C’è una certa similitudine, in Italia, quando di parla di vini di montagna (Carema, Valle d’Aosta, Valtellina, Alto Adige). Vigneti a pendenze impervie in cui diventano più difficili le vinificazioni parcellari, sebbene c’è chi ci riesce con successo a discapito dei volumi produttivi, che necessariamente sono più contenuti rispetto a produzioni d’assemblaggio. Anche dal punto di vista climatico troviamo corrispondenze: le previsioni meteo in montagna ci parlano di tante ore di sole durante l’anno (stimate fino a 1900 circa in Alto Adige) con forti escursioni termiche fra il giorno e la notte.
Nei pendii altoatesini, dove la vite si coltiva da sempre, si denota come correnti calde e fredde acquistino una certa familiarità in favore proprio della viticoltura e i filari, che si sviluppano tra i 200 e gli 800 metri di altitudine, godono dei venti provenienti dalle Alpi e dal Mediterraneo. Dal punto di vista geologico, quella definita come linea insubrica (anche chiamata “sutura periadriatica”) divide la regione in due importanti blocchi: a nord di Merano troviamo la Placca euroasiatica mentre a sud di Bressanone la Placca africana. Qui, sono sette le sottozone identificate per produrre vino – come nella piccola Vallée – che divergono per le diverse condizioni pedoclimatiche e i suoli. Le matrici dei terreni sono estremamente diverse e variegate, si passa dal porfido (roccia vulcanica) alla roccia sedimentaria (dolomia), quarzo e mica. In queste condizioni, oltre venti diverse cultivar trovano il proprio habitat: tra le bacche bianche spicca il Pinot Grigio (coltivato per il 12%) mentre tra le rosse emerge la Schiava, uva storicamente coltivata in Alto Adige che, negli ultimi anni soprattutto grazie al grande consenso riscosso nel mercato, vede una crescita cosante delle superfici vitate (11,5%). Seguono il Pinot Bianco, il Gewürztraminer, lo Chardonnay (coltivati rispettivamente per il 10% ), il Sauvignon Blanc (8%), il Pinot Nero (9%) e il Lagrein (8%). Altre varietà come Müller-Thurgau, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Kerner, Moscato Giallo, Riesling, Sylvaner e Grüner Veltliner, rappresentano percentuali inferiori al 4%.
Dati che confermano come l’Alto Adige sia una regione viticola da sempre all’avanguardia nella produzione di vini bianchi e che se in passato aveva raggiunto la sua massima espansione nella prima decade del secolo scorso con 10.000 ettari vitati oggi è in ripresa e raggiunge i 5.500. Si è dovuto, però, arrivare agli anni Settanta per vedere i riconoscimenti delle prime Doc (Lago di Caldaro e Alto Adige Doc) e al 2007 per l’istituzione del Consorzio Vini Alto Adige, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere produzioni altoatesine che, puntando su graduali cambiamenti in vigna e in cantina, hanno raggiunto livelli di qualità notevoli. La coltivazione e vinificazione di bacche bianche, come detto, è in continua espansione e da dieci anni rappresenta circa il 65% della superficie vitata.
Parlando di annate, la 2021 – l’ultima immessa in commercio – si è contraddistinta per temperature invernali miti, una buona quantità di pioggia in primavera, seguita da un’estate piovosa nelle prime settimane e poi decisamente soleggiata ma senza picchi di calore, che hanno consentito una progressiva maturazione delle uve prima della loro raccolta, iniziata la seconda settimana di settembre. Millesimo che raccontiamo con l’assaggio di sei etichette.
DEGUSTAZIONE
Sauvignon Cosmas 2021 Tenuta Kornell
Alto Adige Doc
In località Settequerce vicino a Bolzano, Kornell produce in quindici ettari molte varietà altoatesine, tra cui anche il Sauvignon. Dal 2003 si sceglie di impiegare il solo acciaio: il vino è di assoluta scorrevolezza e piacevolezza, agrumi maturi e sentori erbacei convivono sia al naso che al palato. Corpo asciutto e compito.
Pinot Bianco Plötzner 2021 Cantina San Paolo
Alto Adige Doc
Tra le prime cantine a credere nel Pinot Bianco, che dopo la fermentazione in legno e una parziale malolattica svolta, in questa annata si presenta in un corpo ampissimo e con un profilo aromatico che include erbe selvatiche, paglia e frutti gialli maturi. Al palato, baccelli di vaniglia fanno da contorno a una buona dose di componenti fruttate. Una giusta acidità sostiene il sorso.
Gewürztraminer Arenis 2021 Cantina Cortaccia
Alto Adige Doc
Nasce su arenarie rosse questo Gewürztraminer. Dopo una macerazione a freddo e un affinamento sulle fecce fini si propone ancora teso e rigido nella sua parte centrale, la texture richiama la grafite e il cedro. Nel bicchiere, acquisito qualche grado, il vino racconta di una struttura più ampia, tutta da scoprire con un po’ affinamento in vetro.
Kerner 2021 Abbazia di Novacella
Alto Adige Doc
Un rapporto qualità/prezzo formidabile, prodotto dai vigneti che circondano l’antica Abbazia a Varza, vicino a Bressanone. Dalla speciale uva bianca Kerner della Valle d’Isarco, dal grande potenziale d’invecchiamento, il vino si concretizza con note di agrumi maturi, un sorso polposo e ricco dal retrogusto salace. Grande armonia e solidità.
Pinot Grigio Hill 2021 Nals Margreid
Alto Adige Doc
Tra Bolzano e Merano una piacevole ed efficace rappresentazione di Pinot Grigio. Vinificato in solo acciaio si slancia con note di albicocca e ananas, timo sullo sfondo. Gusto lievemente salino e leggero, di buon equilibrio.
Schiava Vigna Kristplonerhof 2021 Hans Rottensteiner
Alto Adige Doc
L’unico rosso in batteria, contrappuntato da un succo freschissimo, per una beva concentrata proprio sulla sua componente fruttata in cui entrare in confidenza con una certa vinosità, vino di una performance pressoché immediata dall’apertura, con una capacità di avvolgere il palato molto convincente.
ALTO ADIGE
I NUMERI
5.000 viticultori
274 cantine
10.000 addetti al settore vinicolo
5600 superficie vitata (<1% della superficie vitata vini Italia)
1 ettaro la media di superficie vitata per azienda
8% della superficie vitata è bio
40.000.000 di cui 400.000 di Metodo Classico
98% di vini Doc