Il governo si dice pronto a risolvere il problema dei bonus edilizi. Lo stop alla cedibilità dei crediti fiscali e, soprattutto, l’urgenza legata allo sblocco di 19 miliardi di euro nei cassetti fiscali che le imprese non riescono a farsi liquidare dalle banche sono le urgenze oggetto degli incontri avvenuti ieri a Palazzo Chigi.
Ci sono 19 miliardi che risultano in capo ad aziende, che non riescono a cederli, cioè a trovare compratori tra banche e altri intermediari, per ottenere la liquidità necessaria per pagare fornitori e dipendenti. Ecco perché, al termine degli incontri di ieri tra il governo e tutti i soggetti coinvolti nella partita del Superbonus, la soluzione che si fa strada rispetto alla richiesta pressante delle aziende di sbloccare i crediti incagliati è quella di fare di tutto affinché banche e gli altri intermediari ricomincino a comprare i crediti per poi scontarli nei modelli F24 con i quali periodicamente pagano imposte e contributi.
Le banche, secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, avrebbero ancora sufficiente spazio fiscale per assorbire i crediti. Che, secondo il governo, si sono bloccati anche per il timore delle stesse banche di subire conseguenze penali acquistando crediti che poi si rivelano fasulli. Problema che, secondo Giorgetti, è stato risolto con le norme inserite nel decreto di giovedì, che, escluse le ipotesi di dolo, sollevano le banche dalla responsabilità una volta che siano stati fatti i controlli sull’origine dei crediti. E Giorgetti non ha chiuso nemmeno rispetto a un maggior coinvolgimento delle grandi partecipate, come chiesto dalle associazioni edili, che pensano in particolare a Eni ed Enel.
Oltre a questo, la soluzione collaterale, poi, potrebbe essere la conferma del meccanismo di cessione del credito solo nel caso di lavori edili legati a interventi post sisma e di famiglie a basso reddito.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ne hanno discusso prima con Cdp, Abi, Sace e Agenzia delle Entrate. Nel pomeriggio il secondo round di incontri è proseguito poi con Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Cna e Confartigianato.
Fermo restando che il governo non tornerà indietro sulla decisione di mettere la parola fine allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti per quanto riguarda i nuovi lavori, sul resto Giorgetti e gli altri ministri hanno consegnato alle imprese e ai professionisti del settore il messaggio che il governo è consapevole dell’urgenza di risolvere il problema dei crediti incagliati e di fornire un quadro di certezze per i lavori futuri, senza escludere la disponibilità a modifiche migliorative del decreto in Parlamento.
La nota della delegazione di governo al termine delle riunioni ha esplicitato la «ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Il governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito nel rispetto delle norme».
Giorgetti ha spiegato che «la soluzione che noi cerchiamo è sull’intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro. L’urgenza ora è sullo stock dei crediti che fanno riferimento al settore edilizio, che hanno l’esistenza ad oggi di 19 miliardi di crediti “incagliati”. Lo sforzo che noi facciamo oggi e nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come far sgonfiare questa bolla».
Ai tavoli tecnici spetterà l’analisi delle proposte formulate dalle imprese, individuando le modifiche e i miglioramenti al decreto del governo che la settimana scorsa ha stoppato le vecchie regole dei bonus edili. «Abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi», ha spiegato Federica Brancaccio, presidente di Ance. Dal presidente di Confapi, Cristian Camisa, il suggerimento che «si possa attivare un prestito ponte con la cessione dei crediti da parte di Enel e Eni che hanno la possibilità di prendere questi crediti».