“Basta viaggi di lavoro, ormai si possono incontrare tutti tranquillamente online”. È la nuova direttiva diramata da Google ai suoi dipendenti. Come rivelato dalla testata statunitense The Information, la società di Mountain View ha attuato una forte stretta nei confronti delle trasferte dei lavoratori, limitandole alle occasioni strettamente necessarie.
Un cambiamento radicale
Una decisione che dimostra ancora una volta come la pandemia abbia cambiato radicalmente il modo di vivere e di lavorare. Anche dei colossi del web. Google non è la prima big tech ad attuare una stretta sui viaggi professionali. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il mese scorso anche Microsoft ha chiesto ai propri dipendenti di ridurre le trasferte e gli eventi aziendali per cercare di contenere i costi.
Pro e contro
Se da un lato questa stretta può essere vista come una scelta di sostenibilità, dall’altro c’è chi ne soffre. Come le compagnie aeree. I viaggiatori d’affari infatti non solo sono quelli che volano più frequentemente, ma anche quelli che pagano di più per farlo. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, le trasferte di lavoro via aereo sono riprese, ma senza tornare ai livelli del 2019.
Il rapporto GBTA
L’ultimo rapporto della Global Business Travel Association (GBTA) ha previsto il pieno recupero della spesa per viaggi d’affari nel 2026, citando una serie di ragioni tra cui inflazione, prezzi dell’energia e carenza di personale. Forse, dopo le strette attuate da Microsoft e Google, sarà costretta a cambiare le sue previsioni.
Il rapporto ha inoltre rilevato che nel 2021 la spesa totale per i viaggi d’affari è stata pari a 697 miliardi di dollari, appena il 5,5% in più rispetto all’anno precedente, quello dello scoppio del Covid. La GBTA prevede che la cifra nel 2022 raggiungerà i 933 miliardi, in rialzo del 34% ma comunque ancora nettamente al di sotto dei livelli pre-pandemici.
L’articolo Basta viaggi di lavoro: Google limita le trasferte dei dipendenti e mette in crisi le compagnie aeree è tratto da Forbes Italia.