15 gennaio 2023 | 20.28
LETTURA: 1 minuti
L’ex vice attorney general dell’amministrazione Trump: “Se dovessi condurre io l’inchiesta vorrei andare subito alla fonte”
“La domanda cruciale è se il presidente Biden fosse al corrente di questi documenti classificati“. Così Rod Rosenstein, l’ex vice attorney general dell’amministrazione Trump diventato famoso per aver deciso la nomina di Robert Mueller come procuratore speciale per il Russiagate, afferma, intervistato da Nbc, che la deposizione di Biden sulla vicenda delle carte segrete sarebbe “un passo logico” da parte del procuratore speciale Robert Hurt.
“Se dovessi condurre io l’inchiesta – dice Rosenstein – vorrei andare subito alla fonte e chiedere al presidente se fosse o non fosse al corrente di questi documenti”.
Adam Schiff, il democratico che ha guidato la Commissione Intelligence fino all’insediamento della nuova maggioranza repubblicana alla Camera, “non esclude” che il modo in cui Joe Biden ha gestito i documenti classificati che sono stati trovati nel suo ufficio privato e nella sua casa possa aver messo a rischio la sicurezza nazionale. “Non credo che possiamo escludere la possibilità senza sapere di più i fatti”, ha detto intervistato oggi da Abc.
“Vorrei sapere su cosa sono questi documenti, vorrei conoscere la valutazione del procuratore speciale”, ha aggiunto Schiff riferendosi a Robert Hurt, l’ex procuratore federale, a cui l’attorney general Merrick Garland ha affidato l’inchiesta sulle carte segrete di Biden.
Schiff ha ribadito la convinzione che l’atteggiamento di Biden in questa vicenda “è molto diverso” da quello di Donald Trump per i documenti classificati ritrovati a Mar-a-Lago. “Non c’è stato nessun tentativo di trattenerli, di nasconderli, di ostacolare il corso della giustizia”, ha concluso esprimendo la convinzione che i documenti siano stati ritrovati in possesso di Biden per sbaglio.
Tag
Vedi anche