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“Non può indossare il casco, non può soffiare nel fischietto”: tutte le scuse dei vigili di Roma per non lavorare – Il Riformista

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Esenzioni per un ‘pizzardone’ su sei

Redazione — 24 Gennaio 2023

LaPresse – foto di repertorio: vigile urbano dirige il traffico dalla pedana che si solleva al centro di piazza Venezia
LaPresse – foto di repertorio: vigile urbano dirige il traffico dalla pedana che si solleva al centro di piazza Venezia

C’è un vigile a cui manca il fiato, uno calvo e un altro con la psoriasi alle mani. Non è l’inizio di una delle tante barzellette sulle nostre forze dell’ordine ma la lista delle incredibili motivazioni di esenzione dal lavoro scritte negli innumerevoli certificati medici dei ‘pizzardoni’. Di tutti i 6mila vigili di Roma, sarebbero quasi mille quegli non idonei da uno o più servizi. Il venti per cento, praticamente uno su sei.

I caschi bianchi che non possono lavorare all’esterno sono più di trecento, in quasi duecento non possono dirigere la viabilità, e un numero simile ha certificato di non poter lavorare la notte. A loro si aggiungono 166 vigili ai quali il medico non avrebbe consentito di lavorare in “stazione eretta”, ovvero in piedi, e altri 26 che non possono lavorare nella sala radio. Infine, in 8 non possono guidare l’auto, mentre in 2 non salgono mai in sella a moto e bici. A queste esenzioni si sommano le impossibilità di indossare la divisa, chi si rifiuta di mettere la mascherina o di fare il turno al front office.

Un documento medico presentato da uno degli agenti certifica un’insufficienza polmonare tale da non permetterli neanche di riuscire a soffiare nel fischietto, ça va sans dire impossibile farsi udire nel traffico romano e tantomeno dirigerlo. Per lui meglio turni da ufficio, al chiuso e a paga piena. Tra le condizioni mediche emerse ce ne sarebbe una che impedirebbe anche l’uso di un altro strumento: il caschetto bianco. L’agente combatterebbe infatti con una calvizie che il dispositivo di protezione non farebbe altro che peggiorare la situazione clinica.

Tra i caschi bianchi ‘giustificati’ c’è un agente che non può impugnare penna e taccuino per i verbali, figurarsi una paletta, a causa di una psoriasi acuta che gli fa desquamare le mani e non gli consente di scrivere le multe (così come di indossare i guanti bianchi). Anche la mascherina Ffp2 sarebbe oggetto tra i pizzardoni romani, di lamentele. Particolare la storia del casco bianco no vax che, per non essersi sottoposto alla vaccinazione contro il Covid, era stato sospeso: riconsegnata la divisa, si era dimenticato la pistola d’ordinanza. Eh vabbè, avrà avuto anche problemi di memoria a breve termine.

Redazione

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