, ma soprattutto per l’unione di materiali differenti. La loro collezione comprende pezzi che fondono pietre preziose con monete, gemme antiche con antiche incisioni ebraiche, oro 22 kt con metalli grezzi. Ogni gioiello è realizzato a mano e passa attraverso un processo scrupoloso per assicurarne la perfezione, l’unicità e la raffinatezza. Il loro negozio è situato nel quartiere boho Neve Tzedek.

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Cover: Gerusalemme (photo credits Isabella Radaelli)

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