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“Conte e i 5 Stelle hanno perso 6 milioni di voti ma niente psicodrammi”, intervista a Graziano Delrio – Il Riformista

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Il futuro dei dem e l’investitura per Bonaccini

Umberto De Giovannangeli — 31 Dicembre 2022

“Conte e i 5 Stelle hanno perso 6 milioni di voti ma niente psicodrammi”, intervista a Graziano Delrio

Il “nuovo Pd” a congresso. Un percorso accidentato. Il Riformista ne discute con Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia, ministro per gli Affari regionali e le autonomie nel governo Letta, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti prima nel governo Renzi e poi riconfermato nel governo Gentiloni, Delrio è stato anche capogruppo Dem alla Camera dei deputati.

Dal 25 settembre sono trascorsi poco più di 90 giorni. Sono stati giorni utili? Potevano essere spesi meglio? Qual è il suo bilancio?

Dobbiamo onestamente dire che abbiamo lasciato scorrere troppe settimane continuando a guardare dentro noi stessi un po’ frastornati. Una riflessione seria e profonda, non liquidatoria e sbrigativa, sulle cause della sconfitta e della non partecipazione al voto di una parte di elettori del centrosinistra doveva essere fatta insieme alla società e ai territori che sono le vere risorse di un partito popolare nei momenti di crisi. I partiti personali, a cui mi pare si siano aggiunti anche i 5 stelle, possono permettersi anche di ignorare la crisi dei partiti e della loro funzione storica nella democrazia rappresentativa ma questo è il vero problema per tutti visto che la partecipazione al voto dal 2006 al 2022 è crollata di quasi 20 punti percentuali. Certo, avendo perso quasi un milione di voti in termini assoluti rispetto alla sconfitta già grave del 2018, ora pare che le colpe e le disattenzioni siano tutte attribuibili alla crisi del centrosinistra ma un po’ di misura non guasterebbe visto che per esempio i 5 Stelle hanno perso oltre 6 milioni di voti nello stesso periodo dopo aver avuto il loro leader presidente del consiglio per tre anni. Non mi pare vi siano stati psicodrammi.

La Carta dei Valori equivale ad una sorta di Costituzione per il Pd. Giusto modificarla – e se sì in che misura – motivando l’operazione con l’immensa mole d’acqua passata sotto il ponte dal 2007?

I principi e i valori rimangono gli stessi nel 2007 ma è chiaro che gli accenti e le prospettive sono cambiate. Un aggiornamento è sicuramente necessario se consideriamo che nel 2007 veniva presentato il primo iPhone. Faccio quest’esempio non a caso visto che la tecnologia sta cambiando il modello di sviluppo, il comportamento del capitalismo classico. Basti pensare alla sfida di come la politica può limitare il cosiddetto capitalismo della sorveglianza per mantenere una libertà effettiva delle persone. Inoltre l’interdipendenza degli esseri viventi e delle nazioni non ha bisogno di ulteriori prove dopo i tragici eventi della pandemia e della guerra. Non si può stare sani in un mondo malato. Si tratta allora di declinare finalmente la terza parola della rivoluzione francese: Fraternità. Dobbiamo riflettere sul fatto che non esiste vera libertà e vera uguaglianza senza uno sforzo verso il rafforzamento dei legami comunitari, verso la fraternità. Ma diamoci i tempi giusti.

Cosa intende quando parla della necessità di una “conversione culturale della sinistra”?

Non esiste politica senza cultura e senza conoscenza della storia dell’uomo. È il sistema di valori culturali che deve guidare la soluzione tecnica ai problemi concreti. La transizione energetica trova la sua radice e senso nel concetto di ecologia integrale cioè ambientale, economica e sociale. La nostra politica non è, non può essere solo discussione sull’economia ma è capacità di dare anima e slancio alla convivenza anche perché la globalizzazione ci rende vicini, ma non ci rende fratelli, cioè responsabili del benessere di ogni persona e popolo.

Calenda-Renzi da una parte Conte dall’altra. Una doppia Opa sul Pd.

Pensano a sostituirci e non ci riusciranno. Ma se privilegiamo nel nostro dibattito la semplice contrapposizione tra libertà e uguaglianza rappresentate dal pensiero liberale e dal pensiero laburista facciamo il loro gioco. Lo spazio lib-lab specialmente negli ultimi decenni ha considerato l’individuo isolato, privo dei suoi legami, preso in considerazione soprattutto come consumatore, risparmiatore, lavoratore, contribuente, utente di servizi. Nel pensiero politico lo spazio della comunità che mette al centro il nostro essere genitori, amici e membri di un partito, di un’associazione, membri di una comunità locale, cioè lo spazio che ha dato e dà identità alle persone, è stato ridotto ai minimi termini. Paradossalmente il populismo e la destra ha agito proprio in questa ricerca di identità di radici e tradizioni, investendo però sul nazionalismo, su identità chiuse e sulla semina d’odio verso il diverso. Dobbiamo riattivare politiche comunitarie cioè per la famiglia, per l’ associazionismo, per premiare le comunità di lavoro virtuose. Fra stato e mercato vi è la comunità. Una nuova politica deve investire sulle comunità a partire dalle comunità energetiche e dalle case di comunità in ambito sanitario

Qui e oggi. Il governo della destra. Alla sua prima manovra di bilancio. Si direbbe abbastanza esplicita sulla visione del Paese, sulla scelta della propria costituency sociale, sugli obiettivi sociali e culturali. Condivide?

Credo sia chiaro che questa legge di bilancio non dà risposte vere. Si è sostanzialmente deciso di colpire i 18 milioni di lavoratori dipendenti. Con l’inflazione oltre il 10% l’emergenza era abbassare le tasse sul lavoro,il cuneo fiscale, per mettere in tasca ai lavoratori più soldi: rispetto al governo Draghi hanno messo briciole. Con l evasione oltre i 100 miliardi era prioritario lanciare misure drastiche contro l’evasione per recuperare risorse e ridurre le tasse, l Irpef ai dipendenti che sono i più fedeli fiscalmente e invece si strizza l occhio agli evasori e si aumenta il divario con gli autonomi. Inoltre i lavoratori pagheranno la crisi imminente del sistema sanitario perché lo stanziamento è totalmente insufficiente come dicono i governatori anche di destra. Il sistema pubblico è necessario per tutti ma specialmente per il ceto medio-basso che non può permettersi la sanità dei privati. Da ultimo si liquida il reddito di cittadinanza e opzione donna. Più che fare la guerra alla povertà hanno deciso di fare la guerra ai poveri.

Cosa ha Bonaccini che la convince più degli altri candidati in lizza?

Conosco Stefano da tempo e so che crede sinceramente nella forza e nell’originalità del partito democratico come unione dei riformismi che hanno fatto grande l’Italia. Da buon amministratore sa che la forza di un paese risiede nella sua società, nella sua impresa, nei suoi lavoratori, nella famiglia e sa stare in mezzo a loro come uno di loro. Capisce che la centralità di un progetto politico e la sua validità si misura dalla capacità di governare i problemi e non di sedurre gli elettori.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.

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