Una morte atroce quella del povero Giuseppe. L’uomo è deceduto solo, a pochi metri da casa sua. Nessuno per settimane si è preso la premura di andare a cercarlo.

Giuseppe viveva in via Tigli, nelle campagne di Tivoli, a Roma. Come molti anziani abitava solo nonostante l’età avanzata – 83 anni – ed evidenti problemi di deambulazione. Ennesima storia di solitudine e abbandono che ricorda molto quella di Marinella Beretta, trovata morta in salotto dopo due anni dal decesso.

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MASSIMO PERCOSSI / ANSA / ARCHIVIO

Giuseppe non ha dovuto attendere tanto: il suo cadavere è stato trovato dopo due settimane. Stando alle prime ricostruzioni delle Forze dell’Ordine, l’anziano era uscito di casa per andare a prelevare la pensione e stava camminando lungo una strada sterrata in salita nel verde, che costeggia il muro del cimitero, quando ha perso l’equilibrio, è caduto a terra e non è più riuscito ad alzarsi. Nonostante i tentativi di rimettersi in piedi da solo e di chiamare aiuto, non ce l’ha fatta e nessuno lo ha sentito. Giuseppe è morto di fame e di sete, sotto il sole cocente di questa caldissima estate. Quando lo hanno trovato dopo due settimane l’83enne era già morto. Vedovo e senza figli, abitava in un luogo isolato, senza vicini di casa che potessero udire le sue grida. A trovare il cadavere dell’uomo è stato il proprietario di casa che stava andando a trovarlo. Alla vista del corpo in stato di decomposizione ha subito chiamato il Numero Unico delle Emergenze 112.

Sul posto è intervenuto il personale sanitario del 112 in ambulanza, ma i paramedici non hanno potuto fare nulla se non constatare il decesso dell’anziano. Sul cadavere, da un primo esame, non sono stati trovati segni di violenza, che possano far pensare ad una rapina culminata in tragedia. Si tratta di una morte causata dagli stenti di un povero anziano che non è riuscito ad alzarsi ed è morto di stenti sotto il caldo tremendo di luglio. Un uomo rimasto per due settimane senza cibo né acqua. Una storia che dovrebbe indurre tutti a riflettere sulla condizione di tante persone condannate alla completa solitudine, che vivono e muoiono nella totale indifferenza degli altri.