In una intervista a Repubblica Silvio Berlusconi lancia l’agenda del 2023 del governo Meloni, dettando i tempi alla presidente del Consiglio. Primo, la riforma della giustizia, sulla quale «il ministro Nordio ha dato indicazioni basate su una solida cultura garantista che è anche la nostra». Secondo la riforma della burocrazia con la misura simbolo dell’abolizione del regime delle autorizzazioni preventive, per l’edilizia e per l’avvio delle attività di impresa. Per il Cavaliere «Sarebbe una riforma a costo zero che favorirà gli investimenti e quindi la crescita e la creazione di posti di lavoro».
Secondo Silvio Berlusconi la prima Legge di bilancio del governo Meloni è stata la «manovra migliore possibile nelle condizioni date», ma «forse va messo a punto il metodo, dobbiamo abituarci a lavorare meglio insieme, evitando il rischio di scaricare sul Parlamento nodi irrisolti».
Il riferimento è il mancato accordo sulle pensioni minime. Il leader di Forza Italia aveva promesso in campagna elettorale di aumentare la soglia minima a mille euro, mentre il governo Meloni l’ha aumentato solo a 600 euro. Berlusconi promette di realizzarla entro la fine della legislatura, nel 2027, così come la totale defiscalizzazione e decontribuzione dei nuovi contratti a tempo indeterminato per i giovani e «una grande riforma del fisco che abbassi le aliquote per tutti con l’introduzione della flat tax».
Nell’intervista a Repubblica Berlusconi ha parlato anche della possibile creazione di un grande partito conservatore italiano, sul modello del Partito Repubblicano americano: «Sarebbe un passo ulteriore verso il consolidamento del bipolarismo. Si tratterebbe di un contenitore nel quale devono trovare spazio storie e correnti di pensiero diverse, tutte essenziali. Nel nostro caso un ruolo fondamentale dovrà averlo la cultura politica liberale, cristiana, garantista, europeista e atlantica, davvero essenziale per un centrodestra di governo».
Stando però agli ultimi sondaggi Forza Italia è bloccato al 6,5 per cento, superato dalla federazione Azione-Italia Viva al 7,6 per cento.